Terni, canile Colleluna: quattordici indagati

Il pm Tullio Cicoria ha notificato gli avvisi di conclusione indagini. Ipotizzati danni per migliaia di euro per le casse comunali

Condividi questo articolo su

di Fabio Toni

Il sostituto procuratore Tullio Cicoria ha chiuso le indagini relative alle attività condotte all’interno canile di Colleluna e i numeri parlano di quattordici persone indagate a vario titolo per reati che vanno dalla truffa all’abuso d’ufficio, dall’esercizio abusivo della professione di veterinario al riciclaggio, dal falso all’inadempimento di contratti per pubbliche forniture. Le contestazioni mosse dalla procura di Terni sono condensate nelle otto pagine inviate ai legali difensori dei quattordici.

Indagine Le indagini, partite in seguito ad alcuni esposti, erano emerse un anno fa in seguito al blitz eseguito dagli agenti del nucleo investigativo di Terni del Corpo forestale dello Stato, su ordine del pm Francesco Novarese, che aveva portato anche al sequestro cautelativo di alcuni animali.

Indagati Fra gli indagati figurano rappresentanti di associazioni animaliste, un funzionario e un dirigente comunale, responsabili ed ex della struttura di Colleluna, il presidente di una cooperativa sociale, il titolare di una pensione per cani, un veterinario e altri soggetti impegnati come volontari.

Comune ‘danneggiato’ Diversi i fatti finiti sotto la lente degli inquirenti: per la Procura a partire dal 2011 circa cinquanta cani di proprietà di privati cittadini sarebbero stati ospitati nel canile a spese del Comune, con un danno per le casse pubbliche di circa 1.300 euro l’anno per ciascun animale. E non solo. Fra il 2012 e il 2014 ben 184 cani sarebbero stati ‘dirottati’ in una pensione per animali, nonostante a Colleluna ci fosse spazio, causando così un ingiusto vantaggio – quantificato in 230 mila euro – al titolare dell’attività e un danno equivalente al Comune.

Altre contestazioni Per il pm Cicoria, inoltre, due volontari avrebbero somministrato farmaci agli ‘ospiti’ della struttura, anche con iniezioni di insulina, pur non essendo veterinari. Altre violazioni sono relative alle pratiche di adozione, ostacolate – l’accusa è di abuso d’ufficio e riguarda sei persone – nel caso di un cane destinato alla Germania oppure omesse in altri casi, fino alla sostituzione di un microchip per ostacolare l’identificazione di un animale.

Le difese Ora gli indagati avranno venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti relativi ad indagini difensive o presentarsi direttamente per chiarire la propria posizione. All’avviso di conclusione delle indagini preliminari faranno poi seguito le richieste di rinvio a giudizio da parte del pm Cicoria.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli