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Home » Perugia, gennaio nero: Tari aumenta del 10%

Perugia, gennaio nero: Tari aumenta del 10%

di Lucina Paternesi
15 Gennaio 2018
in Ambiente e salute, Attualità, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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Da nord a sud della provincia la bolletta aumenterà. Non solo quella dei rifiuti, ma anche luce e gas peseranno di più sulla spesa delle famiglie.

Aumento Tari Il nodo dei nodi, però, rimane quello dell’immondizia. Dopo la battaglia sugli extracosti, ancora aperta, gli investimenti fatti sugli impianti delle discariche, Pietramelina in primis e Borgogiglione, i cui interventi dovranno ancora aspettare tutto il 2018, gli oneri sono schizzati a quasi nove milioni di euro per i 24 comuni dell’ex Ati 2 serviti da Gest. E la stangata era dietro l’angolo. Era, perché dopo i conti fatti in seno all’assemblea Auri dei giorni scorsi, alla fine l’aumento che i contribuenti si troveranno a pagare sarà di ‘solo’ un 10% in media.

Poteva andare peggio, certo. Il conto che il gestore Gesenu aveva presentato era molto più salato e prevedeva di scaricare in bolletta l’intera partita degli extracosti, comprensivi anche del pendolarismo dei rifiuti che da mesi i camion effettuano verso gli impianti emiliani e, alla fine, anche marchigiani. Dunque se lo scorso anno, con buona pace dell’assessore all’ambiente Barelli, si era sbandierata ai quattro venti una diminuzione delle tariffe del 10% ecco che, per il 2018, la cifra tornerà in pari. Da Castiglione del Lago fino a Bettona, dove l’aumento previsto sarà tra i più alti, passando per Perugia e tutta la zona del Trasimeno, i costi aumenteranno.

«Margini accettabili» è stato il commento del presidente dell’Auri Cristian Betti, spiegando come, nel 2018, l’Umbria tornerà ad essere autonoma nella gestione dei rifiuti grazie anche all’attuale dotazione impiantistica, comprensiva di Belladanza e Casone che stanno per andare a regime. Sconti, invece, sono previsti per quei comuni con le più alte percentuali di raccolta differenziata e con i minori scarti nei rifiuti umidi.

Polemiche Ma c’è anche chi è pronto a dare battaglia in consiglio comunale. «Il presidente dell’Auri diche che si è riusciti a contenere l’aumento – afferma la capogruppo del Movimento 5 stelle Cristina Rosetti – ma che cosa vuol dire: che la Gest/Gesenu dà i numeri quando prepara i piani finanziari o piuttosto che, come accaduto in passato, prima si contiene l’aumento, tanto per andare incontro alla giunta di turno, e poi si batte cassa?! O, che abbiamo ulteriori tagli dei servizi? Inquietante che l’Auri nulla abbia contestato al gestore sui noti 20 milioni di euro per cui agisce la Corte dei Conti. E, intanto, sulle tariffe scaricano le loro inadeguatezze e inefficienze. In consiglio comunale e non solo sarà battaglia vera».

Non solo rifiuti Un gennaio nero, per quanto riguarda i servizi e le spese, per le tasche dei contribuenti. Oltre alla Tari, infatti, aumenti sono previsti anche per le tariffe di luce e gas, con un aggravio che, secondo l’Autorità per l’energia, si aggira sul +5,3% per quanto riguarda l’elettricità e +5% per quanto riguarda il gas. Con un doppio effetto negativo, secondo la Coldiretti, perché ridurrà il potere di acquisto di cittadini e famiglie e farà aumentare i costi delle imprese, soprattutto quelle del settore agroalimentare.

Comitato Rifiuti Zero «Tanto tuonò che piovve», commenta in una nota il Coordinamento regionale Umbria Rifiuti Zero. «L’Auri avalla l’aumento della Tari a Perugia. Alla fine è sempre così: le inefficienze, le inadeguatezze, le scelte infelici delle presunte professionalità che popolano le amministrazioni e le aziende partecipate sono sempre a carico del contribuente. Anche quando esistono esempi da copiare pari pari senza varianti e senza vergogna perché i modelli servono a questo. Anche quando è chiaro come il sole dove si andrà a parare, specialmente se si cerca di negare la realtà, come ha fatto questa amministrazione comunale appena insediata. Adesso non sarà dietro lo scudo dell’Auri che il Comune di Perugia potrà difendersi da una gestione a dir poco incompetente. A cominciare dalla nomina del presidente dopo il dimissionario Marconi, sarebbe stato ovvio aspettarsi, e noi ce lo aspettavamo, scegliere un presidente con specifiche competenze in tema di gestione rifiuti, invece è stato scelto un giurista in pensione. E pensare che tra le domande arrivate in risposta al bando pubblico per la ricerca di una professionalità adatta c’erano le figure giuste». Il Comitato conclude dicendo che «mentre la Corte dei Conti chiede milioni di danno erariale a Gesenu i cittadini sono costretti a subire un altro aumento della Tari, in pratica paghiamo noi la malagestione. Intanto l’iter per l’insediamento dell’Osservatorio sui rifiuti procede con la lentezza di una lumaca, non sia mai che fosse già operativo prima che si decidesse l’aumento, in ogni caso ad insediamento avvenuto, sarà un tema da affrontare».

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