Asm cerca partner industriale: cessione azioni fino al 49%

Terni – L’obiettivo è il rafforzamento e l’estensione delle linee di sviluppo. Scatta l’allarme, M5S e Pd: «Si svende il servizio pubblico locale». Cgil, Cisl e Uil attaccano

Condividi questo articolo su

Una procedura di evidenza pubblica per «l’individuazione di un operatore economico (partner industriale) per il rafforzamento e l’estensione delle linee di sviluppo di Asm Terni S.p.A.». L’avviso è stato pubblicato venerdì – scadenza alle 12 del 25 maggio – e ha fatto scattare i primi campanelli d’allarme sulla società partecipata del Comune. Tra i requisiti richiesti un patrimonio netto pari ad almeno cinque volte quello di Asm: non deve essere inferiore a 240 milioni e 251 mila euro. L’opposizione attacca: «Svendita del servizio pubblico locale».

IL BANDO DI ASM CON I DETTAGLI (.PDF)

Stefano Tirinzi

Aggregazione societaria

Nel bando la società – c’è stata un’assemblea dei soci proprio in giornata in tal senso – spiega che avvia la procedura «per l’individuazione di un operatore economico con cui realizzare un’operazione di aggregazione societaria ed industriale per il rafforzamento e l’estensione delle linee di sviluppo strategiche; è intenzione di Asm implementare le attività attualmente svolte». Il responsabile unico del procedimento è il direttore generale della partecipata di palazzo Spada, Stefano Tirinzi.

Aumento di capitale e percentuale

L’eventuale operatore economico – si legge – dovrà «apportare, a seguito di aumento di capitale di Asm, per il tramite di una operazione straordinaria, asset ed eventualmente anche liquidità». Ovvero «partecipazioni societarie, impianti o business afferenti ai settori in cui opera Asm, con particolare riferimento ai servizi pubblici locali di rilevanza economica. A fronte dell’apporto di asset ed eventualmente anche liquidità, ed in considerazione del loro valore economico, l’operatore economico riceverà azioni societarie di Asm, emesse a seguito di un aumento di capitale, per un valore individuato tra il 35% e il 49% del capitale sociale».

Il presidente del CdA Asm, Mirko Menecali

I ‘paletti’ e l’occupazione

L’operazione – viene specificato – dovrà essere «ispirata e rispettare le intenzioni di Asm e del Comune di Terni relativamente alla permanenza del Comune di Terni nel capitale sociale del soggetto risultante dall’operazione con una quota di maggioranza assoluta; allo sviluppo e al rafforzamento di Asm nel territorio di riferimento con particolare riferimento al perseguimento delle linee guida strategiche di Asm; al mantenimento della sede operativa e legale di Asm nel comune di Terni, così come la conservazione di tutte le strutture, mezzi e risorse, personale; alla salvaguardia occupazionale per tutto il personale dipendente e dirigente operante al momento della definizione dell’operazione nonché alla creazione di sviluppo e crescita occupazionale; alla configurazione di un modello di governance che, in linea con le esigenze pubblicistiche connaturate al servizio, garantisca al Comune di Terni la partecipazione alle decisioni strategiche relativamente ai servizi erogati nel relativo territorio».

Francesco Filipponi

L’allarme: «Fine del servizio pubblico locale»

Immediato l’allarme lanciato dal capogruppo del Pd Francesco Filipponi: «Ci avvisano di una informativa sindacale relativa all’imminente pubblicazione – già uscito, ndR – di un bando di Asm, per ricevere manifestazioni di interesse per la vendita di quote di Asm in una percentuale ricompresa tra il 35 ed il 49%. Sarebbe la fine del servizio pubblico locale. Ci batteremo con ogni mezzo». Così è. Tra i requisiti tecnici l’aver operato nel corso dell’ultimo anno solare in almeno tre dei sei principali business di Asm: distribuzione elettrica, distribuzione gas, impianti ambiente, igiene urbana, servizio idrico integrato, vendita di gas ed energia elettrica.

La posizione di Asm

Nel pomeriggio la società ha lanciato una nota per spiegare le intenzioni per il prossimo futuro: «Facendo riferimento al piano industriale 2020 approvato dal socio unico Comune di Terni, con assemblea in data odierna Asm ha concretizzato la volontà di un rilancio strategico della società volto a potenziarne l’azione nelle sue aree di business tradizionali (energia, ambiente, acqua e gas) con particolare attenzione alla creazione di valore in termini di sviluppo e presenza dove è nata e dove presta i suoi servizi. Il CdA ritiene che esistono le condizioni perché Asm Terni possa diventare un hub tecnologico che proietti le competenze e l’esperienza maturata localmente, a tutto il centro Italia facendo del territorio ternano un punto di riferimento per lo sviluppo sui temi della transizione ecologica e della trasformazione digitale delle comunità del futuro. In linea – prosegue la società – con questo pensiero la società annuncia la sua volontà di indire una procedura ad evidenza pubblica per la ricerca di un ‘partner’ strategico finalizzata all’aumento del capitale mediante conferimento di asset strategici e capitali, il tutto garantendo la permanenza della maggioranza assoluta nella disponibilità del Comune di Terni. L’operazione è stata studiata per creare le condizioni necessarie ad un miglioramento degli indici patrimoniali e di profittabilità. Riteniamo che il perseguimento di una strategia di crescita sia di fondamentale importanza in quanto garanzia della capacità di offrire servizi innovativi e di qualità a tutti gli Utenti attuali e futuri in condizioni di competitività e sostenibilità. L’operazione è anche un importante messaggio rivolto a tutti i fornitori di Asm Terni in quanto ne dimostra la volontà di sviluppo, di innovazione e di attrazione di investimenti; per tutti i dipendenti di Asm Terni quest’operazione vuole essere il migliore riconoscimento possibile per le energie profuse e le professionalità espresse quotidianamente che hanno contribuito in modo determinante al posizionamento attuale. Nel prossimo periodo – chiude la partecipata – saranno avviati tutti i confronti necessari con i portatori di interesse di Asm con l’obiettivo di condividere le finalità del progetto e valutarne insieme le implicazioni che ne conseguono».

Il gruppo M5S

M5S: «Si svende il servizio pubblico locale»

A stretto giro arriva anche la presa di posizione del gruppo consiliare M5S: «Come le cavallette che coprono la terra così tanto che non si può più vedere il suolo. Ecco cosa si sta rivelando la Lega a Terni. Una piaga che spazza via tutto ciò che è rimasto dalla grandine delle passate amministrazioni. Le cavallette leghiste oggi divorano ogni albero che germoglia nella campagna ternana e riempiono le case dei ternani. Dopo la privatizzazione del Sii, con le tariffe dell’acqua arrivate alle stelle e tra le più alte in Italia, adesso tocca all’Asm. Singolare che proprio la vendita del Sii doveva servire per salvare l’Asm. Adesso ci chiediamo la vendita di Asm cosa dovrebbe salvare: la multiservizi partecipata del Comune cerca partner industriali tramite un avviso pubblico finalizzato a individuare un operatore economico. Dopo l’acqua e i servizi ospedalieri, la Lega a Terni continua il processo di privatizzazione dei servizi pubblici. Non ci stupiremmo se domani cominciassero anche a privatizzare l’aria che respiriamo. Il tutto dopo aver ripetutamente negato la volontà di vedere le quote Asm. Ecco quanto conta la parola del sindaco di Terni. Rinfrancato dalle pacche sulla spalla del leader del suo partito, venuto a Terni per parlare di ‘arresti e dissesti’ dimenticandosi delle assoluzioni in formula piena della precedente amministrazione ternana e del maxi buco di bilancio lasciato invece a Montefalco dall’attuale presidente di Regione, espressione del suo partito. Se la precedente giunta comunale – conclude il gruppo pentastellato – guidata da Di Girolamo avesse osato fare la metà di ciò che adesso sta facendo la giunta Latini, il Comune non sarebbe finito in dissesto finanziario. Di fatto, dopo la solita litania di Salvini, oggi il sindaco Latini suona il requiem di Terni; è la fine del servizio pubblico locale, chissà se dopo questa le cavallette leghiste saranno sazie. Oppure penseranno a un’altra svendita».

Alessandro Gentiletti

«Non si rispetta la parola data»

Attacca anche il consigliere di Senso Civico Alessandro Gentiletti: «La cosa per me più insopportabile in politica è non rispettare la parola data e non avere il coraggio di rivendicare le proprie decisioni. Quando durante la privatizzazione delle quote di gestione dell’acqua dissi che il vero obiettivo dell’amministrazione era privatizzare Asm in tanti mi risposero che non era vero. A quella seduta il sindaco non prese neanche la parola. Quando nelle settimane scorse incalzavo ad ogni commissione gli assessori e il sindaco perché sul tema parlassero chiaro ai ternani, sentivo cambiare discorso. Oggi scopriamo che invece avevamo ragione. Oggi viene data la notizia che già sapevamo: come sempre analizzeremo la situazione, offriremo la nostra proposta alternativa e daremo battaglia, senza sosta, in consiglio comunale. Insieme alla città».

Sindacati sul piede di guerra: «Avvisati con una telefonata»

Durissimo il commento di Cgil, Cisl e Uil sull’avvio della procedura: «Mai così in basso le relazioni in questa città. Ci sono occasioni che, come organizzazioni sindacali, siamo costretti ad affermare con dispiacere di avere ragione perché da sempre cerchiamo di essere vicino ai lavoratori e alle lavoratrici e soprattutto alla Comunità in cui le stesse operano. Cgil, Cisl e Uil avevano ragione quando in questi ultimi mesi hanno denunciato a più riprese la mancanza di relazioni con il sindaco del comune di Terni ma più in generale con l’approccio complessivo di questa amministrazione. Cgil, Cisl e Uil avevano ragione quando in questi ultimi mesi hanno denunciato a più riprese la mancanza di relazioni con il presidente dell’Asm, perfetto sconosciuto. Cgil, Cisl e Uil avevano ragione quando nell’unico incontro tenuto con l’assessore alle partecipate del Comune di Terni a palazzo Spada, avevano paventato il rischio che poi, purtroppo, si è verificato in queste ore. Senza entrare nel merito della vicenda, che verrà comunque fatto con le categorie interessate prossimamente, non è possibile venire a conoscenza dell’avviso di procedura di evidenza pubblica per l’individuazione in Asm, di un operatore economico per il rafforzamento e l’estensione di sviluppo, attraverso mezzi stampa. Questione tra l’altro successivamente confermata tramite una telefonata da responsabili Asm. Riteniamo vergognoso – l’attacco – il metodo delle relazioni sindacali in questa città. Metodo che come organizzazioni sindacali non condividiamo perché rischia di far sgretolare giorno dopo giorno i rapporti sociali con conseguenti ricadute negative sul territorio. Comprendiamo gli impegni istituzionali e le attenzioni del sindaco verso altri soggetti ma riteniamo grave che il primo cittadino non abbia come priorità il coinvolgimento, la partecipazione e la condivisione con le parti sociali di scelte fondamentali per il futuro dell’intera comunità».

De Luca: «Creare Umbria Servizi S.p.A.»

Un’unica multiutility umbra, al 100% pubblica, con l’affidamento diretto in house della gestione delle risorse idriche, dei rifiuti e delle infrastrutture strategiche. Questa la proposta alternativa che il M5S presenta alla Regione per il potenziamento delle aziende umbre attraverso un’aggregazione in grado di trasformare l’Umbria in un modello virtuoso europeo: «Se è realmente questo l’obiettivo e non il ruolo di faccendieri politici delle lobby, allora possiamo vincerlo insieme lavorando su questa strada», le parole del consigliere regionale Thomas De Luca. «L’art.12 della Legge 11/2013 attribuisce alla Regione il compito di favorire i processi di aggregazione delle gestioni esistenti nelle more del riallineamento delle scadenze delle gestioni in essere. Bene! Che si cominci promuovendo la fusione di tre importanti aziende come Vus, Sogepu e Am in attesa della scadenza del contratto di gestione dei rifiuti dell’ex ATI2 nel 2024. Il modello c’è ed è sempre quello di Contarina SpA nella provincia di Treviso dove tutti i comuni auto-gestiscono i propri servizi con risultati di eccellenza mondiale. In Umbria le privatizzazioni degli ultimi vent’anni hanno avuto due risultati: le tariffe idriche più alte d’Italia e una perdita negli acquedotti che si è sempre avvicinata al 40%. Se questi sono i risultati di efficienza e utilità che la destra vuole portare a modello capiamo benissimo che i loro fini sono ben altri e noi siamo pronti a trasformare l’Umbria in una trincea per fermarli».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli