Di Girolamo indagato? La politica si esprime

Terni, dalle carte dell’inchiesta su palazzo Spada emerge la richiesta, da parte della Questura, di indagare su di lui. Le prese di posizione

Condividi questo articolo su

La politica prende posizione: dopo l’evoluzione – e le indiscrezioni – su quelli che potrebbero essere i retroscena ed i coinvolgimenti, in primis quello del sindaco di Terni Di Girolamo, nell’inchiesta su palazzo Spada, arrivano le dichiarazioni.

marco-cecconiFdi-An Marco Cecconi, consiliare comunale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, dice che «per giudicare Di Girolamo politicamente colpevole – e chiederne le dimissioni, come noi abbiamo fatto per primi nell’ottobre scorso, ben prima di qualunque ‘operazione Spada – non abbiamo bisogno di allestire in piazza nessun rogo. Certe pratiche – come dare la caccia alle streghe e condannare chicchessia, magari ad indagini appena aperte – non appartengono né mai apparterranno alla nostra cultura politica, alla quale sono altrettanto estranei quei tribunali del popolo di tristissima memoria, che speravamo di esserci lasciati alle spalle con la fine del ‘900, ma che invece adesso certi partiti o meglio movimenti vorrebbero riesumare per guadagnare un po’ di visibilità. Se, come sembra, tra le forze dell’ordine, c’è stato chi ha chiesto di indagare anche il sindaco, conosceremo gli esiti di questa richiesta se e quando la cosa sarà eventualmente svincolata dal segreto istruttorio. La giustizia faccia il suo corso, i magistrati lavorino in piena autonomia, la politica lasci stare lo spettacolo. Per noi, Di Girolamo se ne sarebbe già dovuto andare almeno da quando è stata ufficializzata la notizia della montagna di debiti in cui lui e la sua giunta hanno affogato i bilanci comunali. Per noi, Di Girolamo è comunque padre e figlio di un sistema consolidato di clientele magari non penalmente rilevanti (o forse sì), ma sicuramente responsabili dell’arretratezza asfittica che Terni sconta. Che poi il sindaco sia persino indagato o indagabile, magari perché ‘non poteva non sapere’, questo si vedrà: ma riguarda comunque le aggravanti (giuridiche) di un delitto (di malgoverno) a nostro avviso già consumato. Resta il fatto che tra palazzo Spada e il Tribunale in mezzo c’è un intero viale e molte differenze di compiti e di ruoli. E giocare a fare la parte degli altri farà pure notizia, ma è solo un’inutile perdita di tempo».

Emanuele Fiorini

Emanuele Fiorini

Lega Nord «La Giustizia – dice la Lega Nord di Terni – farà sicuramente il suo corso. Ma la giustizia ha i suoi tempi e la nostra città purtroppo di tempo non ne ha più. In questo preciso momento storico, Terni necessità più che mai di una amministrazione autorevole, competente, sicura, limpida che possa operare le scelte migliore nel solo ed esclusivo interesse del popolo Ternano. Su questa attuale giunta si addensano troppe ombre, che paralizzano ogni sorta di azione politica per affrontare tutte le emergenze della città, dall’ambiente, alla sicurezza sino all’occupazione. A prescindere dagli sviluppi e dagli esiti delle indagini, l’unica stingente soluzione per consentire ai cittadini di poter rivedere uno spiraglio di luce è quella delle dimissioni del sindaco con nuove elezioni subito. Sperando che il sole possa presto risplendere anche oltre le nubi delle polveri e dei fumi».

cinque-stelle-de-luca-m5s-terni-delibera-debiti-fuori-bilancioM5S «Si riafferma con maggiore urgenza  – dice il M5S – il bisogno di spazzare via ogni ombra sul pericoloso binomio politica-affari su cui stanno indagando gli inquirenti, mostrando il certificato di cui all’articolo 335 del codice di procedura penale, che potrebbe riportare l’eventuale iscrizione nel registro degli indagati. Un primo gesto di responsabilità nei confronti di tutti i cittadini».

Francesco Ferranti

Francesco Ferranti

Forza Italia Per il capogruppo in Comune, Francesco Ferranti, «il giudizio politico sull’amministrazione è gravissimo e da tempo il mio partito e il gruppo che presiedo chiedono un cambio di passo e ritengono indispensabile una nuova amministrazione e nuove elezioni, questa però è politica. Lo sciacallaggio giudiziario non fa bene a nessuno e in momenti così gravi e di crisi nei quali bisognerebbe solo lavorare nell’interesse della città, come abbiamo fatto in seconda commissione rinnovando la convenzione con in Briccialdi, chi esaspera il clima e supera i confini del rispetto personale non è credibile né come oppositore né tanto meno come possibile forza di governo. Il nostro primo obiettivo sono gli interessi e i problemi della città, sulle questioni giudiziarie attendiamo l’operato della magistratura e degli organi inquirenti che certamente non necessitano di suggeritori».

L’inchiesta La prima avvisaglia risale al mese di marzo, quando la Questura di Terni ha inviato alla Procura della Repubblica un documento nel quale si parlava di un’indagine per ‘Associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, concussione, turbativa d’asta ed abuso d’ufficio’. Sette i nomi delle persone che, secondo la Questura, potevano essere interessate, più altre da identificare. Il fatto è che tra quei sette nomi compariva anche quello del sindaco, Leopoldo Di Girolamo.

novelli-presidio-di-girolamo555Le indagini Poi la faccenda è andata avanti e, senza che nessuno ne fosse al corrente – tanto meno il sindaco, come ha confermato ad umbriaOn anche venerdì mattina – si è poi arrivati al blitz di metà novembre, con il centro della città e le due sedi comunali che sono diventati il set di un film poliziesco. E sulla base di indagini che secondo la Questura avrebbero dovuto riguardare le stesse persone indicate a marzo, più quelle successivamente identificate. E anche qui compare il nome del sindaco. Ma Di Girolamo ribadisce che «nessuno mi hai avvisato, né in modo formale né informale, di un mio possibile coinvolgimento nelle indagini». Poi, attraverso i suoi più stretti collaboratori, ha fatto sapere che, almeno per la giornata di venerdì, non ci si potrà aspettare alcuna presa di posizione ufficiale.

Il legale «Per noi – afferma l’avvocato del primo cittdino, Attilio Biancifiori – non si cono elementi di novità, al di là delle strumentalizzazioni. Negli atti di cui abbiamo potuto avere cognizione, non c’è alcun riferimento ad un eventuale coinvolgimento del sindaco nell’indagine. E ad oggi, con le acquisizioni di documenti effettuate per la maggior parte in Comune, nessun avviso di garanzia gli è stato recapitato. Un’eventuale iscrizione nel registro degli indagati, ammesso e non concesso che ci sia stata, resta un atto interno della procura che può anche non essere seguito da alcun passo successivo. A volte – aggiunge il legale – chi figura nel registro, se il pm non rileva elementi per poter procedere, non verrà mai a sapere di essere stato iscritto. Si tratta, eventualmente, di un atto interno di cui al momento non abbiamo contezza e che, per la sua natura, non può essere divulgato. Ci troviamo nella fase delle indagini preliminari e determinati atti, in particolare quelli interni della procura, sono coperti da segreto istruttorio. E questo anche per evitare un danno diretto non solo al lavoro degli inquirenti, ma anche a persone che potrebbero non c’entrare nulla con le ipotesi formulate. E ad oggi, per noi, il primo cittadino non è interessato dall’indagine in questione».

Aggiornamenti a seguire

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli