Università per stranieri: «Un bene comune»

La Cgil sul futuro dell’ateneo perugino: il rilancio passa per la valorizzazione del lavoro e delle professionalità

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L’università per stranieri di Perugia «deve essere considerata come un ‘bene comune’, per la città, per l’Umbria e per l’intero paese. Essa infatti non rappresenta soltanto un enorme patrimonio culturale dell’Italia, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, ma riveste anche un fondamentale valore sociale ed economico in primo luogo per la città, il cui destino è legato dunque a doppio filo a quello dell’ateneo».

La polemica Da questo ragionamento è nata l’iniziativa ‘La Stranieri per Perugia, Perugia per la Stranieri’, che la Camera del lavoro provinciale di Perugia ha promosso, mercoledì mattina, insieme alla Flc Cgil dell’Umbria. Un’iniziativa molto partecipata e arricchita da numerosi interventi, nella quale è pesata però l’assenza del sindaco di Perugia, Andrea Romizi: «Amministrare una città come Perugia, tanto più se inaspettatamente, è certamente un compito difficile – ha osservato Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil di Perugia – ma evitare il confronto non è mai un buon modo per affrontare i problemi».

Il sindacato Domenico Maida, segretario generale della Flc Cgil dell’Umbria, ha insistito sulla «relazione tra università e città: un tema serio di politica economica che ha risvolti prima di tutto sulle lavoratrici e i lavoratori dell’ateneo. Ne sanno qualcosa i circa 40 Cel (Collaboratori esperti linguistici) che dopo anni di lavoro precario, ora sono rimasti fuori. Insistiamo sulla realizzazione del punto del programma elettorale del rettore, di collocare i Cel a tempo determinato oltre l’area della precarietà – ha affermato Maida – che significa assicurare il ricambio necessario, confermando standard di qualità elevati».

La Regione Sull’importanza delle sinergie tra istituzioni, enti di alta formazione e città ha insistito anche la vicepresidente della giunta regionale, Carla Casciari, che nel suo intervento ha sottolineato in particolare le potenzialità del progetto ‘Umbria Academy’, rivolto in particolare agli studenti cinesi e ha rivendicato il ruolo di coordinamento che la Regione può e deve svolgere in materia di alta formazione.

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