Camera di Commercio entra a ‘gamba tesa’

Terni: ‘sberle’ per tutti, ma soprattutto per la politica, incapace sin qui di trovare soluzioni all’impoverimento del territorio

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di F.T.

Poteva essere l’ultima ‘spallata’  all’amministrazione comunale – visto il tempismo della comunicazione – ma la rapida evoluzione delle tribolate vicende politiche di palazzo Spada potrebbe trasformarla in ciò che alcuni volevano che apparisse: un’analisi impietosa dello stato di crisi di Terni, nel contesto nazionale ma soprattutto in quello umbro, e una dura reprimenda alla ‘politica’, incapace sin qui di dare risposte e per la quale si avverte una forte esigenza di rinnovamento.

TERNI NEL MEZZOGIORNO, NUMERI IMPIETOSI

Il significato Questo, in estrema sintesi, il senso del documento redatto dal presidente della Camera di commercio di Terni, Giuseppe Flamini, condiviso con la giunta camerale e con i componenti del tavolo sull’economia locale che ne hanno elaborato i contenuti nella riunione dello scorso 19 gennaio. Un documento certamente ‘politico’, ma anche e soprattutto il grido di allarme – con alcuni significativi distinguo emersi anche giovedì mattina nel corso della conferenza stampa convocata presso la Cciaa – di professioni, associazioni di categoria, imprenditori. E che fa seguito ad un’altra dura presa di posizione, forse non casuale: quella di Confartigianato Imprese.

Numeri impietosi Alla base della relazione di Flamini e del ragionamento del ‘tavolo’, ci sono i dati illustrati dal direttore dell’ente camerale Giuliana Piandoro. Impietosi e su cui – è stato detto – gli stessi politici impegnati nella campagna elettorale per le prossime elezioni politiche, dovranno esprimersi e magari, una volta eletti, contribuire a trovare soluzioni non più rinviabili. Perchè, è emerso, il nodo non è solo – per dire – il Frecciarossa a Perugia piuttosto che a Terni, ma un situazione estrema dal punto di vista economico, delle professionalità perse, di una ripresa che stenta a decollare e di una disoccupazione giovanile da ‘mezzogiorno’ che, dopo aver raggiunto quello che si spera sia stato il ‘picco’, tende ora a diminuire ma a ritmi molto più contenuti che altrove.

Precisazioni essenziali Lo stesso Flamini, in relazione al documento, ha inteso precisare alcuni concetti. Che «la tempistica è casuale perché il tavolo era stato convocato da tempo e non si potevano immaginare le dimissioni annunciate dal sindaco», che la Camera di commercio è «un’istituzione pubblica che rappresenta le imprese e non vuole sostituirsi alla politica» ma, allo stesso modo, alla domanda se la sintesi redatta abbia natura ‘politica’, il presidente dell’ente camerale ha precisato che «ciascuno può darne l’interpretazione che vuole». Non poteva ovviamente rispondere ‘sì’. Infine, un po’ di amarezza «per le associazioni di categoria che hanno ritenuto di non esprimere riflessioni in un momento così particolare per la vita cittadina, affermando di voler evitare strumentalizzazioni». Detto ciò, Flamini alla fine ha ‘tirato dritto’, convinto del proprio ruolo ma anche del proprio punto di vista.

Il ‘quadro’ Nel documento, testualmente, si legge che «Terni sta vivendo, sotto molteplici punti di vista, un contesto complicatissimo che di fatto è testimoniato dai dati esposti dall’ente camerale, in riferimento alla diminuzione delle imprese, all’alto indice di disoccupazione (in special modo giovanile), ad uno stato di difficoltà sempre più pressante che attraversano le imprese stesse ed anche ad un clima di sfiducia generale che spinge gli imprenditori a decentrare le proprie attività ed i giovani a cercare futuro fuori dal nostro territorio».

«Terni verso il meridione» «Certo – inizia così la riflessione di Giuseppe Flamini nella sua sintesi – il contesto generale non aiuta, ma il divario (come evidenziato da diversi attori istituzionali presenti al tavolo) tra il nostro territorio e la parte settentrionale del paese, Perugia compresa, si sta allargando sempre di più. Uno spartiacque che ci relega e ci spinge sempre più verso il meridione d’Italia».

Prime ‘bacchettate’ «Credo fermamente – osserva il presidente della Camera di commercio di Terni – che questo processo di impoverimento generale sia il frutto di comportamenti sbagliati, approssimativi e non corretti da parte di tutti ed in special modo di chi ha nelle mani la governance politica, economica e di rappresentanza delle parti sociali. Ringrazio tutti coloro che hanno aderito alla convocazione del tavolo del 19 gennaio; una partecipazione straordinaria ed un coinvolgimento straordinario, attraverso il quale è trapelata una reale condivisione del fatto che tutta la rappresentanza del mondo operativo/imprenditoriale, fosse chiamata a raccolta e avesse il diritto e dovere di esprimere le proprie riflessioni ed osservazioni, al fine di poter individuare un percorso per tentare di uscire da una morsa che sembra non lasciare via d’uscita».

Squilibri in Umbria «Dalla riunione sono emerse tante criticità che tutti noi conosciamo benissimo: criticità che riguardano i nostri rapporti con il capoluogo regionale, l’allontanamento dei centri decisionali e operativi dal nostro territorio, il mancato reimpiego delle risorse di questo territorio (si veda contributi Erg), la perdita prossima futura della sezione fallimentare del tribunale, la mancata realizzazione delle infrastrutture, il tracollo di un settore come l’edilizia che coinvolge un indotto di grandi numeri, l’instabilità del nostro principale stabilimento siderurgico, la fragilità del nostro sistema universitario e se ne potrebbero aggiungere tante altre».

Le facce della crisi «Tutti questi aspetti insieme portano ai risultati che conosciamo e che destano preoccupazione: calo demografico, impoverimento del territorio (Temi 23° citta in fatto di reddito pro-capite, su 109 province, in scala negativa), crisi aziendali importanti in tutti i settori, commercio in crisi profonda giovani che se ne vanno all’estero, professionisti che riconsegnano iscrizioni e partita Iva. Riguardo a questo scenario, al tavolo, si è registrata una posizione di condivisone unanime, così come è stata dichiarata l’opportunità di procedere alla scrittura di una serie di proposte, e priorità da sottoporre alle nostre istituzioni».

I ‘distinguo’ e l’ultimo appello «Le note vicende che interessano la nostra amministrazione comunale hanno tuttavia portato qualcuno, anzi, più di qualcuno, a pensare che questo non sia il momento di affrontare questi temi. Al contrario credo fermamente che il momento sia proprio questo, se veramente teniamo a ciò che rappresentiamo. Noi vogliamo un profondo e radicale cambio di passo della nostra rappresentanza politica. È per ciò che con questo nostro ultimo appello chiediamo con fona alla politica di prendersi le proprie responsabilità, assicurando un profondo rinnovamento – troppo spesso declamato e mai praticato – che ascolti il mondo del lavoro e che accompagni ripresa e sviluppo. Cosa possiamo rispondere altrimenti alle nostre imprese che ci accusano di essere stati noi stessi troppo tiepidi o addirittura complici di un sistema squilibrato che le costringe perfino a chiudere?»

Ambiente e infrastrutture, nodi scoperti «Sono da apprezzare le proposte contenute nel documento pervenuto dalla rete delle cooperative ma, al contempo, è impossibile concepire la cooperazione come unica panacea, la situazione in essere. Se siamo a Temi come porta d’accesso all’Umbria abbiamo il compito prioritario di risolvere il grave problema d’inquinamento ambientale che induce le persone ad evitare il nostro territorio. Se pensiamo a Temi come baricentro dell’Italia ‘di mezzo’, dobbiamo prima affrontare il fatto che da oltre vent’anni continuiamo ad essere penalizzati da scelte infrastrutturali, rispetto all’Umbria del nord. Se è giusto spingere i giovani a creare aziende è altrettanto palese che attualmente non ci sono le condizioni per farlo e che questo territorio non è dei più attrattivi. Anche eventuali nuovi modelli di welfare devono fare i conti con il fatto che la crisi morde e per un padre di famiglia poter contare su cento euro in più in busta paga può essere fondamentale».

Alcune possibili soluzioni «Di sicuro alcune azioni nel sociale possono essere di vitale importanza, ma non possono da sole sostenere un processo di riavvio della crescita per il nostro territorio. Abbiamo, paradossalmente, in questo momento tanti strumenti che potrebbero dare nuovo slancio alla nostra economia: fondi strutturali europei 2014/2020, fondi per le periferie, bandi per l’area di crisi complessa e, non ultima, la grande opportunità per il settore delle costruzioni, in riferimento alla ricostruzione delle zone colpite dai recenti fenomeni sismici. Dobbiamo diversificare la nostra economia che pur contando sulla presenza di tante multinazionali, deve puntare anche sulla bellezza del nostro territorio, le nostre eccellenze turistico-ricettive, la nostra enograstronomia, le nostre risorse storico-culturali, anche utilizzando senza esitazioni nuovi strumenti come il Piano di marketing turistico».

«Governance nuova e autorevole» «Su questi contesti – conclude il documento – la Camera di Commercio di Temi punta la sua attenzione e sarà portavoce di queste riflessioni e delle istanze connesse presso il rappresentante del Governo, il Prefetto, ma anche presso i partiti ed i rappresentanti che verranno eletti. Senza nascondere il fatto che questo territorio ha bisogno di un rinnovamento vero della governance, la quale – a nostro giudizio, ma anche come espresso sulla stampa da alcune rappresentanze sindacali dei lavoratori – ha bisogno di una guida condivisa ed autorevole».

Chi c’era Al tavolo sull’economia locale, da cui il documento è emerso, hanno partecipato: Flamini, Piandoro e Sciamannini (Camera di commercio), Mariani (Confcooperative), Dimiziani (CNA Umbria), Ponteggia e Cenci (Ance), Meucci (Confindustria), Campagna (Ordine commercialisti), Fabbri e Lupi (Confcommercio), Stellati (Giovani commercialisti), Franceschini (Confartigianato), Gabriele (Collegio dei periti industriali), Braghiroli e Struzzi (Ordine degli architetti), Diomedi (Collegio geometri), Lancia e Virili (Ordine degli avvocati), Corsi (Cooperazione-Lega Conf), Donzelli (Ordine dei medici), Raggi (Confcooperative), Salvati (Confapi), Monotti (Ordine ingegneri), Maiolini (Confagricoltura), Pasqualini (Consiglio notarile), Manni e Sorci (Coldiretti).

Confesercenti Sul tavolo e relativo documento interviene con una nota Italo Federici, presidente di Confesercenti Terni: «Per la prima volta una importante istituzione, la Camera di commercio di Terni, pone il problema di una regione a due velocità, di un territorio regionale non equilibrato. Tutti i dati, a cominciare da quelli sulla disoccupazione giovanile, confermano questo. La Confesercenti di Terni – afferma Federici – è pronta a fare squadra con quelle associazioni categoriali, quegli organismi sindacali e quei movimenti e partiti politici che intendono opporsi a questa situazione e sono pronti ad azioni, anche forti, contro tale squilibrio. Infine, come componente la giunta camerale, mi sono espresso affinché l’amministrazione comunale sia disponibile, sempre, al confronto con le associazioni di categoria sui provvedimenti che intende assumere, prima di prenderli, e che la città abbia un governo che operi in favore della comunità locale, evitando di creare nuove situazioni di difficoltà ad una città già duramente provata dalla situazione economico occupazionale».
 
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