Avrebbe dovuto abbracciarlo il 23 settembre, come deciso dal tribunale. Invece, Norbert Juhás rivedrà il suo piccolo Alex, il piccolo ucciso a coltellate a Po’ Bandino, nella giornata martedì per essere sentito dai magistrati che indagano su questo caso assurdo, di cui parlano tutti i giornali nazionali e internazionali.
Lo strazio del padre
Continua a non darsi pace perché in Ungheria hanno sottovalutato le sue denunce sulle minacce della sua ex compagna – Katalina Bradacs, spogliarellista ungherese con cui aveva avuto una relazione – che, stando alle prove raccolte fin qui, avrebbe accoltellato a morte il piccolino, inviando foto del corpo agonizzante a diversi contatti in rubrica, prima di depositarlo sul rullo della cassa di un supermercato di Po’ Bandino, nel pievese.
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La visita del cappellano
Proprio la decisione del tribunale avrebbe innescato la furia omicida. La mamma temeva di non vedere più il piccolo: «Non mi riconoscerà più», si lamentava in uno degli ultimi messaggi inviati all’uomo. In carcere, a Capanne, è andato a trovarla anche il cappellano, Padre Francesco Bonucci. Ma nemmeno con lui si è confidata. La donna è in isolamento Covid: in una cella singola. Dopo il secondo tampone dovrebbe lasciare l’isolamento.
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