di S.F.
Da una residenza protetta per 60 anziani non autosufficienti da oltre 2.400 metri quadrati con tanto di delibera consiliare a febbraio 2021 per la destinazione d’uso – serviva una precisazione in tal senso – in attrezzature socio sanitarie a cinque unità residenziali con giardino privato. Dal 2 agosto in via Radice, a pochi passi dal cimitero monumentale e dal comando provinciale dei carabinieri di Terni, la Ponteggia Housing è entrata in azione per una generale riqualificazione dell’area. Ma è tutt’altra storia rispetto al progetto previsto in un primo momento passata per la conferenza di servizi decisoria tra modifiche e varie integrazioni.
Terni, nuova residenza protetta per anziani da 60 posti: il progetto

Il passo indietro
Il tema era arrivato anche in consiglio comunale perché la zona – è di proprietà della società – era destinata ad aree per attrezzature di interesse e il 22 febbraio scorso giunse l’ok dell’assise per il fabbricato socio sanitario con 92 posti auto, le opere di urbanizzazione, la sistemazione di una zona verde con camminamenti pedonali, la pista ciclabile e arredi urbani. Un maxi progetto utile appunto per una residenza privata per anziani. Peccato che la storia si sia sviluppata in un modo diverso. D’altronde basta dare un’occhiata al cartello di cantiere posizionato ad agosto per rendersene conto: ora si parla di una ristrutturazione edilizia (in precedenza c’erano dei ruderi) con data contrattuale di fine opere fissata al 15 giugno 2022. In questo caso i metri quadrati complessivi sono circa 600 da ciò che si apprende dalla Ponteggia, contattata da umbriaOn per maggiori delucidazioni sul tema.
Residenza protetta via Radice Terni, Regione dà ok. Palla al consiglio
Si fa altro
Dal 2 agosto la società si è attivata per – in estrema sintesi – la realizzazione di cinque unità abitative ad un solo piano con tanto di giardino. Dunque nessuna cessione di parte del verde pubblico al Comune né tantomeno realizzazione della pista ciclabile vicino la linea ferroviaria, piantumazione di 71 alberi ad alto/medio fusto e posteggi per le biciclette. Ma come mai questo dietrofront con permesso di costruire successivo su tutt’altro progetto? A quanto pare ci sarebbero stati dei problemi con la chiusura del cerchio sul piano attuativo per l’intervento di edilizia diretto, anche se il relativo schema di convenzione era già pronto ad aprile e l’autorizzazione Suap ormai perfezionata. Saltano così anche i servizi medici, fisioterapici, riabilitativi e gli studi medici previsti nella struttura. C’era anche l’ok a livello regionale. Si continua in altro modo.





