Terni: «Con me l’ospedale è al sicuro»

Il direttore generale, Maurizio Dal Maso, a umbriaOn: «Più forti delle sacche di resistenza che vorrebbero impedire il rinnovamento di un’eccellenza»

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di Marco Torricelli

Le scuole di pensiero sono almeno tre. Poi, visto che di pensiero c’è – giustamente – pure il suo, la faccenda si complica. Quindi è bene andare per ordine. Iniziando dalle scuole di pensiero.

Ipotesi C’è chi accusa Maurizio Dal Maso – è di lui, del direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Terni, che si parla – di essere una specie di commissario liquidatore. E questa è una. Ma c’è pure chi lo considera l’ultima speranza per, invece, mettere in squadro la situazione. E questa è la seconda. Poi c’è pure la terza: che è quella di non ha idee precostituite e vuole capire quale potrebbe (dovrebbe?) essere il futuro di un ospedale importante come quello della seconda città dell’Umbria.

L'ospedale di Terni

Dal Maso E poi c’è lui, che – arrivato il 16 febbraio – in sette mesi ha già fatto il pieno di attacchi e difese, tanto che alla fine gli sono pure ‘venuti i nervi’, pure con qualche scivolata: «Questa cosa mi sembra frutto di una patologia – dice Dal Maso riferendosi all’attenzione che i media riservano al nosocomio cittadino – e non ad una normale forma di attenzione. Io sono un tecnico ed è per questo che mi hanno chiamato. Con la politica – insiste – non c’entro proprio. Con la presidente Marini, per dire, avrò parlato due o tre volte e la prima solo dopo essere stato nominato direttore generale dell’Azienda. Con i consiglieri regionali non ho proprio avuto modo di confrontarmi, soprattutto perché il mio lavoro non consiste in quello».

I problemi Lui, chiarisce, non ha «mai negato di aver ereditato una situazione fatta di grandi luci, ma anche di tante ombre e che l’ospedale ternano avesse dei problemi che devono essere affrontati con decisione. Ma quello che voglio far capire, a tutti, è che non ho intenzione di essere coinvolto in polemiche strumentali. Tuttavia, se ci sarò costretto, si sappia che sono capace di difendermi».

Terni ospedale diabete (3)Il lavoro Il compito che gli è stato assegnato, spiega Dal Maso, «è quello di far funzionare al meglio una struttura di eccellenza, quale certamente è l’ospedale di Terni ed è il lavoro che; con la collaborazione della struttura dirigenziale, ma anche del personale; ho intenzione di svolgere. Se questo a qualcuno può dar fastidio mi dispiace, ma non è certo un mio problema».

Il futuro E nemmeno – per la verità – di chi fa parte della terza scuola di pensiero, a cui interessa provare a capire in quale direzione si vada: «Molto semplice, magari più a dirsi che a farsi – spiega il direttore – anche a causa di ‘sacche di resistenza’ al cambiamento che peraltro era prevedibile che ci fossero. Quello che vogliamo fare è mantenere l’alto livello di prestazioni che in moltissime aree dell’ospedale sono assicurate ai pazienti, migliorare quello che in altre aree non raggiunge l’eccellenza e, complessivamente, mettere l’azienda in condizione di rispettare gli standard che oggi vengono richiesti ad una struttura di queste dimensioni e dell’importanza strategica, anche sotto il profilo territoriale, che le è riconosciuta».

Terni ospedale nefrologia dialisi (14)L’organizzazione L’ospedale del futuro, secondo Dal Maso, «dovrà essere strutturato in maniera più razionale, con un’organizzazione che permetta alle varie aree di operare con snellezza e di interagire rapidamente tra di loro. Eliminando possibili doppioni e utilizzando al meglio gli spazi attualmente disponibili e quelli che in futuro avremo a disposizione». Tipo? «Quelli che andremo ad acquisire nello stabile della ex ‘Milizia’».

Terni staminali (3)Le staminali Confermato, insomma, che quello stabile – in origine pensato per ospitare il centro di ricerca sulle cellule staminali – verrà acquisito dall’ospedale: «Sì – conferma il direttore – le interlocuzioni con Ater e Comune di Terni sono ormai in una fase molto avanzata e credo proprio che presto si arriverà alla soluzione di cui ho detto». Detto che questo sembra il de profundis per l’esperienza del centro di ricerca, resta da definire, poi, l’utilizzo della struttura: «La ricerca sulle staminali, visto che è coinvolta anche l’università, non credo proprio che rischi di essere interrotta, mentre per quanto riguarda lo stabile, stiamo studiando la miglior soluzione per potervi collocare ambulatori e laboratori, così da liberare spazi che potranno tornare utili bel blocco principale dell’ospedale».

I dubbi Difficile, invece, trovare una soluzione per lo ‘stabulario’ – i locali che in origine erano stati studiati per ospitare gli animali che, in funzione ‘staminali’, avrebbero dovuto avere degli spazi adeguatamente progettati e che, ora, rischiano di restare inutilizzati e inutilizzabili: «Il problema è reale e ce lo siamo posto – conferma Dal Maso – ma al momento è difficile ipotizzare un modo per mettere quegli spazi in condizione di essere praticabili». Senza dimenticare che c’è c’è il timore che acquisire la ex ‘Milizia’ potrebbe significare distogliere risorse, peraltro ancora non quantificate, ma si parla di sicuro di milioni di euro, che potrebbero invece essere utilizzate per altre attività.

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Maurizio Dal Maso (foto Mirimao)

«Garantisco io» Questo, dice il direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Terni, non avverrà: «Uno dei miei compiti – spiega – è anche quello di ottimizzare le prestazioni anche sotto il profilo economico e quindi questo rischio non si corre. Le previsioni che sono state fatte ci permettono di assicurare che quello stabile potrà entrare nella disponibilità dell’ospedale senza che questo vada a penalizzare altri progetti in corso o in divenire. Su questo garantisco io. Come garantisco che non c’è nessun piano di ridimensionamento del ‘Santa Maria’ e che, anzi, il nostro compito è quello di renderlo sempre più un’eccellenza». Chiariti ruoli e competenze, insomma, ciascuno farà il suo lavoro: Dal Maso il direttore, noialtri il nostro. A ciascuno la sua promessa.

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