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Home » Carlo Calenda a Terni: «Tirar fuori i progetti»

Carlo Calenda a Terni: «Tirar fuori i progetti»

di Simone Francioli
3 Marzo 2018
in Altre notizie, Attualità, Elezioni 2018, In evidenza, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Carlo Calenda e Catiucia Marini

Carlo Calenda e Catiucia Marini

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L’ex sindaco Di Girolamo in prima fila

‘Area di crisi complessa. Un’opportunità per creare sviluppo e lavoro’. Di questo si è discusso venerdì sera nella sala congressi di Arpa a Terni, insieme al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. La visita del ministro in città fa seguito a quella del leader della Lega Matteo Salvini, del presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani e del leader di Liberi e Uguali Pietro Grasso.

ACCORDO DI PROGRAMMA AREA CRISI COMPLESSA TERNI-NARNI, MERCOLEDÌ LA FIRMA AL MISE

Calenda legge la lettera dei lavoratori ex Novelli

A Terni Insieme al ministro, all’incontro di venerdì sera, c’erano: il candidato alla Camera dei deputati per il collegio uninominale ‘Umbria3’ Cesare Damiano, la candidata al Senato della Repubblica per il collegio uninominale ‘Umbria2’ Simonetta Mignozzetti, la presidente e il vicepresidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e Fabio Paparelli, la segretaria del Pd di Terni Sara Giovannelli e il segretario provinciale del Pd Paolo Silveri. Presenti inoltre – su tutti – l’ex sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, il primo cittadino di Narni Francesco De Rebotti e quello di San Gemini Leonardo Grimani.

CARLO CALENDA: «I SOLDI CI SONO, SERVONO PROGRAMMI» – VIDEO

La lettera dei lavoratori ex Novelli Prima di iniziare però Calenda è stato avvicinato da alcuni lavoratori ex Novelli che, senza perdere tempo, gli hanno consegnato una lettera legata alla difficile situazione che vivono da mesi: il ministro si è intrattenuto per alcuni minuti con loro, leggendo la missiva.

Damiano, Calenda, Marini e Mignozzetti

AREA CRISI COMPLESSA, MILIONI PER RIPARTIRE

«Soldi ci sono, servono programmi» Calenda, parlando dell’Area di crisi complessa Terni-Narni, ha sottolineato un concetto: «Bisogna tirar fuori i progetti, è questa la cosa importante. Il lavoro degli enti locali è fondamentale perché sono in contatto con il territorio e per quel che ci riguarda giovedì abbiamo rafforzato la dotazione dei contratti in programma che possono andare in appoggio per circa 850 milioni di euro. I soldi ci sono, servono i programmi».

Le scelte Infine il ministro, sul tema, ha messo in evidenza il fatto che «l’amministrazione locale deve fare un lavoro di selezione e ovviamente si parte dalle aziende del territorio. Ma non solo, si deve guardare – ha concluso – oltre perché le possibilità riguardano anche le multinazionali».

Carlo Calenda

I dazi e l’acciaio «Sono contento – ha esordito poi nel suo discorso – di essere qui e non sono candidato, non è il mio lavoro fare il parlamentare. A me piace molto gestire e il lavoro al ministero è stato il più entusiasmante della mia vita. Cesare candidato di grande qualità di cui non condivido tutto, ma abbiamo una visione forte in comune: la centralità del lavoro e dell’industria. Ci siamo dimenticati che l’industria manifatturiera ha fatto grande questo paese e ho difficoltà nella seconda Repubblica a rammentare provvedimenti a favore delle innovazioni e delle imprese. Molti pochi. Siamo il governo che ha fatto mettere più dazi in assoluto, anche sull’acciaio. Siamo l’unico paese ad alzarsi in Europa e a fare la battaglia per non riconoscere alla Cina lo status di economia di mercato: avrebbe distrutto l’economia italiana. In perfetta solitudine e abbiamo vinto. Bisogna combattere per i dazi giusti, non per quelli selettivi».

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