Ambulanze in fila, Nursind: «Otto mesi buttati nel cesso»

Il sindacato delle professioni infermieristiche: «L’unica strada è un serio lockdown regionale»

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del NurSind – Sindacato delle professioni infermieristiche – Perugia

Azienda ospedaliera di Perugia, 6 novembre ore 21.30 circa. I pazienti in queste ambulanze dovranno attendere ore prima di scendere dalle stesse ed essere assistiti e/o ricoverati.

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

In otto mesi siamo passati da regione simbolo di efficienza alla lotta alla pandemia (probabilmente perché la stessa ci aveva solo sfiorati) a regione col tasso più elevato di ricoveri in terapia intensiva e un rapporto altissimo tra positivi e tamponi effettuati.

Otto mesi di vantaggio buttati nel cesso, nonostante fosse ampliamente prevedibile tutto questo a partire da ottobre, con una guida regionale sord ad ogni invito a dotarsi degli strumenti necessari per organizzarsi ad affrontare la seconda ondata! Si sta rischiando la tenuta del sistema sanitario regionale per errori ampliamente evitabili, ai quali mettere una toppa ora è pressoché impossibile. L’unica strada per salvare vite e tutelare il sistema, personale sanitario in primis, è un serio lockdown regionale. Senza salute sparirà comunque l’economia.

Le replica dell’azienda ospedaliera

In riferimento agli articoli comparsi sulla stampa locale corredati di foto di ambulanze in fila al Pronto Soccorso ospedaliero del Santa Maria della Misericordia di Perugia, il commissario straordinario, dott. Marcello Giannico,  intende rassicurare i cittadini  sul fatto che tutti i pazienti  in arrivo in ospedale sono stati sempre assistiti adeguatamente. Le equipe sanitarie dell’ospedale di Perugia infatti, stanno continuando con il massimo impegno a rispondere ai bisogni di salute dei cittadini anche in questa situazione di emergenza e proprio per dare il massimo della cura ai pazienti molti reparti sono stati rimodulati, in meno di una settimana, e creati fino a 110 posti covid per degenze ordinarie e 23 posti nelle terapie intensive, con grande abnegazione di tutto il personale che è impiegato in più fronti per la lotta contro questa pandemia e per assistere le persone con altre patologie che si continuano a monitorare e prendere in cura. Nello specifico caso riportato, si precisa che le ambulanze in fila ieri sera, erano 7 , delle quali 1 é stata inviata all’ospedale di Pantalla e i pazienti delle restanti 6 sono stati presi in carico dal Pronto Soccorso di Perugia, con un’attesa media di 3 ore circa, e poi dislocati nelle degenze di competenza. 

Allarme anche a Pantalla: situazione critica, impossibile garantire sicurezza malati

La situazione dell’ospedale di Pantalla è prossima al collasso. A denunciarlo sono Cgil, Cisl e Uil che ricevono una richiesta di aiuto e intervento immediato dal personale del nosocomio della Media Valle del Tevere. «C’è un focolaio Covid tra gli operatori sanitari che sono totalmente esausti – spiegano Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl – al contempo il pronto soccorso non riesce più a reggere l’onda di ricoveri che lo sta investendo».

«In questo modo – continuano i sindacati – è impossibile per il personale garantire la sicurezza dei malati in arrivo, con la separazione della zona grigia (dove far sostare i sospetti) da quella con i pazienti covid positivi. Non essendoci un percorso ben definito pulito/sporco, non essendoci una reale zona filtro e un numero di operatori sufficiente a garantire ricambio e separazione del personale, il rischio di nuovi focolai è altissimo. Chiediamo un intervento immediato della Usl Umbria 1 a tutela del personale e della sicurezza dei pazienti», concludono i sindacati.

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