Area crisi complessa, appello Casartigiani

Terni, il concetto è: «Non ci piace, ma visto che c’è, facciamo sistema tra piccole imprese e non lasciamo tutto in mano alle grandi»

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A Casartigiani l’idea non è mai andata giù e, infatti, il primo giudizio è, per così dire, sospeso: «Ieri è stato presentato alla città il decreto con cui il ministro Carlo Calenda ha sancito il riconoscimento dello stato di area di crisi complessa – ricorda l’associazione – ed in cui sono stati inseriti 17 Comuni umbri tra cui Terni e Narni. E qui ci fermiamo perché ancora non si sa di preciso su quanti euro si potrà contare, per cosa nello specifico potranno essere utilizzati e che per far diventare operativo il decreto ancora di tempo ne passerà».

«Iniziativa vaga» Come è noto Casartigiani è stata sempre critica nei confronti di questo strumento «perché a nostro avviso – dicono – prima vanno definiti i progetti e poi costruiti gli strumenti adatti e necessari per avviarli e svilupparli e non il contrario. Infatti ora ci ritroviamo a dover costruire progetti a valere su uno strumento di cui non si sa quasi nulla. Ma tant’è e con questo dobbiamo fare i conti e cercare di ottimizzare al meglio le forze e le idee per non gettare al vento questa occasione nata al contrario, da quello che si è capito con non molte risorse e con un’architettura dell’oggetto dei progetti molto vaga».

L’appello In questo contesto «Casartigiani lancia un appello a tutte le associazioni di categoria della Piccola e Media Impresa affinché non si disperdano le forze, non si vada in ordine sparso, ci si lamenti dopo come in passato e si faccia rete per la costruzione di progetti che abbiano come protagoniste direttamente le Poi e non esclusivamente la grande impresa e a ricasco le Pmi. Tutto ciò perché la rinascita e lo sviluppo del nostro territorio passa attraverso l’innovazione della Piccola e Media Impresa. Basta con le grandi imprese che oggi ci sono e domani no. Costruiamo progetti per le Poi 4.0 utili e sinergiche alla grande impresa 4.0 che vorrà investire sul nostro territorio, ma autonome e svincolate sia economicamente che culturalmente».

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