Secondo il segretario ternano di Rifondazione comunista, Lorenzo Carletti, «sulla vicenda K4Up è calato un irresponsabile silenzio politico: dopo quasi due mesi dall’esplosione della vertenza poco o niente si è concretamente risolto sul piano del risarcimento salariale e contributivo. Mentre l’attenzione dei media si è progressivamente affievolita, il decorrere delle settimane ha visto un susseguirsi di tavoli di trattativa istituzionale che non hanno però individuato né un quadro chiaro di responsabilità né una soluzione accettabile».
I LAVORATORI IN LOTTA – LE FOTO
L’attacco Carletti ricorda che «sono infatti più di settanta i lavoratori che ad oggi continuano a chiedere verità e giustizia, fortemente determinati dalla volontà di difendere la loro dignità sia sul piano professionale, sia da chi in queste settimane ha provato a descriverli come primi responsabili dell’esposizione debitoria dell’azienda, in conseguenza dello stato di mobilitazione. Non c’è da stupirsi che venga meno la fiducia nelle istituzioni politiche e sindacali quando queste continuano a legittimare figure imprenditoriali su cui ricadono responsabilità oggettive di mala gestione finanziaria, i cui ammanchi vengono scaricati sulle spalle dei lavoratori. Si sta continuando a cercare ‘intese’ con chi fa carta straccia degli accordi sindacali, delle normative fiscali e contributive, calpestando in sostanza i diritti fondamentali del lavoro».
In tribunale Pur in presenza di una trattativa sindacale, dice il segretario del Prc, «la grande maggioranza dei lavoratori ha infatti scelto di portare avanti fino in fondo la controversia, non ritenendo sufficiente e credibile qualsiasi dichiarazione da parte della proprietà , né tantomeno sostenibile qualsiasi accordo che non sia supportato da evidenze incontrovertibili. La scelta di attivare una battaglia legale è al momento l’unico strumento per poter ottenere i riconoscimenti pensionistici. Di fronte a ciò riteniamo non debba mancare il supporto di chi in queste settimane ha sostenuto questa nobile vertenza per il lavoro e la dignità per tutti i lavoratori dell’azienda».