Terni, tassa soggiorno: ecco quanto si paga

C’è la firma del commissario straordinario Antonino Cufalo: sarà applicata da giugno e servirà a finanziare interventi per il turismo

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La firma – doppia, delibera di consiglio prima e di giunta poi – del commissario straordinario Antonino Cufalo è arrivata giovedì mattina. L’istituzione della tassa di soggiorno a Terni è realtà: il Comune ha approvato l’atto e il regolamento che determina l’applicazione della tariffa massima dopo la dichiarazione dello stato di dissesto. Sarà applicata da giugno.

Turisti alla Cascata delle Marmore

IL ‘NO’ DEGLI ALBERGATORI ALLA TASSA DI SOGGIORNO

Prima la delibera di consiglio Cufalo e i subcommissari hanno deliberato dopo aver incontrato – con loro anche la dirigente Stefania Finocchio, il segretario generale Giuseppe Aronica e il funzionario Renato Bertocco – martedì mattina rappresentanti di Confindustria Umbria, Confesercenti Terni, Confagricoltura Terni, Coldiretti Terni, Federalberghi Umbria e Confcommercio, vale a dire le associazioni delle strutture ricettive. Nel primo atto – competenza consiglio comunale – sono state approvate le tariffe da regolamento comunale: da cinquanta centesimi a due euro e cinquanta. Poi la rimodulazione con la successiva – competenza di giunta – firma con l’aumento alla tariffa massima.

ISTITUITA LA TASSA DI SOGGIORNO: L’ATTO DI GIUNTA E LA TABELLA CON GLI IMPORTI

Piediluco

Gli importi Tassa massima – per notte – per gli hotel a cinque stelle (5 euro); poi diminuzione di 1 euro in corrispondenza delle stelle della struttura ricettiva. Stesso discorso per gli agriturismi: dai 5 euro per i ‘5 spighe’ al singolo euro per ‘1 spiga’. Due euro per Bed & breakfast e case vacanza, 1 euro per campeggi, affittacamere, ostelli e case religiose di ospitalità. Per tutte le altre strutture ricettive la tassa di soggiorno è di due euro. 

IL REGOLAMENTO E GLI INTERVENTI DELLE ASSOCIAZIONI

L’utilizzo per il turismo L’ingresso economico derivante dalla tassa di soggiorno è destinato, viene specificato nell’atto, «a finanziare interventi in materia di turismo, compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive; nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali territoriali, oltre che i relativi servizi pubblici locali». L’imposta di soggiorno sarà applicata a partire dal 61° giorno – giugno, dunque – all’esecutività della delibera.

Le tariffe più alte

L’impatto negativo Come detto la firma è arrivata post riunione di martedì con le associazioni di settore. Coldiretti ha specificato che «il provvedimento avrà un impatto negativo sul territorio e ne evidenzia le caratteristiche di imposta di scopo per cui il relativo gettito deve essere preferibilmente destinato a finanziareinterventi a sostegno delle strutture ricettive».

Cascata, Piediluco e sport L’intervento di Federalberghi ha puntato in particolar modo sulle criticità legate alla Cascata delle Marmore e al mondo sportivo: «C’è la necessità di contrastare il fenomeno dell’abusivismo nel settore della ricettività extralberghiera; che il turismo legato alla Cascata delle Marmore, confinante con altri Comuni, si sposterà in territori nei quali l’imposta non è prevista; che inciderà negativamente sui pacchetti turistici già confezionati; ci saranno ripercussioni negative anche sul turismo sportivo, caratteristico del territorio ternano, in particolare per il canottaggio a Piediluco, che pretende già di per sé tariffe basse».

Antonino Cufalo

Disomogeneità territoriale e carico fiscale Ed è sempre Federalberghi ad aver sottolineato «la disomogeneità territoriale nell’adozione», auspicando «limitazioni nella durata ed esenzioni soprattutto per il turismo sportivo. Questo contributo deve estendersi anche al monitoraggio degli effetti dell’imposta. Occorre evitare che l’imposta sia applicata in modo iniquo e disincentivante. Fondamentale è l’apporto conoscitivo delle associazioni. È poi necessario riflettere sul carico fiscale complessivo gravante sulle imprese ricettive, aggravato dallo stato di dissesto». Cufalo a questo punto ha ribadito che sono previste esenzioni e riduzioni nel regolamento attuativo.

Terni

Federturismo/Confindustria e le mancanze Confesercenti, sulla scia di Coldiretti, ha richiamato l’attenzione sul «profilo della destinazione degli introiti per interventi in materia di turismo e richiama la necessità di sincronia con altri tavoli istituzionali aperti sul tema». Federturismo/Confindustria, contraria al provvedimento, ha sottolineato «le peculiarità del turismo umbro, caratterizzato da permanenze brevi (non più di 3 giorni), da un turismo che viaggia a due velocità (Perugia-Terni) e vede Terni penalizzata con aziende che sono marginali, evidenziando anche la mancanza di serie politiche di marketing territoriale. Chiede che venga considerato un trattamento favorevole per il turismo business o commerciale, che fa registrare notevoli presenze a Terni. Sottolinea con forza la necessità di contrastare decisamente il fenomeno del sommerso e dell’abusivismo nel settore della ricettività extralberghiera». A rappresentare le associazioni c’erano Alberto Cari (Confindustria Umbria), Daniele Stellati (Confesercenti Terni), Laura Calabresi (Confagricoltura Terni), Paolo Sorci (Coldiretti), Marco Bizzoni, Alessandra Guagliozzi (Federalberghi Umbria) e Maria Bruna Fabbri di Confcommercio. 

Michele Medori, direttore di Confartigianato Imprese Terni

«Un problema da trasformare in opportunità» Anche Confartigianato Terni, con una nota di venerdì pomeriggio, commenta l’introduzione dell’imposta: «Confartigianato Terni prende atto della decisione del commissario del Comune di Terni di introdurre la tassa di Soggiorno, nel quadro delle conseguenze della situazione di dissesto dell’Ente. Di fronte alla dimensione problematica dell’intervento, l’associazione non intende aggiungere valutazioni, che possono avere una la loro validità, ma che rischiano di restare su un piano generico e di essere scarsamente utili alle categorie di imprese rappresentate, come quelle sui rischi di un effetto combinato e amplificato degli incrementi impositivi sulle imprese del settore. Più concretamente Confartigianato Terni, proprio per evitare che l’introduzione della nuova tassa si risolva in un arretramento del settore turistico, ritiene che debba costituire occasione di ripensamento e rilancio dell’intera ‘politica turistica’ territoriale».

Le proposte Confartigianato propone sei punti: «Introiti della tassa vincolati alla promozione turistica del territorio e al rilancio del decoro del centro storico e dei borghi, almeno fino a quando su questo ultimo tema saremo costretti ad affrontare le situazioni emergenziali che sono sotto gli occhi di tutti e che, se non risolte, trasformerebbero gli investimenti in promozione in investimenti negativi; monitoraggio del totale delle risorse disponibili per scongiurare eventuali effetti sostitutivi, che finiscano per ridurre o non aumentare il complesso delle risorse per la promozione del territorio; programmazione di qualità perché non basta, seppur apprezzabile, attività di produzione di video promozionali e di utilizzo di testimonial noti; occorrono interventi di alto profilo coinvolgenti l’intera fascia territoriale dell’Umbria meridionale secondo una narrazione omogenea e le leve del turismo esperienziale, con particolare riferimento all’enogastronomia; politica degli eventi perché continua a mancare una politica complessiva degli eventi, senza contare che la prevista interruzione della pratica delle co-organizzazioni da parte del Comune avrà nei prossimi mesi un impatto negativo, che va assorbito; continuano a mancare iniziative concrete riguardo l’attrattività nei confronti del mercato romano; occorre maggiore diffusione della cultura e della pratica digitale. In questo settore, inoltre, occorre senza furbizie o ipocrisie tenere presenti anche le interconnessioni della ben più ampia e complessa problematica ambientale della conca ternana». Il direttore di Confartigianato Terni, Michele Medori, evidenzia come «sia deprimente constatare che i casi di successo di promozione turistica territoriale di grande impatto, soprattutto all’estero, hanno quasi sempre fatto fulcro su agili e concrete piattaforme pubblico-private, in confronto alle quali appare urgente ripensare profondamente strutture locali come il Dit. Con spirito collaborativo, sui temi sopra esposti, l’associazione ha inviato un documento all’amministrazione comunale quale contributo alla soluzione delle problematiche emerse».

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