Zone rosse in Umbria, i sindaci che non ci stanno: «Assurdo»

Filiberti: «Primo comune ‘rosso’ con zero casi Covid». Grillini: «Provvedimento tardivo e inappropriato». Fazio: «Ora rimediare»

Condividi questo articolo su

Non ci sta Lugnano in Teverina (Terni) a finire in ‘zona rossa’, peraltro rafforzata dalla chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e da altri provvedimenti. L’amministrazione comunale, guidata da Gianluca Filiberti, dopo la decisione della Regione che – condivisa con la sanità regionale e nazionale – ha inserito il comune del Ternano fra quelli in cui da lunedì 8 febbraio scatteranno le misure più restrittive, ha diffuso una dura nota. Fatta di stupore e rabbia. Sentimenti condivisi anche dal sindaco di un altro comune del Ternano, Guido Grillini, primo cittadino di Calvi dell’Umbria.

UMBRIA: 65 ‘ZONE ROSSE’ CON SCUOLE CHIUSE

«Decisione incomprensibile. O tutti ‘rossi’ o si valuti caso per caso»

«Confermiamo – si legge nel comunicato – che alla data di oggi (6 febbraio, ndR) il comune di Lugnano in Teverina non ha persone contagiate da Covid-19, ossia zero casi. In merito a tutte le notizie che sono uscite sui social e sulla carta stampata precisiamo, quanto segue: questa sera (sabato, ndR) il sindaco ha partecipato ad una riunione, finita pochi minuti fa, con altri primi cittadini interessati dall’ordinanza regionale in merito all’istituzione delle ‘zone rosse’ nei comuni dell’Umbria in presenza della presidente Tesi e del Cts; il sindaco Filiberti ha richiesto formalmente spiegazioni in merito alla situazione di Lugnano in Teverina, asserendo che il suo comune risulta essere ‘Covid-free’ e che da circa 20 giorni non si sono più accertati nuovi casi; ha interpellato anche il dottor D’Angelo (commissaerio per l’emergenza Covid in Umbria, ndR) il quale ha cercato di spiegargli come il nostro comune può essere interessato da questo provvedimento di ‘zona rossa’ riconducendolo al trend dei contagi avuti nel periodo precedente; il sindaco, la giunta e tutti gli amministratori, pur nella preoccupazione generale della nostra Regione sulla attuale situazione pandemica, non comprendono per quale motivo Lugnano possa rientrare in ‘zona rossa’ (con zero casi) e altri paesi limitrofi no. Inoltre – prosegue la nota dell’amministrazione lugnanese – il nostro comune non ha avuto cluster e/o quarantene nelle scuole dall’inizio della pandemia ad oggi. È difficile anche per noi comprendere tale situazione in corso di definizione da parte della Regione. Crediamo che se esiste un problema serio di contagio, l’ordinanza regionale deve prevedere ‘zona rossa’ per tutta la Regione, altrimenti si deve valutare caso per caso come riportato nella precedente nota della presidente Tesei. Aspettiamo domani per comprendere meglio come venga elaborata questa ordinanza. Sicuramente se viene eseguita solo per alcuni comuni della provincia di Terni, e Lugnano dovesse rientrare nella ‘zona rossa’, non saremo assolutamente d’accordo e valuteremo insieme agli altri comuni coinvolti, le eventuali azioni da intraprendere».

SPECIALE COVID – UMBRIAON

Pernazza e Filiberti

Filiberti: «Vengano a spiegarci»

Sempre sabato sera il sindaco Filiberti si è espresso così via social: «Sono desolato. Apprendo ora che Lugnano diventerà zona rossa e ‘neanche le prime ore della notte hanno portato consiglio’. Ora mi piacerebbe che qualcuno della Regione e del Cts venga a Lugnano a spiegare a tutti i miei concittadini le motivazioni: io pur comprendendo la situazione grave della pandemia in corso, non sono riuscito a capire come la nostra comunità debba sopportare una ‘zona rossa’, con tutte le problematiche che ne conseguiranno, con zero casi di Covid-19, mentre altri paesi vicini a noi non subiranno tale danno. Allora se la situazione è davvero grave, l’ordinanza doveva prevedere tutta la regione. Domani (domenica, ndR) scriverò il mio assoluto dissenso agli organi competenti. ‘Notte e, nonostante tutto, sempre forza Lugnano».

Lugnano in Teverina, il sindaco scrive alla Regione

Domenica mattina lo stesso Filiberti ha inviato una lettera – via Pec – alla presidente della Regione per chiedere «urgenti chiarimenti». Di seguito il testo: «Gentile presidente, sono a richierderle urgenti chiarimenti in merito all’istituzione della zona rossa per il comune di Lugnano in Teverina a causa dell’emergenza da Covid-19, come già le ho asserito ieri le vie brevi in videoconferenza. Tale spiegazione mi risulta necessaria e indispensabile per dare le giuste informazioni ai miei compaesani in quanto alla data del 6 febbraio 2021 siamo un comune senza contagi. Inoltre, come potrà accertarsi con i dati in suo possesso, il nostro paese di piccole dimensioni (1.430 abitanti) è da più di circa 20 giorni che non ha evidenziato alcun caso da coronavirus e il trend non mostra nessun segnale di peggioramento. La realtà del mio comune – scrive il sindaco – non si discosta da quella dei comuni limitrofi che non sono stati oggetto di questa ordinanza. L’applicazione di norme più restrittive comporta danni alle nostre piccole attività già devastate da questa pandemia oltre ad un’esasperazione dei miei concittadini che non comprendono le motivazioni con i dati di contagio attuali. La invito a riconsiderare con urgenza l’ordinanza n. 14/21 e il caso specifico del mio comune, a meno che la situazione generale sia davvero grave e, quindi, venga istituita una zona rossa per l’intera regione Umbria».

Lugnano in Teverina, genitori infuriati

A Lugnano si fanno sentire anche alcuni genitori che hanno diffuso una nota per evidenziare tutto il proprio disappunto: «Ieri in tarda serata abbiamo appreso la notizia che il nostro comune sarebbe entrato nella ‘zona rossa’ lasciandoci tutti in un primo momento sbigottiti e in un secondo momento infuriati. Attualmente – scrivono i genitori lugnanesi – il nostro comune conta zero casi e dall’inizio di questa pandemia non ha visto coinvolto nessun bambino di primo e secondo grado di istruzione. Ad oggi possiamo ritenerci un paese quasi virtuoso per quanto riguarda i contagi eppure questo non è bastato alla presidente della Regione Tesei e alla sua giunta per inserirci nella ‘lista nera’. Nonostante l’intervento del nostro sindaco, Gianluca Filiberti, e di tutta la giunta comunale, che hanno tempestivamente manifestato il loro dissenso suffragato da dati tecnici e pareri medici, si sono visti sbattere la porta in faccia. Tutti sappiamo cosa comporta trovarsi in ‘zona rossa’, primo fra tutti la chiusura delle scuole, con tutti i disagi che ne conseguono per chi lavora. I nostri bambini e ragazzi – spiegano – stanno pagando il prezzo più alto di questa pandemia, sempre più lontani e soli, almeno quelle poche ore di scuola li aiutavano a mantenere un minimo di rapporti sociali e di contatto, ma a quanto pare tutto questo alla nostra presidente Tesei non importa ed emana decreti scellerati che coinvolgono ‘comuni non a rischio’. Capiamo il momento difficile che si sta attraversando in Umbria, soprattutto nella zona del Perugino, ma questo non giustifica le scelte di questa amministrazione regionale, bisogna anche saper distinguere i casi singolarmente per non aggravare una situazione già molto pesante. Pretendiamo delle risposte immediate – concludono i firmatari – e delle motivazioni da parte della presidente Tesei, come ha richiesto anche il nostro stesso sindaco».

INTERVISTA AL SINDACO DI CALVI DELL’UMBRIA, GUIDO GRILLINI – VIDEO

Guido Grillini

Perplessità anche a Calvi dell’Umbria

Anche il sindaco di Calvi dell’Umbria, Guido Grillini, ha manifestato perplessità: «Sinceramente non condivido tale provvedimento che giunge semmai tardivo e comunque inappropriato. Tardivo perché non è plausibile chiudere un comune quando i casi positivi sono in diminuzione e si stanno quasi azzerando. Sarebbe stato giustificato venti giorni fa quando avemmo un picco di 19 positivi contemporaneamente, non oggi con 5 in via di negativizzazione. Inappropriato – afferma Grillini -, perché se si analizzasse la cartina geografica, si potrebbe notare che Calvi con 5 casi positivi (documentati e certificati da Usl, non dal sindaco) è attorniato da comuni come Magliano Sabina, con 29 casi positivi e in zona addirittura gialla, e Otricoli con 7 casi, in zona arancione. Sarebbe stato più corretto allora, anche se sicuramente più impopolare, istituire la zona rossa su tutto il territorio regionale. Anche perché gli altri comuni della provincia di Terni, ad eccezione di Amelia dove il problema è reale, si trovano tutti nella nostra stessa situazione, puniti incomprensibilmente. Attendo, come gli altri sindaci, chiarimenti efficaci. Per il momento come sindaco, non posso far altro che chiedervi il rispetto dell’ordinanza regionale».

Il sindaco Fazio

Attigliano: «Assurdità»

Fra i comuni scontenti e, più che altro, sorpresi dall’applicazione della ‘zona rossa’ c’è anche Attigliano (Terni). Il sindaco Leonardo Fazio spiega, via social, che «l’ordinanza è stata emanata in base al parametro 200 contagi ogni 100 mila abitanti il che significa lo 0,002% (che tiene conto però anche degli ultimi 15 giorni). Attigliano avendo 1992 abitanti per rientrare nello 0,002% dovrebbe avere 4 casi di positività e purtroppo sono di più, ovvero 9 ad oggi (criterio stabilito dal Cts e Istituto Superiore della Sanità). Stiamo lavorando per rimediare a questa assurdità – afferma Fazio -, di concerto con i competenti organi; un’ordinanza regionale che inserisce addirittura comuni come Lugnano in Teverina in zona rossa con 0 casi all’attivo, prendendo a riferimento il solo trend degli ultimi 15 giorni. I dati purtroppo non sono gestiti dalle amministrazioni ma da vari portali informativi. Ulteriore assurdità sta anche nel fatto che alcuni comuni con più casi non sono stati nemmeno citati. Al momento, a partire da lunedì saremo zona rossa… Seguiranno sviluppi».

Fabio Roncella, sindaco di Montegabbione

Montegabbione spera in rimozione

«Sulla base del dato statistico – la nota dell’amministrazione comunale -relativo alla settimana dello scorso 18 gennaio, come illustrato nel videomessaggio di una settimana fa, Montegabbione si ritrova, da domani, in zona rossa, con conseguenti provvedimenti restrittivi, in particolare la chiusura delle scuole. Si tratta di un dato che, nel caso specifico, non è in realtà indicativo di un rischio di diffusione fuori norma, come peraltro verificato nei giorni scorsi insieme al Servizio Igiene e Sanità Pubblica di Usl Umbria 2; è per questo che, a partire dalla lunga riunione conclusasi nella tarda serata di ieri, si è sviluppata una fitta interlocuzione con gli organi regionali, affinché Montegabbione venga rimosso dall’elenco dei comuni oggetto dell’ordinanza. Contiamo in una soluzione positiva a breve».

Marsilio Marinelli

San Venanzo: «Dato di positivi sotto controllo»

Contrarietà anche da parte di Marsilio Marinelli, sindaco di San Venanzo: «Abbiamo manifestato, durante l’incontro con i sindaci di sabato sera, la perplessità di indicare anche San Venanzo come zona rossa a fronte di un dato di positivi in questo momento sotto controllo e con un indice di incidenza che nella settimana precedente era di 136, quindi sotto i 200, ma di fronte ad una richiesta proveniente dal Comitato tecnico scientifico regionale, avallata dall’ Itsnazionale, non si può che prenderne atto. Ci è stato ribadito ‘massima precauzione per evitare un maggiore rischio di contagio’. Ovviamente su questo ci stiamo. Ci saranno altri momenti per chiedere spiegazioni e dare conto di scelte. Adesso: osservanza scrupolosa delle disposizioni, invito tutti i cittadini ad un comportamento assolutamente rigoroso. Non potranno essere tollerate inosservanze o leggerezze».

Il sindaco Antonio Liberati

Poco comprensibile anche per Otricoli

Anche il primo cittadino di Otricoli, Antonio Liberati, ha preso posizione in merito alla vicenda: «Otricoli resta in zona arancione mentre sei comuni della provincia, tra cui Calvi, passano in zona rossa. Francamente il motivo non è facilmente comprensibile. Suppongo che qualche positivo rientri tra i sospetti di variante, ma ripeto, è una mia supposizione. Comunque diventa obbligatorio limitare al massimo le interferenze, Praticamente gli spostamenti da Calvi sono consentiti esclusivamente – conclude – per lavoro e scuola e con autocertificazione».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli