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Via a quella ‘mobilità’ annunciata nei giorni scorsi. L’Ast passa ai fatti e comunica la decisione di avviare la procedura. E scatta la ‘guerra’ con i sindacati, mentre Catiuscia Marini e Fabio Paparelli chiedono all’azienda di sospenderla per «un’approfondita valutazione del quadro complessivo di tenuta dei livelli occupazionali». Con invito a «riprendere il confronto con le organizzazioni sindacali».
Massimo 40 persone L’azienda infatti venerdì mattina «ha comunicato alle organizzazioni sindacali, la decisione di volere agevolare un numero massimo di 40 persone, tra impiegati e quadri, che desiderino uscire dall’azienda, ad esempio perché prossimi all’età della pensione. Questa procedura di mobilità (che di fatto si esplicita in un licenziamento collettivo; ndr) prevede l’uscita dei dipendenti, di cui l’azienda può privarsi, esclusivamente su base volontaria, favorendo chi valuterà di aderire in virtù delle singole esigenze e delle personali valutazioni».
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Incentivi e uscite Ast specifica che «l’avvio della procedura, che era già stato anticipato alle organizzazioni sindacali in occasione di diversi incontri avvenuti nei mesi scorsi, seguirà il percorso di confronto con le organizzazioni stesse, come previsto dalle norme di legge, anche in relazione all’ammontare dell’incentivo economico per le uscite volontarie».
«VOGLIAMO RIEQUILIBRIO ORGANIZZATIVO»
L’accordo del 2014 In conclusione un passaggio a ribadire che «l’azienda manterrà fede agli impegni presi nel dicembre 2014 presso il Ministero per lo Sviluppo economico riguardo alla forza lavoro».
Sindacati imbufaliti Appena saputo che l’azienda, mentre era ancora in corso l’incontro, aveva già fatto circolare la nota con cui annunciava il provvedimento, i sindacati hanno reagito male: «In merito alle comunicazioni che sono state fornite da parte del management aziendale di Acciai Speciali Terni – hanno scritto in una lettera inviata a Joachim Limberg, Markus Bistram e Frank Rink in Germania – siamo ad informarvi che abbiamo riscontrato l’ennesimo atteggiamento scorretto ed inappropriato da parte aziendale nell’ambito di un corretto sistema di relazioni sindacali ed industriali. Riteniamo inaccettabile e non rispettoso come organizzazioni sindacali procedere, nel corso dell’incontro stesso, a comunicati ufficiali inoltrati dall’azienda ai mezzi di informazione interna ed esterna che esplicitano unilateralmente i contenuti e i temi dell’incontro stesso e le decisioni assunte dall’azienda».
«Relazioni interrotte» Secondo i sindacati «suddetto atteggiamento è ancor più grave in quanto le organizzazioni sindacali avevano avanzato alcune criticità procedurali e di contenuti sulle quali la stessa azienda non aveva formalmente ancora dato risposta. Per quanto sopra detto vi informiamo che a partire da subito, a fronte di quanto accaduto, riteniamo come organizzazioni sindacali interrotte le relazioni sindacali con l’attuale management di Acciai Speciali Terni. Inoltre vi informiamo che valuteremo, attraverso i nostri uffici legali, la possibilità di intraprendere un percorso, a tutela dei lavoratori e a salvaguardia della dignità delle organizzazioni degli stessi, di eventuale denuncia in merito ad atteggiamenti antisindacali da parte aziendale. Abbiamo ritenuto importante e doveroso informarvi dell’accaduto e del percorso che intendiamo intraprendere perché siamo convinti che l’esperienza di cogestione tedesca e di condivisione e partecipazione delle organizzazioni sindacali sui processi aziendali meriti un atteggiamento coerente anche in Acciai Speciali Terni».
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Marini e Paparelli: «Sospendere procedura» Nel pomeriggio arriva anche l’intervento della presidente della Regione, Catiuscia Marini, e del vice Fabio Paparelli: «Con riferimento all’apertura della procedura di mobilità per 40 impiegati e quadri della Acciai Speciali Terni S.p.A. esprimiamo l’auspicio che l’azienda possa sospendere la procedura ai fini di una ancor più approfondita valutazione del quadro complessivo di tenuta dei livelli occupazionali del sito di Terni e nel contesto delle relazioni industriali con le organizzazioni sindacali. Si ritiene pertanto necessaria la ripresa del confronto tra azienda ed organizzazioni sindacali utilizzando, qualora ritenuto opportuno anche il tavolo di monitoraggio – concludono – previsto dall’accordo del 3 dicembre 2014».