Bottiglie di birra galleggiano nel laghetto: sconcerto a Bevagna

L’appello degli attivisti del Comitato per la tutela dell’aria e dell’acqua

Condividi questo articolo su

Non è la prima volta che ci occupiamo delle condizioni di specchi e corsi d’acqua di bevagna ma fin qui avevamo denunciato il degrado che si crea nel tempo, per la scarsa manutenzione, per scarichi prolungati e per scelte politiche miopi. Stavolta, invece, documentiamo il frutto di una giornata di pic-nic a bordo del laghetto Aiso.

Colli di bottiglia al posto delle canne di bambù

La denuncia parte dal ‘Comitato per la difesa dell’acqua e dell’aria di Bevagna’, che documenta con un report fotografico i rifiuti lasciati a bordo lago e addirittura all’interno del laghetto, da cui dovrebbero spuntare canne di bambù e invece spuntano colli di bottiglia di birra.

Il post del comitato

Non sono bastati una reclusione totale nelle proprie stanze a suonare, sbraitare e cantare sui balconi, a scrivere con convinzione #Iorestoacasa oppure #andràtuttobene e una seconda reclusione chiazzata a intervalli spregiudicatamente sottovalutata per meri fini elettoralistici e di casta, per chiarire le menti offuscate dalla segregazione forzata o per alimentare i pochi neuroni circolanti sotto la calotta cranica di qualcuno.

 

Non si spiegherebbe sennò perché in questi giorni, ma anche nelle settimane precedenti come documentato nel report che abbiamo recapitato all’Amministrazione e a tutto il Consiglio Comunale per non far torto a nessuno, nelle acque dell’Aiso, laghetto carsico di cui abbiamo amato le acque limpide e specchiate, troviamo bottiglie di birra, rifiuti e sacchetti di plastica galleggianti e sulle sue rive altri rifiuti, cestini strabordanti di cartoni di pizza e involucri di patatine.

 

Noi non ce l’abbiamo con quei quattro bulli da quartiere spagnolo o dalle loro amichette di giro che sfrecciano per le campagne senza mascherine, senza casco e senza vergogna e che si abbandonano a quegli atti delinquenziali, noi sappiamo benissimo chi sono, e lo dovrebbero sapere anche le forze dell’ordine, ma siamo indignati, per usare un eufemismo, con le loro madri e i loro padri, assenti ingiustificati, impegnati con la complicità dei media ad insegnare ai loro figli la maleducazione e l’ignoranza, che ai rimproveri rispondono con lo sberleffo, con la derisione ancor più stùpita perché dettata da un cervello vuoto e inaccogliente. Nel riconoscere quel plaid buttato nel cestino i genitori dovrebbero vergognarsi di aver cresciuto un essere incivile e profondamente ignorante.

 

Ce l’abbiamo anche con la maggioranza dei bevanati sordi e muti per un degrado del territorio sempre più evidente, incapaci di qualsiasi reazione, di qualsiasi indignazione, per la bruttezza e il decadimento diventati oramai consuetudine e conformità.

 

Datevi una mossa, diamoci una mossa, per non lasciare questa terra pubblicizzata anni fa come il bengodi della qualità della vita e della bellezza turistica, ridotta ora a strati di letame e puzza vomitevole, a fiumi devastati e velenosi, a campagne martoriate e mercificate.

 

Insegniamo ai nostri giovani, ancor più a quelle menti fragili e confuse che hanno gettato le bottiglie nel lago di Chiarò, il rispetto della bellezza e della qualità del territorio che li accoglie perché siamo convinti, come ne era convinto Fëdor Dostoevskij, solo la bellezza salverà il mondo.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli