di P.C.
Anche i ristoranti possono svolgere il servizio di mensa aziendale, facendo accomodare i clienti perfino in zona rossa. Questo è stato chiarito da diverse circolari ministeriali, recepite dalle varie prefetture. E molti locali, anche in Umbria, si stanno organizzando in tal senso, mettendo a disposizione dei moduli per gli avventori, attraverso i quali ciascuna ditta elenca il numero dei dipendenti autorizzati a mangiare usufruendo del servizio mensa. Ma con una avvertenza chiara: non sono autorizzati i titolari di Partita Iva.
SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON
La nota di Confcommercio
Su richiesta di Confcommercio Umbria, anche la Prefettura di Perugia ha fornito importanti chiarimenti, che confermano l’indirizzo già sostenuto da Fipe, per quanto riguarda il servizio di mensa aziendale da parte dei ristoratori. Con una recente circolare, la Prefettura di Perugia ha chiarito che le disposizioni in vigore, che consentono la continuazione del servizio di ristorazione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, concedono anche ai ristoranti la possibilità di stipulare contratti/convenzioni di somministrazione pasti con le ditte, a condizione che i servizi vengano erogati in via esclusiva ai dipendenti delle stesse.
IL CHIARIMENTO DI CONFCOMMERCIO UMBRIA
I contratti
I ristoratori dovranno avere cura di riportare per iscritto, in un apposito elenco, i nominativi dei lavoratori che usufruiscono del servizio. I contratti stipulati con le ditte dovranno essere esibiti alle forze dell’ordine in caso di controllo unitamente all’elenco dei nominativi dei dipendenti che usufruiranno del servizio. Il ristoratore ha la possibilità di stipulare convenzioni con più ditte, fermo restando che all’interno dei locali dovranno essere scrupolosamente rispettate le misure di contenimento del contagio previste per la ristorazione.
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Le regole da rispettare nei locali
Mantenimento della distanza personale di almeno un metro con un massimo di 4 persone per tavolo, fermo restando che non possono essere presenti all’interno del locale più clienti di quanti siano i posti a sedere, messa a disposizione di gel igienizzante per le mani, mascherine, predisposizione di un’adeguata informazione sulle misure di prevenzione tramite cartelli.
Il chiarimento di Confcommercio
«È espressamente esclusa – viene specificato nella nota – la possibilità che le medesime attività possano esser svolte anche nei confronti di un libero professionista (o di un titolare di partita IVA), in quanto in tal caso la fattispecie non sarebbe riconducibile alle attività di mensa o di catering continuativo, mancando un elemento imprescindibile di tali prestazioni, costituito dalla collettività». Per evitare fraintendimenti, Confcommercio consiglia di esporre un cartello all’ingresso del ristorante in cui si informa che il servizio è riservato esclusivamente ai dipendenti di aziende con le quali sono stati sottoscritti appositi contratti per il servizio mensa.
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