Terni, nuovo vertice sulla ‘mobilità’ all’Ast

Azienda e sindacati di nuovo a confronto e si parlerà anche della volontà di ThyssenKrupp di intervenire sulla composizione del ‘parco impiegati’: il dibattito promette scintille

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Venerdì torneranno a discutere, ma tra ThyssenKrupp Ast di Terni e sindacati la chiacchierata potrebbe non essere tranquilla. Perché tra gli argomenti previsti – soprattutto in uno dei tre incontri in programma – c’è quella roba strana che dovrebbe, secondo le intenzioni dell’azienda, portare a modificare il ‘mix’ qualitativo del personale nel sito ternano.

Impiegati nel mirino Stando alle poche informazioni che circolano – anche i sindacati sono particolarmente silenziosi sul tema – l’azienda vorrebbe ‘liberarsi’ di una trentina di impiegati, considerati non più rispondenti alle caratteristiche necessarie per operare in un contesto in evoluzione come quello ternano. Il problema è trovare il modo di farlo.

Mobilità o licenziamento collettivo? Perché «una procedura di messa in mobilità non è che si possa avviare da un giorno all’altro – è una delle poche cose che emergono ascoltando i pareri dei rari sindacalisti disposti a dire due-parole-due sul tema – e senza le dovute giustificazioni». E prende sempre più corpo l’ipotesi che se l’azienda vorrà avviarsi su questo percorso dovrà avviare una procedura di licenziamento collettivo, per poi ‘contrattare’ con i sindacati stessi ed arrivare ad un accordo che permetta, se mai e alla fine, di arrivare alla loro trasformazione in mobilità. Cosa che sindacati potrebbero essere portati ad accettare per non lasciare scoperti i lavoratori stessi. «Accordo che però non saremmo disposti ad accettare, nemmeno a fronte di incentivi economici importanti, senza un contestuale inserimenti di un numero almeno uguale di nuovi addetti».

Le ‘categorie protette’ Ecco, i nuovi addetti. Qui si apre un altro scenario interessante – e sul quale i sindacalisti che venerdì si siederanno al tavolo con il management ternano di ThyssenKrupp Ast potrebbero chiedere lumi – sarebbe rappresentato dal fatto che l’azienda ha chiesto, e non da oggi, agli uffici del Centro per l’impiego di fare delle verifiche in relazione a tutto il suo personale (sono 2.379 gli addetti a tempo indeterminato dichiarati dalla multinazionale), per capire se ci sono, oltre a quelli che già beneficiano delle norme relative, altri dipendenti che possano rientrare tra quelli iscrivibili nelle così dette ‘categorie protette’. E la cosa ha il suo perché.

Le trasformazioni Siccome ThyssenKrupp Ast dovrebbe provvedere, nel caso di nuove assunzioni, a prevederne un numero da riservare proprio a personale ‘svantaggiato’, ecco che recuperare un po’ queste persone tra quelle che già sono a libro paga, le permetterebbe di avere mani più libere sul resto della partita. 

 

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