Albanese di 28 anni A. A., già noto alle forze dell’ordine, è stato tratto agli arresti dagli agenti di Assisi per spaccio di cocaina. I poliziotti del commissariato assisano, diretto dal commissario capo della polizia di Stato Francesca D. Di Luca, hanno portato a termine la complessa ed articolata attività d’indagine conclusasi appunto con l’arresto, in esecuzione di una misura di custodia cautelare in carcere, nei confronti del pluripregiudicato albanese che, nonostante la sua giovane età , gestiva un consistente giro di spaccio di cocaina nella zona di Assisi, con clienti a Bastia Umbra, Cannara, Foligno, Nocera Umbra, Bettona e Perugia.
Ritornato ad Assisi da clandestino Il 28enne A.A., nonostante la sua giovane età , ha alle spalle diversi arresti per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Per questo motivo il questore di Perugia, Carmeo Gugliotta, aveva da tempo decretato il rigetto della sua istanza di rinnovo del permesso di soggiorno e lo straniero era ritornato in patria. L’albanese ha tentato più volte di recente di fare ritorno in Italia eludendo i controlli di Frontiera, ma proprio in virtù della sua clandestinità è stato respinto. A quanto sembra però all’ennesimo tentativo, l’albanese è riuscito nel suo intento ed è ritornato da clandestino nella città serafica, dove da tempo vive regolarmente la sua famiglia di origine.
L’indagine Il suo ritorno è coinciso con la ripresa della sua attività di spaccio che questa volta lo ha condotto in carcere, a seguito di un’indagine intrapresa dal personale del commissariato di Assisi contrassegnata da impegnativi servizi info-investigativi, supportati da servizi tecnici e di osservazione, controllo e pedinamento, raccolta di sommarie informazioni testimoniali e riconoscimenti fotografici, nonché da servizi di recupero di sostanza stupefacente ai clienti che, dopo aver acquistato la dose, venivano successivamente seguiti e bloccati dagli agenti in borghese.
Piazza dello spaccio Sono 11 i clienti cui sono state sequestrate dosi di cocaina e segnalati alla prefettura come assuntori di sostanza stupefacente, a cui si aggiungono più di altri 40 soggetti individuati nel corso delle indagini come clienti abituali e anch’essi segnalati in quanto tossicodipendenti. Dall’attività d’indagine è emersa l’esistenza di una vera e propria piazza dello spaccio e di uso di cocaina, incardinata da anni nel territorio assisano, ben organizzata, con una clientela fidelizzata che aveva trovato nel giovane albanese un rifornitore in grado di soddisfare prontamente e con continuità ogni richiesta: padri di famiglia, giovani professionisti, imprenditori e persino nonni tra gli acquirenti.
Lo scambio con una chiave d’auto L’albanese scaltro, conosciuto nell’ambiente come ‘Mirco’, era solito concordare gli incontri con i clienti attraverso un’utenza telefonica ‘dedicata’ che lo stesso cambiava con frequenza variabile proprio per ostacolare eventuali intercettazioni. La nuova utenza veniva comunicata ai clienti attraverso un sms dal nuovo numero. Al telefono lo spacciatore non parlava mai esplicitamente di droga, né di dose o prezzo. Giungeva sul luogo degli appuntamenti a bordo di un’auto non di sua proprietà e, abilissimo nel fare gli scambi, trasferiva le dosi da un grammo già confezionate con del cellophane blu che venivano nascoste all’interno di un incavo di una chiave da automobili. La chiave è stata ritrovata dagli agenti all’interno della sua camera da letto nella sua abitazione nel corso della perquisizione domiciliare effettuata al momento dell’arresto.
Il giro d’affari Dai recuperi di cocaina effettuati e dalle evidenze telefoniche acquisite è emerso il consistente giro di affari prodotto dall’albanese. Il ragazzo, infatti, effettuava in media 6 cessioni giornaliere, per un prezzo medio praticato per grammo di cocaina di circa 80 euro, raggiungendo un introito di circa 500 euro al giorno.
‘Alloggio’ a Capanne Il percorso investigativo intrapreso dagli uomini dell’ufficio anticrimine assolutamente esaustivo ha portato il pm della Procura a richiedere al gip di Perugia all’applicazione della misura custodiale in carcere per il giovane albanese, per il quale si sono aperte così le porte del carcere di Capanne.