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Home » «Prigioniero in casa», l’Asm di Terni rimedia

«Prigioniero in casa», l’Asm di Terni rimedia

di Francesca Torricelli
30 Ottobre 2017
in Altre notizie, Attualità
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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di Francesca Torricelli

Prima ancora dell’uscita di questo articolo, il problema sembra essere già risolto, o meglio, è stata attivata ‘la macchina’ che potrebbe riuscire a farlo. Certamente capiremo in seguito gli sviluppi, per ora ci limitiamo a raccontare la storia, a riportare lo sfogo di una mamma e l’impegno assunto da chi – dopo essere stato sensibilizzato – garantisce di risolvere, presto e bene, tutto.

La storia a primo impatto sembrerebbe ordinaria, dato che parla di una strada dissestata con buche e con asfalto rattoppato. Purtroppo di segnalazioni di questo tipo a Terni ce ne sono ogni giorno, ma questa volta la denuncia che arriva ad umbriaOn è un pochino diversa, diciamo più delicata; a raccontarcela è, infatti, la mamma del ragazzo che umbriaOn ha chiamato ‘Lorenzo’.

‘Lorenzo’ Del giovane di 16 anni e della sua terribile malattia ce n’eravamo già occupati ad agosto, quando sua mamma si rivolse a noi puntando il dito «contro le istituzioni, che non ci aiutano». ‘Lorenzo’ soffre di una malattia neurovegetativa grave ed incurabile e a gennaio, al Bambino Gesù di Roma, è stato necessario sottoporlo ad un intervento di tracheostomia (il posizionamento di una cannula nella trachea, dalla quale una macchina immette aria nei polmoni; ndr) per permettergli di sopravvivere.

Il sistema sanitario A seguito dell’intervento la mamma di ‘Lorenzo’ segnalava una serie di inadempienze da parte del sistema sanitario regionale, per quanto riguardava l’assistenza infermieristica domiciliare. Per la mamma, infatti, le ore di assistenza che gli venivano riconosciute, considerata la gravità dello stato di salute del ragazzo, non erano sufficienti. La storia di ‘Lorenzo’, i primi di ottobre, è addirittura diventata un ‘caso politico’, presa a cuore da un consigliere regionale che richiamava l’attenzione dell’assessore Barberini. Oggi, anche se in parte, la situazione sembra essersi risolta e la mamma di ‘Lorenzo’ è riuscita ad ottenere delle ore in più di assistenza domiciliare, ma i disagi per questa famiglia non sono ancora finiti.

Una strada disastrata «Da circa un mese – è tornata a raccontarci la mamma – abbiamo dovuto lasciare la casa in cui vivevamo, perché dato che era disposta su due piani, eravamo costretti a lasciare ‘Lorenzo’ nel salone. Capite bene che questo povero ragazzo non aveva più un minimo di privacy e in più il continuo via vai era anche pericoloso date le sue basse difese immunitarie. Ci siamo quindi trasferiti in una vecchia casa di famiglia, disposta in un unico piano e molto più funzionale per mio figlio».

Nuovi disagi Ma anche nella ‘nuova’ casa, non mancano le complicazioni. Per arrivare dove ‘Lorenzo’ e la sua famiglia vivono, si deve percorrere via del Rivo, svoltare in via Campitello e percorrerla fino alla fine, costeggiando la linea ferroviaria. Quando la via finisce, da una svolta a sinistra ha inizio la strada – anche questa senza uscita – in discesa, le è stato dato il nome di via del Larice, oggetto di questa storia. «La nostra casa, costruita negli anni ’80, si trova in questa strada pubblica completamente dissestata, con buche e con asfalto rattoppato a seguito di vari interventi effettuati negli anni per la rete elettrica e per quella idrica».

Uscire diventa un incubo Lo avevamo premesso, purtroppo nulla di nuovo perché strade così in città ce ne sono molte, «il problema però – ci spiega ancora la signora – inizia quando porto mio figlio, con la carrozzina, a fare una passeggiata davanti casa, a prendere un pochina d’aria e qualche caldo raggio di sole. Ogni volta che usciamo è un incubo: tra fare la gimkana tra le buche con la carrozzina e il suono ripetuto del macchinario al quale è collegato mio figlio, che ad ogni minimo urto va in allarme, diventa più uno strazio che un piacere». La mamma è disperata perché «quello è l’unico momento in cui riesco a vedere ancora mio figlio felice e non è giusto, non voglio che lui ci rinunci».

Le richieste di aiuto Di telefonate e di incontri per cercare di risolvere anche questo problema, la mamma di ‘Lorenzo’ ne ha fatti molti. «Prima di tutto sono andata alla circoscrizione vicino casa dove mi hanno detto di rivolgermi agli uffici del Comune. Una volta arrivata in Comune mi hanno spiegato che la competenza, per quel tipo di lavoro, era dell’Asm. Ma anche dall’Asm non sono riuscita ad ottenere nulla, almeno per ora. Capisco la burocrazia, capisco che ci sono dei tempi da rispettare, ma mio figlio ha ora la possibilità di uscire anche solo per qualche munito, la sua malattia peggiora di mese in mese e io non so per quanto ancora avrò la possibilità di fargli vedere la luce del sole. Purtroppo abbiamo bisogno di questo intervento ora».

Problema risolto Per capire qualcosa di più in merito a questa burocrazia, ci siamo messi anche noi in contatto con l’Asm. Abbiamo spiegato la situazione di questa famiglia chiedendo un sopralluogo. Dopo qualche ora la piacevolissima telefonata dagli uffici dell’Asm è arrivata: «Abbiamo effettuato un sopralluogo e parlato con la famiglia del ragazzo, il problema effettivamente è grande, come molti altri in città, ma situazioni come questa per noi hanno la priorità. Da lunedì 30 ottobre ci attiveremo per effettuare i lavori e rimettere a posto la strada». Tutto è bene quel che finisce bene, quindi. Sì, ma per ora, perché noi abbiamo una buona memoria e magari fra qualche giorno saremo curiosi di andare a vedere come procedono i lavori.

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