Acea ‘punta’ il nuovo inceneritore: pioggia di osservazioni sul piano rifiuti, dubbi sui tempi

Lo scambio con il servizio regionale emerge dal documento finale di valutazione in conferenza Vas: mirino su aree, rifiuti speciali e gestione transitoria

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di S.F.

Acea interessata al nuovo impianto di termovalorizzazione da mettere in esercizio per il 2028. Scontato e banale pensarlo – d’altronde non molti privati possono permettersi un’operazione del genere in Italia – ma ora, andand a leggere la relazione tecnica della conferenza Vas che dà il via libera alla proposta del nuovo piano rifiuti, diventa una certezza: sono ben undici le osservazioni della multiutility e, in gran parte, riguardano proprio il futuro termovalorizzatore. Il gruppo romano solleva dubbi sulle tempistiche.

LE OSSERVAZIONI DEL COMUNE DI TERNI: «TOGLIERE STRONCONE DA AREE IDONEE»

L’impianto ternano di Acea

Acea: scorie, costi e richieste

Il primo punto riguarda la fase a regime del termovalorizzatore previsto in pianificazione: «Per il computo – il giudizio di Acea come si legge nella relazione – dell’utilizzo delle discariche, è stato considerato che per il 90% le scorie verranno recuperate ai fini del recupero di metalli e della produzione di aggregati artificiali mentre il restante 10% sarà conferito in discarica. Acea propone, in primo luogo, la valutazione di una differente ripartizione delle percentuali circa le scorie da allocare in discarica nonché la valutazione, in termini di costi di gestione e trattamento, della circostanza per cui tale tipologia di rifiuti debba essere classificata quale rifiuto pericoloso». Secondo tema, la stima dei costi. La multiutility pone una questione anche in questo caso: «La bozza di piano differenzia tra costi di gestione e costi di realizzazione dell’impianto. In considerazione del quantitativo massimo dei rifiuti che si intende autorizzare e, in secondo luogo, della circostanza per cui (come da piano) ‘l’affidamento della gestione dell’impianto non prevede obblighi minimi di conferimento di rifiuti da trattare’, riteniamo che, sia l’importo lavori previsto, sia la tariffa al cancello (la quale deve, come riportato, coprire l’investimento) debbano essere considerati allo stato attuale solo delle stime di massima.  Si chiede inoltre di chiarire se nei costi previsti di accesso al cancello sono presenti (e dove) quelli relativi al trasporto». In quest’ultimo caso il servizio regionale interessato ha risposto che «l’psservazione non è pertinente ai fini del procedimento di valutazione ambientale». Sarà una replica molto presente nel documento finale per la decisione. D’altronde molti enti – di fatto tutti o quasi – hanno scritto a chiare lettere che non vogliono il termovalorizzatore nel loro territorio.

IL NUOVO PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI

Le aree idonee (in bianco) per impianti di termovalorizzazione

La localizzazione: Acea e le aree boscate. Regione accoglie

Mirino inoltre anche sull’elenco dei criteri di localizzazione: nell’osservazione Acea si legge che «tra tali criteri escludenti sono annoverate le ‘aree boscate’. Su tale punto, in linea con quanto previsto in alcune Regioni limitrofe all’Umbria, e anche nella stessa Umbria per altre attività industriali, Acea propone di rivalutare il criterio rendendolo ‘penalizzante’ a fronte della realizzazione di opere di compensazione/mitigazione da parte del gestore dell’impianto nei casi in cui, nell’area interessata, sia già presente e operante un impianto di trattamento/smaltimento, con conseguente classificazione industriale anche dal punto di vista urbanistico. Tale criterio rimarrebbe dunque ‘escludente’ solamente nel caso di realizzazione di nuove istallazioni. Per la Regione «la proposta è accoglibile nell’ottica di contenere il consumo di suolo, pertanto limitatamente all’ampliamento, senza soluzione di continuità, di discariche esistenti».

LA RELAZIONE TECNICA DA 169 PAGINE PER IL PARERE FAVOREVOLE VAS

Fabrizio Palermo, neo numero uno di Acea

L’autosufficienza e la provenienza dei rifiuti speciali 

Più che dettagliata la posizione di Acea sui vari aspetti: la società evidenzia che «la circostanza per cui presso l’impianto possano essere conferiti rifiuti speciali di provenienza esclusivamente regionale potrebbe rendere difficoltoso il raggiungimento della saturazione dell’impianto in termini di quantitativi dei rifiuti termovalorizzabili; la previsione del raggiungimento del limite inferiore del range previsto dalle Bat conclusion di riferimento risulta eccessivamente oneroso anche in considerazione dei quantitativi massimi previsti (160.000 t/anno)». Quindi? C’è la proposta di inserire nel piano la «previsione per cui, presso l’impianto di termovalorizzazione, possano essere conferiti rifiuti speciali prodotti in territori extraregionali al fine di poterlo saturare nel caso in cui i quantitativi di rifiuti regionali non riescano a garantire tale condizione e di revisionare l’applicazione delle norme sulle Bat conclusion in linea con le effettive capacità dell’impianto e con i relativi costi di realizzazione e gestione». Doppia risposta del servizio regionale in conferenza Vas: «Non ci sono ragioni per prevedere che un nuovo impianto realizzato nel rispetto delle mtd non raggiunga il minimo Bat. Per quanto riguarda la provenienza dei rifiuti speciali, l’osservazione merita approfondimento da parte dell’autorità procedente, titolare del piano, in relazione alla corretta applicazione del dettato normativo che prevede la libera circolazione dei rifiuti speciali».

ACEA NUOVO PARTNER INDUSTRIALE DI ASM TERNI

Le Crete

La gestione transitoria e gli impianti Tmb

Focus anche sugli impianti esistenti. Motivo? Perché Acea – citate Belladanza, Ponte Rio, Casone, Maratta, Le Crete e Pietramelina -, in considerazione della complessità tecnologia, propone «di prevedere, in primo luogo, un periodo di gestione transitoria dell’impianto connessa all’attività di collaudo, all’avvio ed alla messa a regime del termovalorizzatore e, in secondo luogo, di prevedere soluzioni alternative (di back up) di gestione dei rifiuti originariamente destinati alla termovalorizzazione in ipotesi di temporanea indisponibilità dell’impianto per attività di manutenzione». Ok del servizio regionale: «L’osservazione è accoglibile. Nel piano si dovrà specificare che la dismissione degli impianti Tmb avverrà non oltre sei mesi dalla messa a regime dell’impianto di termovalorizzazione».

La nuova sede Acea acqua (Umbriadue) a Terni

Il contratto di affidamento e la libertà d’impresa

Si passa ad altro argomento: «La società Acea Ambiente – altra osservazione – è titolare del contratto di affidamento per la gestione dei rifiuti prodotti nel sub ambito 4 con scadenza nell’anno 2029. Come più volte riportato nel piano, lo scenario prevede l’eliminazione della fase di trattamento meccanico biologico (Tmb) e l’avvio ad incenerimento con recupero energetico del rifiuto tal quale indifferenziato e degli scarti da raccolta differenziata al 2028. Su tale questione Acea osserva che la previsione di cui sopra, così come formulata, appare quantomeno lesiva del principio di libertà d’impresa. La circostanza per cui, in via del tutto unilaterale, un atto di pianificazione regionale preveda la chiusura definitiva di un’attività di impresa privata, di fatto, esclude il proprietario della stessa dal proseguo della propria attività economica. Acea richiede di valutare la previsione e la determinazione di flussi alternativi, quali quelli relativi alle frazioni organiche provenienti da altri sub Ambiti, ovvero l’apertura a flussi di rifiuti extra regionali che compensino i mancati conferimenti derivanti dalla chiusura della sezione di trattamento meccanico». Secca risposta da Perugia: «Non è pertinente ai fini della valutazione ambientale».

I dubbi di Acea sulle tempistiche

Finita qua? Nemmeno per sogno. Da Roma hanno puntualizzato un ultimo dettaglio: «La roadmap ipotizzata nel piano per la realizzazione e messa in esercizio dell’impianto di termovalorizzazione appare decisamente sfidante in considerazione del fatto che:  non è stato determinato il sito ove dovrà essere realizzato l’impianto; come da normativa di settore, dovranno essere espletati e completati tutti gli iter autorizzativi di realizzazione e relativa gestione. Premesso quanto sopra, Acea propone pertanto di definire sin d’ora la tempistica di emissione dei provvedimenti autorizzativi in considerazione della circostanza per cui, i
termini indicati per la realizzazione dell’impianto risultano definiti ma, come noto, dipendenti dal completamento dell’iter autorizzativo, i cui tempi sono di fatto in capo all’Autorità competente». Solita replica dal servizio regionale: «L’osservazione non è pertinente ai fini della valutazione ambientale».

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