Terni, tassa soggiorno: «No» degli albergatori

Federalberghi e Confcommercio esprimono preoccupazione per l’introduzione a Terni: «Si aggraverà la situazione del settore»

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La reazione non si è fatta attendere: a fronte dell’annuncio dell’introduzione a Terni della tassa di soggiorno, Federalberghi e Confcommercio dichiarano la loro netta contrarierà alla decisione, che avrebbe «pesanti ripercussioni negative sulla già precaria situazione dell’economia cittadina».

Contrarietà A parlare ufficialmente è una nota delle due associazioni di categoria, che esprimono forte preoccupazione rispetto all’applicazione dell’imposta prospettata dal commissario Antonino Cufalo in un incontro avvenuto martedì mattina. «Pur consapevoli del ruolo che si trova ad affrontare il commissario straordinario, chiamato ad amministrare nella condizione di dissesto dell’Ente – afferma Alessandra Guagliozzi, rappresentante di Federalberghi della provincia di Terni – esprimiamo la nostra assoluta contrarietà all’imposta di soggiorno, che riduce la competitività del sistema turistico locale. Il provvedimento aggraverà le difficoltà degli operatori del settore, riducendo la competitività dell’offerta ricettiva. L’imposta infatti disincentiva la permanenza sul territorio, soprattutto se non c’è una omogenea applicazione da parte dei comuni limitrofi».

Alta stagione alle porte Secondo Guagliozzi «l’applicazione dei massimi importi, prevista dalla normativa in caso di dissesto, seppur con principi di gradualità, esenzioni ed agevolazioni, porterà nel concreto all’adozione di una tariffazione fissa, molto articolata, conseguentemente poco comprensibile per il turista ed a volte anche iniqua» . L’applicazione dell’imposta di soggiorno a ridosso della stagione estiva, inoltre, «riverserebbe inevitabilmente l’onere sui gestori delle strutture ricettive, che non potranno richiedere ai clienti il pagamento di un prezzo superiore a quello contrattualmente già definito».

Altri problemi Considerando l’impatto delle altre imposte locali, in primis Imu e Tari, Federalberghi ritiene «sia doverosa una equilibrata ed equa distribuzione del carico fiscale, senza penalizzare ulteriormente la nostra città e gli operatori del settore ricettivo». «Sarebbe invece quanto mai urgente contrastare il dilagante fenomeno dell’abusivismo nel settore della ricettività extralberghiera – continua Guagliozzi -. Anche nella nostra città cresce il numero di appartamenti e bed and breakfast che, mediante la collaborazione con siti specializzati nell’ospitalità, lavorano senza le necessarie autorizzazioni. Se al sommerso si applicassero le stesse regole delle imprese ricettive, entrerebbero nelle casse del Comune quelle risorse che l’Ente vuole intercettare con l’imposta di soggiorno».

Le ricadute A parlare è anche il presidente di Confcommercio Terni, Stefano Lupi, presidente di Confcommercio Terni. «Sono stati profusi sforzi per sviluppare il turismo – commenta -, settore che nel comprensorio ternano, se supportato da idonee strategie ed azioni pubbliche e private, può diventare un fattore di sviluppo territoriale. L’introduzione dell’imposta di soggiorno – conclude – rischierebbe di vanificare molte delle iniziative intraprese, con danni diretti alle strutture ricettive e a ricaduta su altri settori, come pubblici esercizi, servizi e commercio».

Appello al nazionale Ma nonostante le osservazioni dei rappresentanti delle associazioni di categoria, durante l’incontro tra le parti il commissario Cufalo si sarebbe però mostrato determinato nell’introduzione della tassa, lasciando spiragli praticamente nulli di fronte alla richiesta di un nuovo confronto. Per palazzo Spada l’applicazione della tariffa è inevitabile per effetto della procedura di dissesto, ma Federalberghi annuncia che, tramite la federazione nazionale, verificherà se ci siano i margini normativi per evitare questo nuovo balzello.

Le tariffe Se così non fosse, la speranza è quella di poter trattare almeno sull’importo e sulla decorrenza, che dovrebbe essere di 60 giorni dalla pubblicazione della delibera, quindi a ridosso della stagione estiva. Ad impensierire sono soprattutto i costi che dovranno essere sostenuti dei clienti dei 3 e 4 stelle, le categorie più diffuse in città tra le strutture ricettive, che andranno a pagare rispettivamente 3 e 4 euro. Un importo ritenuto rilevante dagli albergatori, soprattutto in un contesto già difficile per il turismo locale.

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