Dopo le denunce – circa 400 – a cui si erano aggiunti vari sequestri e ‘fogli di via’ per i 15 organizzatori identificati, ora arrivano oltre 200 divieti di ritorno. È andata avanti nel corso di queste settimane l’attività della polizia di Stato di Terni rispetto al rave party organizzato a fine febbraio a Giove, in località Iana, a cui avevano partecipato numerosi giovani provenienti da tutta Italia. Riflettendo a posteriori, appare evidente il rischio sanitario legato ad un evento abusivo che si era svolto all’alba dell’inizio dell’emergenza Covid.
Il provvedimento
Le operazioni di sgombero del capannone e dell’area utilizzati, scattate lunedì 24 febbraio su disposizione del questore di Terni Roberto Massucci, avevano visto in campo i reparti della polizia e dei carabinieri. Ora la divisione anticrimine di via Antiochia, guidata dal primo dirigente Roberto Caffo, ha adottato il divieto di ritorno nel comune di Giove per oltre 200 persone: si tratta in quasi tutti i casi di giovani residenti fra Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, tutti con precedenti penali ed abituali frequentatori di rave party. «I provvedimenti disposti – spiegano dalla questura – mirano ad assicurare il massimo livello di prevenzione, scongiurando il rischio che possano ripetersi analoghe iniziative di massa in un comune che soltanto il 3 maggio scorso era ancora dichiarato ‘zona rossa’ in relazione all’emergenza sanitaria da coronavirus».