Vertenza call center: «Stipendi non pagati»

Gli ex lavoratori tornano a far sentire la propria voce: «Il tempo passa ma i soldi di febbraio non si vedono»

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di F.T.

«Ci sentiamo traditi da sindacati e istituzioni ma non molliamo. Perché dobbiamo ricevere ancora quanto ci spetta e perché siamo convinti che la scelta di uscire dall’azienda non avesse alternative: non ha senso lavorare senza essere pagati». I circa settanta ex lavoratori del call center di via Bramante – quelli che, dopo la lunga vertenza, hanno tirato dritti per la propria strada – tornano a far sentire la propria voce.

PARLANO GLI EX LAVORATORI: VIDEO

La protesta Lunedì mattina si sono ritrovati sotto la sede di quella che è stata la loro azienda – alcuni ci hanno lavorato anni – per reclamare lo stipendio di febbraio, non ancora liquidato: «La seconda metà di gennaio, insieme alle tredicesime dei dipendenti, è stata pagata il 31 marzo dopo diversi rinvii. Da qual giorno non abbiamo più avuto alcuna novità. Qui ci sono persone che, a causa di ciò, si trovano in grave difficoltà e non sanno come fare per fare fronte alle spese, per pagare mutui, bollette. Tutto ciò è grave».

VERTENZA CALL CENTER: LE TAPPE

I motivi Qualcuno dei ‘fuoriusciti’ («Siamo una settantina in totale ad aver fatto questa scelta: un motivo ci sarà, mica saremo tutti matti?») si è riorganizzato con un nuovo lavoro, altri ci stanno provando, ma è dura. «A fronte di una proprietà inaffidabile e di condizioni inaccettabili, anche se accettate dai sindacati per provare a tenere sotto controllo la situazione, non potevamo rientrare al lavoro. A chi è tornato in azienda, non ci sentiamo di rimproverare nulla. Ma crediamo che i problemi che hanno portato alla protesta, purtroppo, siano ancora tutti lì».

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