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Home » Università a Terni: «Vertenza aperta»

Università a Terni: «Vertenza aperta»

di Francesca Torricelli
18 Giugno 2016
in Apertura 5, Attualità, Cultura, Economia, Politica
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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di Fra.Tor.

Discutere della situazione universitaria ternana e avanzare proposte di collaborazione tra polo didattico ternano e atenei limitrofi. Partendo da queste basi si è svolto venerdì pomeriggio in Comune, a Terni, un incontro tra l’associazione culturale per Terni città universitaria, le associazioni ternane no profit, le categorie professionali e i club di servizio (Rotary, Lions e Fnism).

«Istituzioni assenti» Secondo il comitato direttivo dell’associazione culturale, «tutte le categorie ternane del mondo economico e professionale, esprimono da tempo grande preoccupazione e disagio per il momento di allarmante crisi economica e culturale che investe la nostra città. Con un ulteriore danno causato dal silenzio e dall’assenza delle istituzioni locali per risolvere questa situazione. La maggioranza di governo locale ha dovuto riconoscere la necessità indifferibile e inderogabile di ‘aprire una vertenza’ con la giunta regionale, ponendo al centro del confronto il problema della cultura, dell’Università, e della ricerca». Come associazione culturale, ormai da tempo, «abbiamo fatto di questi temi un vero e proprio cavallo di battaglia. È evidente a tutti che non vogliamo entrare nelle diatribe e beghe politiche dei partiti, auspichiamo solo soluzioni alte e qualificate nel rimpasto imminente della giunta».

Le proposte Dall’incontro con le associazioni, racconta il segretario generale Ciano Ricci Feliziani, «sono emerse varie proposte, prima fra tutte quella di creare dei dipartimenti tra le varie facoltà o corsi di laurea con le università vicine al nostro territorio. Nel contempo, creare una Fondazione che possa svolgere la funzione di governance per nuove strategie e nuove scelte di questo territorio. Andare, quindi, al confronto anche con la Regione e con l’Università degli studi di Perugia, sulla base di quello che è stato, ma con idee e proposte su cui discutere».

L’INTERVISTA A CIANO RICCI FELIZIANI – IL VIDEO

I ricercatori «L’utilizzo migliore per i fondi regionali – insiste Ricci Feliziani – sarebbe quello di sistemare la situazione dei ricercatori nei corsi di laurea di Economia, di Ingegneria, di Medicina e di Scienze dell’investigazione. Queste risorse sono ossigeno indispensabile per proseguire l’attività didattica di questi corsi di laurea. Risolti questi problemi inderogabili, bisognerà mettersi intorno a un tavolo e decidere in quale direzione convogliare le risorse».

Il campus Altro tema, la logistica: «Creare un ambiente universitario per gli studenti è un ulteriore elemento fondamentale. È evidente che la città deve vivere questa atmosfera, che fino ad ora non c’è stata. Fondamentale sarà creare una serie di infrastrutture e di servizi a disposizione degli studenti. Nell’ex facoltà di medicina, ad esempio, abbiamo una sorta di campus dove gli studenti hanno le aule per studiare, per fare la ricerca, hanno i servizi bibliotecari e la mensa. Da quello che abbiamo potuto accertare, il giudizio degli studenti e dei docenti è positivo e costruttivo». Partendo da questo si potrebbe ragionare, conclude il segretario generale, «anche sull’idea di creare un campus anche a Pentima, dove ci sono, forse, gli spazi necessari per unire il corso di laurea di Economia e di Ingegneria. Anche lì, peraltro, esistono laboratori con attività importanti».

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