Acquasparta, studenti per un mondo migliore

Gli alunni della 2°B della scuola secondaria di I grado hanno creato un sito web per riflettere sui cambiamenti climatici. Con alcuni consigli

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della professoressa Sandra Ceccarelli
Insegnante

Il mondo sta soffocando, strozzato ogni giorno da tonnellate di plastica, dai rifiuti che finiscono in mare, da decisioni sbagliate. Solo in Italia ogni anno compriamo 9 miliardi di bottiglie di plastica e nel mar Mediterraneo, che rappresenta appena l’1% della acqua mondiale, si concentra ben il 7% della plastica globale. La cosa più allarmante, probabilmente, è che la responsabilità non viene sentita da tutti i cittadini allo stesso modo. La gente si fa scivolare questo problema di dosso, lo scansa come se non fosse roba sua, lo evita come se non riguardasse chiunque su questo pianeta. Forse non tutti sanno che il mondo in cui viviamo è un mondo patogeno, che l’aria, l’acqua e il cibo nella maggior parte dei casi sono inquinati, che per gran parte della popolazione, l’alimentazione è squilibrata e povera di sostanze nutrizionalmente essenziali, che i cibi che mangiamo, i vestiti che indossiamo possiedono microplastiche. Come fa una situazione del genere a non interessare tutti? Come fa a non allarmare ogni persona che esiste, vive e si muove in questo mondo?

Queste sono alcune delle domande che si sono posti gli alunni della classe 2° B della scuola secondaria di I grado di Acquasparta che, sotto la guida del professor Marco Viola e con la mia collaborazione, hanno dato vita ad un sito sui cambiamenti climatici. Le tematiche da loro affrontate sono molteplici: da come ridurre il consumo energetico all’importanza del consumo stagionale degli alimenti. Alcune decisioni prese dall’alto sicuramente spingono nella giusta direzione: la raccolta differenziata, il blocco delle macchine, le domeniche ecologiche… Pochi, però, si rendono conto che sono anche i piccoli gesti quotidiani che possono cambiare le cose o che, perlomeno, possono tentare di arginare il problema: limitare l’uso della plastica, per esempio, o utilizzare bottiglie di vetro, o evitare di buttare le cicche delle sigarette per terra.

Alcune sono regole di civiltà, altre sono abitudini che dobbiamo imparare a fare nostre. Ed è proprio sull’abitudine che l’attenzione deve spostarsi. È proprio sull’educazione che bisogna focalizzarsi affinché alle nuove generazioni risulti normale fare la differenziata, chiudere l’acqua mentre si fa la doccia, raggiungere un posto a piedi invece di prendere la macchina. Le abitudini, si sa, sono difficili a morire, per questo motivo la cosa più intelligente da fare è abituare i bambini a comportarsi in un certo modo, per far sì che possano camminare nel mondo senza distruggerlo. L’obiettivo dovrebbe essere quello di far salvaguardare loro la terra senza che se ne rendano conto. Agire in modo spontaneo è, probabilmente, il modo più efficace. Fare del bene a noi stessi e al mondo senza alcuna fatica, senza l’idea che sia un dovere, comportarsi responsabilmente senza sentire il peso della responsabilità. Per approfondire, collegatevi qui https://sites.google.com/icacquasparta.edu.it/cambiamenticlimatici/home

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