Voucher, Uil Terni: «Boom in provincia»

«In un anno l’uso dei voucher è aumentato del 37,4 per cento, passando dai 390.282 del 2015 ai 536.262 del 2016. Un aumento superiore a quello regionale e a quello nazionale»

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di Gino Venturi
Segretario generale Uil Terni

Gino Venturi

Gino Venturi

In un anno l’uso dei voucher in provincia di Terni è aumentato del 37,4 per cento, passando dai 390.282 del 2015 ai 536.262 del 2016. Un aumento superiore in percentuale a quello regionale umbro (25,4 per cento) e a quello nazionale (26,3 per cento). I dati emergono dal terzo rapporto “voucher” elaborato dal Servizio Politiche del Lavoro della Uil Nazionale.

Il sistema del voucher presenta un alto rischio di abuso e di distorsione nell’applicazione reale e rappresenta non tanto, come voleva essere, un meccanismo di emersione dell’economia dei “lavoretti” bensì, invece, un’immersione di attività regolate da contratti, certamente flessibili, ma sicuramente “garantisti” per il lavoratore in termini di protezione sociale, previdenza, garanzie occupazionali. Purtroppo la legislazione ha anche ampliato il campo di applicazione del voucher sia estendendola a più settori sia consentendone l’uso a qualunque tipo di committente, sia esso imprenditore che non. C’è la possibilità di mascherare, dietro questo istituto, prestazioni di natura subordinata invece di fare emergere il lavoro “nero”.

In Italia l’utilizzo del voucher riguarda circa 1,5 milioni di lavoratori con 145 milioni di voucher venduti nel 2016 e ha conquistato un ruolo organicamente e patologicamente significativo nel nostro mercato del lavoro. Su un numero complessivo di occupati di oltre 22 milioni di lavoratori, circa 8 su 100 sono stati retribuiti con almeno 1 voucher; questa quota aumenta se rapportata agli oltre 17 milioni di occupati dipendenti (10 su 100). La discrepanza poi tra il dato dei voucher venduti e quelli realmente utilizzati fa emergere la necessità di porre maggiore attenzione per evitare frodi e abusi.

Dando in parte ragione al sindacato il legislatore è recentemente intervenuto introducendo la tracciabilità dei voucher attraverso l’obbligo per il committente di comunicare alla Direzione del lavoro, entro 60 minuti prima dell’inizio della prestazione lavorativa, alcuni dati tra cui la data e l’orario di inizio e fine della prestazione resa attraverso i buoni lavoro. Tale comunicazione preventiva è pienamente in vigore dal 17 ottobre.

Purtroppo però il Governo non è voluto ancora intervenire radicalmente riducendo le aree e i settori dove la liberalizzazione dei voucher ha prodotto più danni: industria, edilizia, terziario, servizi e turismo. Settori che già avevano strumenti ultra flessibili in tema di rapporti di lavoro. Occorre porre maggiore attenzione nel vasto mondo che sta nel mezzo tra il lavoro autonomo vero e quello subordinato, caratterizzato da lavori senza regole, con retribuzioni unilateralmente decise dal datore di lavoro e tutele sociali quali nulle. È indispensabile metter in campo ogni energia per contrastare la dilagante precarizzazione del lavoro.

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