Cascia, intascano mille euro per un escavatore e poi spariscono

I carabinieri hanno denunciato due truffatori. Vittima una donna che aveva notato l’annuncio online

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Avrebbero intascato mille euro versati da una donna di Cascia, a titolo di caparra, per l’acquisto di un mini escavatore che però non le è stato mai consegnato: per questo due italiani sono stati denunciati per truffa al termine di un’indagine condotta dai carabinieri della stazione del posto. L’episodio risale allo scorso gennaio, mentre gli accertamenti dei militari hanno preso il via a febbraio, quando la donna, non avendo ricevuto l’escavatore, ha denunciato l’accaduto.

Il pagamento e i sospetti

La donna ha raccontato di far parte di un gruppo tematico di appassionati su un noto social network e di essere stata attratta dall’inserzione, postata da un membro dello stesso gruppo, relativa alla vendita del mini escavatore. Interessata all’acquisto, ha contattato tramite chat l’inserzionista e i due si sono accordati per un prezzo di vendita di 2 mila 500 euro più 250 euro per le spese di spedizione. Successivamente, tramite uno scambio di messaggi, la donna ha fornito tutti i suoi dati personali e l’indirizzo per la spedizione, mentre le venivano forniti gli estremi di un conto corrente su cui versare la caparra. Trascorsa poco più di una settimana la donna ha iniziato ad insospettirsi per il ritardo della consegna e ha chiesto spiegazioni all’inserzionista, non ricevendo più risposta. Inoltre, qualche giorno dopo, la donna ha notato che sullo stesso gruppo tematico era stato di nuovo postato lo stesso annuncio di vendita relativo al medesimo mini escavatore acquistato ma non ancora ricevuto.

I due già noti in altre parti d’Italia

La vittima ha quindi raccontato tutto ai carabinieri che si sono messi subito al lavoro e in poco tempo hanno condotto una serie di indagini che hanno consentito di individuare i presunti autori della truffa. Si tratta di due uomini italiani, un trentenne e un sessantenne, già noti per aver messo in atto altre simili condotte in altre regioni d’Italia. I due sono stati rintracciati e denunciati alla procura della Repubblica di Spoleto.

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