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Home » Terni, contrasto alla violenza di genere: la San Martino manda ko il Comune al Tar

Terni, contrasto alla violenza di genere: la San Martino manda ko il Comune al Tar

di Simone Francioli
27 Novembre 2024
in Altre notizie
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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di S.F.

Bando per il sistema integrato dei servizi di contrasto alla violenza di genere, il Comune di Terni va ko al Tar. Il tribunale ha accolto il ricorso dell’associazione San Martino impresa sociale dopo l’aggiudicazione a favore della Be Free di Roma. Questione di offerte ed ostensione.

AGOSTO 2024, L’AGGIUDICAZIONE DELL’APPALTO A BEFREE

La sede della San Martino

In sostanza la ricorrente si è mossa per la mancata integrale ostensione dell’offerta tecnica dell’aggiudicatario (l’Rti con Be Free e associazione Libera…Mente Donna). Il bando aveva un valore complessivo di poco superiore ai 540 mila euro. Il via libera della dirigente al welfare Donatella Accardo è stato firmato con la determina del 30 luglio. Poi i problemi sulla richiesta di accesso agli atti. Gli avvocati coinvolti sono Pietro Laffranco (San Martino), Paolo Gennari (Comune), Aurora Donato e Giulia Alberto (Be Free).

L’ANNULLAMENTO DELLA PRIMA GARA A MAGGIO

Il Tar Umbria

La San Martino ha più volte chiesto i documenti. Poi il ricorso del 22 agosto perché la ricorrente «ha lamentato di aver ricevuto dall’amministrazione l’offerta tecnica del RTI aggiudicatario in versione pressoché totalmente oscurata».  La parte ha rappresentato la necessità di ottenere l’integrale ostensione dell’offerta avversaria ai fini dell’esercizio del proprio diritto alla difesa, non essendo possibile, in mancanza, articolare motivi di gravame avverso l’aggiudicazione, se non nella forma generica e inammissibile del c.d. ‘ricorso al buio’».

Palazzo Spada

Per il Comune il «parziale oscuramento dell’offerta dell’aggiudicatario sarebbe legittimo, essendo stato ritenuto dall’amministrazione, sulla base di quanto esposto dal RTI Be Free nella propria opposizione all’accesso, che le informazioni contenute nella documentazione presentata in gara avessero un valore commerciale non limitato all’appalto, per cui la loro divulgazione avrebbe potuto pregiudicare l’operatore». Il Tar nel giudizio, in primis, ricorda che è «incontestato che la ricorrente non abbia ottenuto l’integrale ostensione dell’offerta tecnica avversaria». Di mezzo presunti segreti tecnici e commerciali.

In Comune qualcosa non è andato nel verso giusto e il Tar spiega perché: «Le ragioni pur diffusamente esposte dal RTI Be Free a sostegno dell’opposizione all’accesso alla propria offerta tecnica non sono state debitamente vagliate dall’amministrazione, che si è limitata a recepirle acriticamente in toto, senza alcuna motivazione. Tali allegazioni non sono comunque idonee a comprovare che, nel caso di specie, sussistessero effettivamente ‘segreti tecnici o commerciali’, e ciò in quanto l’operatore non ha dimostrato, producendo dati o elementi tecnici specifici, la sussistenza tali segreti, ma si è limitato ad affermazioni generiche e apodittiche e, per di più, riferite indiscriminatamente al contenuto pressoché totale della propria offerta».

Anche perché non – scrive il Tar – essere «segreti, in linea di principio e in assenza di specifici elementi di prova, i dati attinenti all’organizzazione di un servizio destinato al pubblico». Risultato: ricorso accolto. Dichiarato illegittimo il diniego parziale di accesso impugnato. Ora il Comune, entro dieci giorni, dovrà mettere a disposizione della San Martino l’offerta tecnica completa. Per palazzo Spada ci sono da pagare anche 2 mila euro di spese di giudizio.

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