Offese all’avvocato della donna arrestata per l’omicidio del figlio: «Attacchi deprecabili»

L’Ordine di Perugia insorge: «Persone che parlano senza cognizione di causa»

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L’avvocato Enrico Renzoni, difensore d’ufficio di Katalin Bradács, la 44enne ungherese arrestata perché avrebbe ucciso il figlio di 2 anni, Alex, a coltellate a Città della Pieve, è finito nel tritacarne rappresentato dai commenti postati sui social. Un fatto non nuovo, purtroppo, in situazioni non diverse. Basti pensare ai precedenti di Terni, in tempi relativamente recenti. Quello relativo – era l’agosto del 2018 – al difensore della donna che aveva dato alla luce il figlio, abbandonandolo nel parcheggio di un supermercato dove era poi morto. E quello riguardante l’avvocato – era il luglio del 2020 – che difende il ternano accusato di aver ceduto metadone ai due adolescenti morti nel sonno.

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«Solidarietà e vicinanza»

Il fatto ha portato l’Ordine degli avvocati di Perugia, presieduto da Stefano Tentori Montalto, ad intervenire in maniera netta: «Preso atto dei commenti altamente offensivi e diffamatori rilasciati da diversi utenti – scrive il consiglio dell’Ordine in una nota – in calce ad alcuni articoli pubblicati online da testate giornalistiche locali e rivolti ad un proprio iscritto, ‘colpevole’ solo di aver adempiuto al proprio ruolo difensivo (peraltro come difensore di ufficio), costituzionalmente previsto e garantito, esprime la piena solidarietà e vicinanza al collega Enrico Renzoni per essere stato vittima dei predetti attacchi, ingiustificati quanto deprecabili. Simili biasimevoli atteggiamenti ledono non solo l’immagine del collega in questione, ma dell’avvocatura tutta: non può in alcun modo legittimarsi tale linciaggio mediatico solo perché il collega è stato chiamato a difendere una persona accusata di aver commesso un delitto, seppur efferato».

«Ignorato il ruolo sociale dell’avvocatura»

«Troppo spesso, ed in special modo in casi che assumono contorni mediatici – prosegue l’Ordine degli avvocati di Perugia -, si assiste ad uno svilimento del ruolo dell’avvocatura e della sua nobile funzione costituzionalmente sancita, spesso immedesimando il difensore nel proprio assistito, senza alcuna considerazione del ruolo sociale della classe forense: il ruolo che ogni avvocato è chiamato a svolgere costituisce un presidio al diritto di difesa di ogni cittadino, contro ogni sorta di potere arbitrario ed illegittimo. Inoltre il compito garantito dal difensore di ufficio è la massima espressione del ruolo costituzionalmente attribuito alla difesa, integrando per gli avvocati una ulteriore responsabilità sociale ovvero la necessità di farsi garanti del corretto funzionamento del procedimento penale.

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«Persone che parlano senza alcuna cognizione di causa»

Il consiglio dell’Ordine degli avvocati di Perugia «censura in radice siffatte esternazioni, figlie di una logica ‘di pancia’ e forcaiola, che appaiono provenire da persone che parlano senza alcuna cognizione di causa e che non comprendono l’effettiva portata del diritto di difesa: un diritto di cui, evidentemente, qualora risultassero indagati in un procedimento penale, mai vorrebbero essere privati. Si ribadisce pertanto il senso unitario della funzione sociale dell’avvocatura, quale baluardo costituzionale posto a presidio del giusto processo, in cui ogni cittadino è uguale a tutti gli altri dinanzi alla legge e, come tale, merita di essere difeso secondo le regole processuali previste dalla legge stessa; tale compito è garantito dall’avvocatura, che svolge una funzione tecnica a garanzia di tutti e per il bene comune di una società democraticamente evoluta e garantista».

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