Accordo sanità, la Fials: «Noi esclusi, pronti a denunciare»

Il segretario Bruni contro l’intesa tra Cgil, Cisl, Uil e la Regione sulla tutela del personale sanitario. «Attività antisindacale»

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di Mario Bruni
Segretario regionale Fials (Federazione italiana autonoma lavoratori sanità)

Cgil, Cisl e Uil hanno dichiarato di avere firmato una intesa con la presidente della giunta regionale Tesei circa le misure da assumere per la tutela del personale sanitario nella lotta al coronavirus. Intesa che, a nostro parere disconosce ed azzera il tavolo di confronto aperto con l’assessorato alla sanità con tutte le organizzazioni sindacali dequalificando pesantemente tutti i dirigenti regionali allo scopo preposti e che oltretutto si configura come una vera attività antisindacale in quanto esclude la rappresentanza di una gran parte del mondo del lavoro in sanità.

Insomma una ripetizione di una scena vecchia andata in onda nella gestione della prima pandemia quando le stesse confederazioni firmarono un accordo capestro con la presidente che fu poi fortemente rivisto dalle altre organizzazioni sindacali che quanto richiesto dai confederali è illegittimo. Nessuna emergenza può superare, in tema di concorsi, le relative disposizioni di legge in materia. Concorsopoli insegna, aggiungiamo noi, pronti alla relativa denuncia alle autorità giudiziarie competenti.

Per non parlare del lato economico. In piena fase pandemica e con il relativo ulteriore vuoto di organico che si è determinato, la regione non ha messo in campo ancora alcuna risorsa premiante per il personale che sta vivendo situazioni drammatiche individuali e familiari quali, nessuna notizia sulla liquidazione dell’indennità infettiva con tutti gli arretrati prevista dal vecchio accordo, nulla si è fatto per il ripristino della premialità Covid da erogarsi certamente con nuovi criteri e per periodi temporali meglio identificati.

Pagamento degli straordinari maturati con rito di urgenza ancora inevasi nonostante i sacrifici dei dipendenti. Riproposizione dei criteri di mobilità del personale tra presidi ospedalieri che deve tenere conto delle professionalità acquisite nonché delle esigenze professionali dei territori dei territori a partire da un uso corretto da quelle formate per la emergenza-urgenza. Queste alcune priorità. Basta con chiacchiere o accordi al ribasso per una presunta egemonia. La Regione convochi tutti i sindacati e firmi una intesa dignitosa per i suoi dipendenti costretti oggi come mai a vere sofferenze nei luoghi di lavoro.

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