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Home » Tassa soggiorno Terni, si riaccende diatriba su destinazione fondi

Tassa soggiorno Terni, si riaccende diatriba su destinazione fondi

di Simone Francioli
23 Marzo 2021
in Altre notizie, Politica
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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di S.F.

Tutto liscio e veloce sulla determinazione per l’esercizio 2021 in merito all’Imu e all’addizionale comunale Irpef. Meno quando si è iniziato a trattare della tassa di soggiorno in vista dell’approvazione del bilancio di previsione 2021-2023: il via libera in III° commissione comunale arriva per tutti e tre gli atti ma, nell’ultima circostanza, la polemica politica non è mancata. Focus in particolar modo sulla destinazione dei fondi, quantificati in 200 mila euro per l’anno in corso.

MARZO 2018, ARRIVA LA TASSA DI SOGGIORNO
L’IMMEDIATO ‘NO’ DEGLI ALBERGATORI

Il dissesto, il blocco e la rideterminazione

Tutte le proposte di delibera – così si è esposto l’assessore al bilancio Orlando Masselli ricordando di ciò che avvenne tre anni fa – sono legate ai provvedimenti dell’ex commissario straordinario del Comune di Terni Antonino Cufolo, giunto a palazzo Spada dopo la dichiarazione di dissesto finanziario datata 1° marzo 2018: «Non possono essere rideterminate fino a quando non c’è la ‘cancellazione’ della massa passiva (è in arrivo la rideterminazione dopo le ammissioni dell’Osl registrate di recente, la cifra è destinata a salire e non di poco). Non c’è molto altro da dire. Ci muoviamo su un terreno normativo nel quale la discrezionalità dell’amministrazione non c’è». E così sarà su Imu e Irpef. La discussione è ben più lunga sul terzo passaggio.

LE TARIFFE COMPLETE
L’INTRODUZIONE DOPO IL DISSESTO

Il forte calo

Il titolare al bilancio – si parla della tassa di soggiorno – ha poi specificato che giocoforza si registra un forte calo a livello di entrare per via della pandemia: «Volevamo destinare i fondi al comparto turistico/ricettivo, purtroppo dobbiamo fare i conti con questo momento», ha aggiunto. Ed è a questo punto che si sviluppa il confronto perché Alessandro Gentiletti (Senso Civico), Federico Brizi (Lega) e Michele Rossi (Terni Civica) chiedono delucidazioni: «C’è un vincolo per la destinazione delle risorse?». Luca Simonetti (M5S) e Paola Pincardini (UpT) hanno invece posto domande sulle categorie intermedie delle strutture e le tariffe da applicare: «Sul sito sono complete, nel documento no», il problema posto dall’ex leghista. Anche in questa circostanza tutto deciso da Cufalo nel marzo 2018.

LO SCONTRO AL TAR UMBRIA

La dirigente: «Non c’è vincolo»

Ad ascoltare i vari interventi anche la dirigente alle attività finanzarie Grazia Marcucci e la Responsabile unica del procedimenti di alcuni atti – della Taric se ne parlerà più avanti – in discussione, Giulia Scosta: «Non c’è un vincolo – ha spiegato la prima – per legge. Ma l’ispirazione normativa della tassa era per una ricaduta positiva a livello turistico. Una parte viene destinata a ciò, per l’animazione’ sul territorio. In una situazione come quella del Comune di Terni è meno visibile rispetto ad altre realtà». Il resto viene speso per le spese correnti. Focus anche sul decreto Sostegni: «Il dl bollinato prevede l’istituzione di un fondo da 250 milioni a parziale ristoro dei mancati introiti. Dunque il legislatore, più che intervenire su esenzioni o modifica dell’aliquota, agisce a rimborso». In sostanza l’amministrazione può scegliere come spendere i soldi per la tassa di soggiorno.

La diatriba politica

Gentiletti ha poi spostato il tiro: «Viene destinata alla spesa corrente, quantomeno la maggior parte. Il dato politico è questo e lo giudico negativamente. C’è un’assenza di prospettiva nell’andare ad incentivare il turismo. L’amministrazione non usi i fondi solo per le opere pubbliche». Poi fioccano le richieste di avere i dati a disposizione: la Marcucci metterà a disposizione – nella prossima seduta si completerà il quadro – solo quello legato ai 200 mila euro previsti per il 2021: «Stiamo facendo verifiche per la chiusura del consuntivo e dobbiamo fare delle analisi». Quindi arriva la risposta di Masselli: «L’atto che stiamo votando è avulso dall’effetto che produce perché qualsiasi Comune deve approvare la determinazione del valore giornaliero della tassa di soggiorno, indipendemente se in quell’area c’è attività ricettiva per un giorno o un anno. Poi la considerazione sulla destinazione può essere fatta in fase di bilancio preventivo». Il presidente della commissione Brizi, incerto, chiede: «Volete votare o no?». Si farà.

Chiusura e via libera

Anche Lucia Dominici (capogruppo FI) ha deciso di intervenire dopo le parole del collega avvocato di Senso Civico: «Si prende sempre l’occasione di andare fuori tema. Si dovrebbe avere la decenza di stare zitti quando si devono far pagare ai cittadini imposte al massimo a causa del dissesto». Sulla stessa linea il capogruppo FdI Maurizio Cecconelli: «Questo atto doveva essere come i due precedent, c’era poco da dire. Forse abbiamo fatto un po’ di ‘colore’ e in questo modo non finiamo troppo presto. Stiamo solo applicando delle tariffe». Infine l’affondo di Simonetti: «Se l’amministrazione Latini ha deciso di far pagare il dissesto ai ternani è una sua scelta. Lo dico senza polemica». Semaforo verde con cinque voti favorevolie e, per ora, argomento chiuso.

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