di S.F.
Cinque atti depositati al Tar Umbria dal 23 agosto. Una della ricorrente, Acea Ambiente srl, tre da parte dei resistenti e l’ultimo da un controinteressato: è pronta a riaccendersi dopo mesi la partita di Acea su Terni per l’inceneritore di via Ratini 23, a Maratta Bassa. Sì, perché tra poco più di un mese c’è l’udienza pubblica fissata dal Tribunale amministrativo regionale in merito al ricorso della multiutility romana: l’obiettivo, come noto, è l’estensione delle tipologie di rifiuti non pericoloso da avviare a recupero energetico nell’impianto.
ACEA NON MOLLA PER L’INCENERITORE
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‘Resa dei conti’ vicina
Acea ha impugnato a fine 2021 la delibera di giunta regionale del 29 settembre che, in estrema sintesi, ha dato un giudizio non favorevole di compatibilità ambientale per la richiesta del gruppo romano. All’appuntamento del 4 ottobre al Tar si arriva a dieci mesi dal no all’istanza cautelare: «Ritenuto, ad una sommaria delibazione, l’insussistenza di qualsivoglia pregiudizio grave ed irreparabile a carico della ricorrente, nelle more dell’aggiornamento del Piano regionale di gestione integrata dei rifiuti, di prossima approvazione, il Tribunale amministrativo regionale respinge la domanda», fu specificato.
ISTANZA CAUTELARE, IL TAR STOPPA ACEA

Gli enti coinvolti
Tirata in ballo in primis la Regione Umbria, difesa nel giudizio dall’avvocato Luciano Ricci. Con lui anche Paolo Gennari e Francesco Silvi (Comune), mentre ne sono rimasti fuori – al momento – Comune di Narni, Provincia di Perugia e Usl Umbria 2. Si vedrà. Il nodo centrale è chiaro, l’aggiornamento – preadottato – del piano regionale rifiuti, ora nella fase della consultazione pubblica. A difendere Acea c’è l’avvocato Pasquale Cristiano.