Terni, cadavere in casa per tre giorni e nessuno lo porta via

Tristezza e degrado in via Rosselli. L’uomo era morto sabato, la salma era stata ‘liberata’ ma poi nessuno se n’è più occupato

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Per tre giorni, morto nella sua abitazione – in un palazzo popolare di via Fratelli Rosselli – senza che nessuno si preoccupasse di portare via la sua salma. Accade purtroppo anche questo a Terni e il fatto è decisamente triste e degradante, sul piano umano ed anche – per i residenti dello stabile – igienico. L’uomo è il 44enne di origine serba che sabato mattina è stato trovato senza vita nell’appartamento posto al quarto piano. Sul posto erano intervenuti i vigili del fuoco, gli agenti della polizia Locale, gli operatori del 118. L’uomo, gravato da problemi di salute, era morto la mattina stessa e l’autorità giudiziaria, trattandosi di un decesso per cause naturali, aveva ‘liberato’ la salma mettendola a disposizione di chi potesse occuparsene, in particolare la convivente, per il successivo rito funebre. Solo che di quel cadavere – c’è da capire chi abbia dato il consenso a lasciarlo lì – nessuno si è più preoccupato e, complice il passare dei giorni e il caldo, la situazione è diventata pesante anche dal punto di vista dell’odore, nauseabondo, in ragione dell’avanzato stato di decomposizione. Tanto che martedì mattina il sindaco Leonardo Latini ha emesso un’ordinanza per procedere alla rimozione. Procedura che non è stata affatto semplice, viste le condizioni del corpo, e che ha richiesto l’intervento sul posto dei vigili urbani, oltre all’impresa funebre incaricata di eseguire il recupero. Una storia anche di degrado, insomma, per chi in quel palazzi ci vive e che si è ritrovato con le scale – ed anche l’ascensore, stante il tentativo messo in atto martedì, per il quale è poi servita una piattaforma di una ditta per traslochi – invase dai miasmi. Nel pomeriggio di martedì, in questo senso, è previsto l’intervento di sanificazione da parte di Asm. Impossibile poi non pensare a quel poveretto di cui, almeno dopo la morte, nessuno si è più curato.

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