Call center in sciopero: i lavoratori in consiglio

I sindacati sono stati ricevuti dal viceprefetto. Si chiede chiarezza sui posti a rischio e gli stipendi pagati a metà

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di F.T.

Lunedì mattina i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, insieme alle rappresentanze aziendali di Overing e K4Up, si sono recati in prefettura dove sono stati ricevuti dal viceprefetto per affrontare il nodo del call center ternano dove sono a rischio circa venti posti di lavoro. Nel pomeriggio la protesta si è spostata in consiglio comunale.

IL CALL CENTER IN SCIOPERO

In prefettura i sindacati hanno illustrato la situazione, chiedendo contestualmente un incontro con i principali committenti della struttura, Telecom ed Eni: «Questo – spiegano dalle Rsa – perchè la proprietà si è dimostrata completamente inaffidabile, assumendo decisioni unilaterali nel pieno di una trattativa sindacale in corso per la ridefinizione dei contratti». A questo incontro ha fatto seguito quello fra il responsabile delle due società e i vertici della prefettura. I sindacati chiedono chiarezza sui paventati licenziamenti dei lavoratori della Overing e sul pagamento dello stipendio per gli oltre cento collaboratori della K4Up la cui la mensilità di gennaio è stata versata soltanto a metà. Proseguono intano lo sciopero e il presidio dei lavoratori sotto la sede aziendale di via Bramante: nel pomeriggio di lunedì la protesta si è spostata in consiglio comunale.

In consiglio Intorno alle 15.30 di lunedì una delegazione di lavoratori di Overing e K4Up ha raggiunto palazzo Spada dove era in corso il consiglio comunale. I lavori dell’assemblea sono stati sospesi per consentire l’incontro fra i capigruppo delle varie forze politiche e gli stessi lavoratori. Al termine il consiglio comunale ha fatto proprio un atto di indirizzo presentato, fra gli altri, da Pd e M5S, attraverso un ordine del giorno poi approvato all’unanimità da tutti i gruppi consiliari. Il documento impegna sindaco e giunta «ad intervenire immediatamente per una risoluzione della controversia in atto, attraverso l’attivazione di tutti i soggetti competenti e coinvolti affinché si possano chiarire gli obiettivi della proprietà, tutelare l’occupazione, ovviare al problema annoso della precarietà, informare i lavoratori in merito alla causa in atto tra l’azienda e l’Inps, trovare un giusto compromesso tra le esigenze imprenditoriali e la qualità del lavoro e della vita dei cittadini coinvolti».

Ipotesi La struttura, è stato fatto presente da sindacati e lavoratori, è la terza in Italia come ‘resa’, in relazione al volume di contratti sottoscritti per conto dei committenti (Telecom ed Eni). Un aspetto che i sindacati si dicono pronti a far valere, non escludendo – se la proprietà dovesse proseguire nei licenziamenti – l’intervento di soggetti esterni, pronti a rilevare la struttura nell’interesse degli stessi committenti.

Gli ‘altri’ Intanto i lavoratori della K4Up che non hanno aderito allo sciopero, una quindicina in totale, chiedono che vengano ascoltate e comprese anche le loro ragioni. «A nostro giudizio – spiega una lavoratrice – non esistono i presupposti per dare vita a uno sciopero che rischia solo di farci chiudere. Se l’azienda non lavora, le commesse non arrivano. Il titolare – dice la donna – ci ha sempre pagato regolarmente e più di quanto prevedano i contratti di settore. Sicuramente ha sbagliato a non avvertirci che, a causa di alcuni problemi, avrebbe liquidato solo metà stipendio, rinviando di qualche giorno il saldo delle spettanze. Ma da qui a scioperare subito, ce ne corre. A maggior ragione se si pensa che non ci sono altri arretrati». Per la lavoratrice, «la paventata riduzione dei contratti (altra ragione dello sciopero, ndR) è un aspetto che deve essere valutato e sul quale non ci sono al momento elementi concreti. Vogliamo evitare processi alle intenzioni». Infine sui lavoratori Overing a rischio di licenziamento: «I pochi contratti conclusi hanno spinto la committenza a sospendere l’attività. Il titolare si è impegnato a trovare un altro committente ma non gli è stato dato il tempo di farlo».

La politica Ad esprimere «solidarietà e vicinanza» ai lavoratori del call center ternano è il consigliere comunale Francesco Filipponi (Pd) secondo il quale «occorre dimostrare alle circa 150 famiglie coinvolte, la capacità di mettere in campo tutte le azioni necessarie per la costruzione di un percorso condiviso che possa raggiungere la soluzione. Mi auguro che a breve lo sciopero possa essere revocato con l’apertura di un tavolo di concertazione per giungere alla soluzione del problema».

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