Castelluccio: «Fateci tornare al borgo»

Finita la semina, scendono anche gli ultimi trattori dal paese fantasma. «Niente Sae, nessuna strada. Vogliamo risposte sul futuro»

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di L.P.

I trattori che scendono dal Pian Grande

E’ trascorso ormai un mese e mezzo da quando, dopo proteste, assemblee, trattori in strada e minacce, una trentina di agricoltori ha lottato e combattuto per un diritto fondamentale, il lavoro, dopo che i terremoti di agosto e ottobre hanno raso al suolo Castelluccio di Norcia e la quotidianità dei pochi abitanti e commercianti del borgo.

La semina delle scorse settimane

La semina Superando le mille difficoltà della viabilità, riuscendo a ‘vincere’ la battaglia per poter salire e scendere sul Pian Grande attraverso la provinciale 477, scortati dalla Protezione civile, con il vento, la pioggia e, all’inizio, anche con la neve, gli agricoltori sono riusciti a portare a termine e a salvare quello che viene considerato, in Italia e anche all’estero, un simbolo della Valnerina, la Fioritura. «E’ prevista per la fine del mese di giugno, l’inizio di luglio – racconta Stefano Pasqua, uno degli agricoltori ‘resistenti’ che lunedì sera ha portato via da Castelluccio il suo trattore – e poi, una volta fatti contenti i turisti, gli umbri, le istituzioni, per noi che vita sarà?».

TUTTO SUL TERREMOTO

La lenticchia Mentre un primo accenno di fioritura è già visibile grazie alle piante spontanee che fanno da cornice ai circa 500 ettari seminati a lenticchia in questa stagione, sui 750 disponibili, lo spettacolo di quell’arcobaleno che esploderà, da qui a un mese e mezzo, è già in parte visibile, mentre bisogna attendere la crescita e la fioritura completa della lenticchia. «Sono stati giornate intense, ma belle, ora speriamo soprattutto che si cominci a lavorare alla ricostruzione di Castelluccio», afferma Diego Pignattelli, agricoltore e presidente della Pro loco del borgo.

La strada Sp447

I nodi da sciogliere Nonostante la ‘Fiorita’ sia salva, i problemi e i nodi da sciogliere sono ancora tanti. Tra tutti la totale assenza, nel piccolo borgo, delle Sae, le soluzioni abitative di emergenze. «Sono mesi che ci promettono strutture per gli animali, casette per farci fermare la notte, una nuova dislocazione, urbanizzata, per negozi e ristoranti. E invece ora, dopo che ce ne siamo andati noi, Castelluccio resterà un’altra volta un paese fantasma. Abbandonato, dato che a giorni chiuderanno definitivamente la strada su cui siamo stati autorizzati a passare in queste settimane. Io devo far rientrare il bestiame da Rovigo, ma come faccio? Poi come arrivo a Castelluccio? Passando per Marche e Lazio e facendo 90 chilometri all’andata e altrettanti al ritorno? Se il sindaco lascerà una finestra aperta per poter transitare durante la Fiorita, per i turisti, cosa ne sarà poi dopo l’estate?».

Nessuna Sae Rassegnazione e malumore sono gli stati d’animo più diffusi. «Norcia, Cascia, tutta la Valnerina ha ricevuto dei moduli abitativi, mentre noi siamo stati messi all’angolo, in stand by. E non si sa che ne sarà di noi». Così su Facebook monta la rabbia di chi è costretto a fare un altro Giro d’Italia, quello che attraversa tre regioni, tre province e tre valichi, per un’ora e mezzo di viaggio, per andare ad accudire i propri cavalli. Cittareale, Vezzano, Rieti, Accumoli e poi, attraverso le Marche, Arquata, Piedilama fino a raggiungere Castelluccio.

Le ruspe dei vigili del fuoco in arrivo a Castelluccio

Le polemiche Non le vogliono le ‘magliette gialle’ di Renzi i castellucciani, nonostante il vicepresidente della Regione, Fabio Paparelli, dà loro il benvenuto «per riportare vita, presenza, economia». Aspettano certezze, gli abitanti e i lavoratori del borgo a nove mesi dalla prima violenta scossa di terremoto che ha portato via tutto. «E loro temporeggiano, illudendoci e dandoci la speranza che si stiano muovendo, che stiano facendo qualcosa. Ma tutto tace» come commenta un altro degli agricoltori, Luigi Testa, lamentando i ritardi nelle demolizioni e su tutti gli altri fronti. «Vorremmo tornare al nostro borgo, provare a ripensare una vita, un futuro, un lavoro, una casa. Non non vediamo risposte, però – conclude Stefano Pasqua – se abbiamo lavorato sodo e nonostante le difficoltà alla semina, è per lanciare un segnale, che questo borgo non è morto e non deve morire. Ma non possiamo sempre andare a sbattere contro un muro di gomma. Tutti dobbiamo lavorare perché Castelluccio rinasca».

La mobilitazione E intanto, la popolazione, si mobilita. Il gruppo spontaneo di lavoro per Castelluccio ha infatti convocato per il prossimo 21 maggio a Norcia una riunione di tutti i castellucciani, residenti, commercianti, allevatori e agricoltori, ma anche semplici ‘amanti del posto’, per discutere insieme sullo stato dei lavori, le azioni da intraprendere e le decisione da adottare insieme per una strategia comune.

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