A circa undici anni dall’operazione coordinata dalla procura di Terni – con tanto di perquisizioni e sequestri da parte dei Forestali – e circa otto dalle richieste di rinvio a giudizio, si chiude la vicenda giudiziaria legata alla gestione del canile comunale di Colleluna, a Terni. In tutto questo tempo, il processo ha perso gran parte della propria sostanza in ragione dell’intervenuta prescrizione che ha riguardato undici indagati – usciti di scena – ma pure i tre imputati rimasti che si sono visti via via ridurre le contestazioni.
Sull’ultima accusa rimasta in piedi, quella di riciclaggio per aver sostituito il microchip ad un cane ritenuto oggettto di furto, il tribunale di Terni in composizione collegiale – presidente Biancamaria Bertan – si è espresso martedì mattina. Ed ha assolto gli ultimi tre imputati – la presidente dell’associazione Grandi Amici, Silvia Festuccia, un veterinario ed il proprietario del cane in questione – perché ‘il fatto non sussiste’.
A chiedere le assoluzioni era stata la stessa accusa, oltre ovvimente alle difese dei tre rappresentate dagli avvocati Francesco Mattiangeli per Festuccia ed il veterinario, e l’avvocato Roberto Romani per il proprietario del cane. Una vicenda giudiziaria, quella del canile di Colleluna, che negli anni ha visto coinvolti anche funzionari comunali e responsabili di cooperative. «Non è solo il tempo ad aver ridimensionato le accuse – afferma l’avvocato Mattiangeli – ma proprio l’infondatezza delle stesse che abbiamo fatto emergere in modo incontrovertibile, fino alle assoluzioni di martedì mattina. C’è sicuramente soddisfazione per l’esito finale. Meglio tardi che mai».