di F.L.
«La fotografia scattata è quella di un’azienda solida dal punto di vista del bilancio, che è riuscita a mantenere costante i ricavi, condizioni fondamentali per portare avanti l’opera di mantenimento e di grande riqualificazione, sia ordinaria che straordinaria, condotta in questi 10 anni sul nostro patrimonio immobiliare». Tempo di bilanci per il presidente di Ater Umbria, Alessandro Almadori, e con lui per il cda dell’azienda territoriale per l’edilizia residenziale, arrivati a fine mandato. Mercoledì mattina Almadori ha fatto il punto della situazione rispetto a cinque anni di governance – per lui 10 anni al vertice dell’azienda – nella sede dell’ex caserma della milizia di via Campomicciolo, di proprietà proprio dell’Ater. Luogo scelto non a caso. «Ci auguriamo che la nuova governance riesca a mettere a valore questo immobile in sinergia con l’azienda ospedaliera e la Regione» ha detto il presidente.
Tutti i numeri
Sono circa 10 mila, su tutto il territorio regionale, gli edifici di proprietà o gestiti dall’Ater, il 90% dei quali in affitto a canone concordato o sociale, per un totale di oltre 25 mila persone ospitate. Edifici che in qualche caso hanno storia ultracentenaria e che nella maggior parte dei casi risalgono agli anni ’50-’60, dunque hanno bisogno di un’ingente opera di riqualificazione. Per questo, ha spiegato il numero uno di Ater, negli anni sono stati spesi oltre 20 milioni di euro per la manutenzione di oltre 1.500 alloggi. «Un’opera che non è completa – ha ammesso lo stesso Almadori – tra i 150 e i 200, di cui una trentina nel ternano, gli immobili ora in fase di recupero e manutenzione». Ancora troppo pochi rispetto alle 500 famiglie in lista d’attesa per accedere ad un alloggio in provincia di Terni, 800 circa nel perugino. «Ma rispetto a nuove realizzazioni non esiste alcun fondo strutturale, statale o regionale per incrementarle» ha specificato il presidente.
Il nodo ex milizia
Altre le operazioni più complessive portate avanti – dalle caserme delle forze dell’ordine all’attuale sede della procura di Terni, dalla progettazione del recupero di palazzo Manassei all’area di Monteluce, nel capoluogo di regione -, quello che l’Ater non è riuscito al momento a veder realizzato è l’utilizzo della palazzina ex milizia, sempre a Terni. Una struttura di proprietà dell’azienda, di quasi 3 mila metri quadri, la cui riqualificazione era stata pensata, nel lontano 2004, per ospitare i laboratori di ricerca sulle cellule staminali. Un progetto mai decollato, al centro di una lunga diatriba, ma anche di un’indagine della Corte dei conti. «Nonostante gli sforzi profusi da parte nostra e nonostante gli annunci stampa e i proclami – ha commentato Almadori – di fatto non si è giunti ad una soluzione per edificio di grande valore. È un dovere riuscire a trovarla, mi auguro che lo faccia la prossima governance di Ater, in sinergia con Regione e azienda ospedaliera, per mettere questo bene a servizio della collettività. La struttura è finita a tutti gli effetti, solo il primo piano è stato lasciato al grezzo per destinarlo alle funzioni necessarie. Ma l’edificio è nato per la ricerca biomedica, c’è impiantistica di grande rilievo adatta all’utilizzo sanitario».
Alloggi per gli sfollati di via degli Arroni
Un punto, infine, è stato fatto da Almadori anche sulla situazione degli sfollati di via degli Arroni, dopo l’esplosione della palazzina avvenuta a Terni prima di Capodanno. «Siamo stati coinvolti venerdì della questione da parte dei competenti assessori regionale e comunale – ha spiegato -, ci siano adoperati per ascoltare le persone e già lunedì abbiamo raccolto le loro esigenze. Si tratta di tre nuclei familiari che oggi stesso (mercoledì, ndr) visiteranno degli alloggi per incrociare le loro esigenze con la disponibilità dell’Ater».
