di Fra.Tor.
Una situazione definita «critica e preoccupante», che rischia di compromettere la qualità dell’assistenza sanitaria in ampie aree del territorio regionale. È questo il grido d’allarme lanciato lunedì mattina durante la conferenza stampa convocata dall’assemblea Rsu della Usl Umbria 2, presso la sede Uil di Terni, a cui ha preso parte l’ufficio di coordinamento, recentemente rinnovato in seguito alle elezioni di aprile.
A intervenire è stata la coordinatrice Carolina Galeazzi, che ha illustrato in modo chiaro le motivazioni dell’iniziativa: «Ci troviamo di fronte a una vera emergenza che riguarda tutto il personale del comparto. È urgente che la Regione Umbria e la direzione aziendale diano risposte concrete e immediate». Negli ultimi mesi, la Rsu ha organizzato assemblee nei principali territori dell’azienda sanitaria – da Foligno a Narni, passando per Orvieto – e ha raccolto segnalazioni da ogni angolo del territorio servito dalla Usl Umbria 2, compresi Terni, Spoleto e la Valnerina. Quattro i punti critici messi nero su bianco dalla Rsu.
«In primis la carenza di personale. La Usl Umbria 2, tra il 2022 e il 2025, ha perso circa 150 unità di personale del comparto», ha spiegato Galeazzi. «Si tratta di un dato che pesa enormemente sulla qualità dell’assistenza. E non riguarda solo infermieri e operatori socio-sanitari, ma anche terapisti della riabilitazione, tecnici di laboratorio, ostetriche. È l’intero comparto a essere in sofferenza. Non basta coprire un turno: bisogna chiedersi che tipo di assistenza stiamo garantendo». C’è poi la mancata ricognizione del personale. «Nonostante le reiterate richieste della Rsu di aprire un tavolo tecnico per una ricognizione dettagliata delle risorse umane nei vari servizi, dall’azienda – denunciano – non è mai arrivata alcuna risposta».
Tra i punti critici anche i concorsi interrotti e coordinatori sotto pressione. «Nei territori – ha aggiunto la coordinatrice – molti coordinatori e posizioni organizzative si trovano a gestire più servizi contemporaneamente, a causa del mancato completamento delle procedure concorsuali per i coordinamenti. Procedure avviate nel 2024 e poi interrotte prima delle elezioni regionali». Infine, nessun dialogo su diritti fondamentali. La Rsu lamenta anche «il mancato riconoscimento di diritti come quello alla mensa o al tempo di vestizione, più volte richiesti ma ignorati». Altrettanto grave, secondo la rappresentanza sindacale, «la mancata risposta in merito al piano ferie aziendale, che dovrebbe consentire una fruizione equilibrata delle ferie estive senza sovraccaricare i colleghi e danneggiare ulteriormente l’assistenza.
La Rsu ha dichiarato di aver «già informato la Regione Umbria della situazione», ma di non aver «mai ricevuto riscontro». Da qui la decisione dell’assemblea Rsu di avviare formalmente la procedura «per la proclamazione dello stato di agitazione del personale del comparto. La misura è colma. Non si può più aspettare. Servono risposte, servono assunzioni di responsabilità da parte dell’azienda e della Regione. Chi lavora nella sanità merita ascolto e rispetto. E soprattutto, chi si rivolge al servizio sanitario pubblico ha diritto a un’assistenza dignitosa e sicura».