Centro sportivo Fere ok in commissione. Ma su restauro Villa Palma c’è aria di problemi

Sei voti favorevoli ed un’astenuta, c’è il via libera all’approvazione della variante al Prg. La Visione vuol togliere l’obbligo di restauro, il Comune no. Questione comitato: confronto in arrivo

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di S.F.

Sei voti favorevoli ed una astenuta, vale a dire Valentina Pococacio del M5S. Via libera in I commissione per l’esame delle osservazioni e contestuale approvazione della variante parziale al Prg – parte operativa – del comparto di Villa Palma: si tratta dell’ultimo step propedeutico all’alienazione da 377.797 euro per i 73.660 metri quadrati utili allo sviluppo del centro sportivo. C’è la Ternana di mezzo e dunque si cerca di procedere in fretta. Spunta il nodo del restauro della storica villa: la Visione srl ha fatto capire che vuole la rimozione dell’obbligo. Il Comune invece lo mantiene ed ecco spiegato il perché del parere parzialmente favorevole. Si vedrà. Intanto in arrivo un confronto con il comitato Tuteliamo Colle dell’Oro.

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La nuova pianificazione per Villa Palma

In aula consiliare l’assessore Federico Cini e il dirigente all’urbanistica Claudio Bedini, mentre era assente la responsabile del procedimento Cinzia Mattòli. Al centro dell’attenzione le due osservazioni avanzate dalla Visione srl e dal comitato Tuteliamo Colle dell’Oro: nel primo c’è stato il parere parzialmente favorevole, nel secondo contrario. Rischio Tar Umbria? Nulla da escludere, ci saranno confronti a stretto giro. «Questo è il preludio – le parole dell’ingegnere classe 1994 – all’ultimo atto della vicenda per il centro sportivo della Ternana, resta da approvare la variante urbanistica per separare il comparto. In merito alla Visione srl, quell’area necessita di ulteriori precisazioni per la destinazione e ci sarà una nuova pianificazione. Il Comune è pronto all’interlocuzione». Si passa all’altra contestazione: «Il comitato? Una serie di rilievi circa delle inadempienze del Comune in merito al rispetto delle prescrizioni Vas. Non trovano riscontro», ha tagliato corto Cini. I tre avvocati romani (Alessandro Botto, Luca Lombardo e Roberta Patrizia Giannotte) che seguono il gruppo ha inviato anche documenti legati ai progetti di Inter e Milan per lo stadio, in particolar modo una delibera di giunta dell’esecutivo Sala di fine 2021.

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Villa Palma a gennaio 2022

I dubbi su Villa Palma e il timore ricorso

Gli unici a parlare tra i consiglieri sono la già citata Pococacio e Michele Rossi (Terni Civica). Tema principale è Villa Palma: «Chiedo un approfondimento sull’osservazione della Visione srl. Il centro sportivo è una bella soluzione, ma rimane la villa storica. Si deve fare qualcosa di compatibile per quella zona», ha sottolineato Rossi. Idem la Pococacio che, rifacendosi su alcuni concetti espressi da Cini, ha chiesto cosa era previsto negli accordi originari per quel comparto: «La società ha chiesto la modifica della variante adottata eliminando il comma 10 dall’articolo 64 delle Norme tecniche di attuazione. Ovvero l’obbligo di provvedere a proprie cure e spese per il restauro di Villa Palma. Si stralcio l’obbligo a carico del privato dunque? Lo esoneriamo? La cubatura è rilevante». L’esponente pentastellata ha poi chiesto del comitato: «C’è un incontro con loro? Di mezzo c’è uno studio legale e possono fare ricorso. Un colloquio preliminare potrebbe scongiurarlo». Il pericolo c’è, così come per vocabolo Staino.

MARZO 2021, LA VISIONE SRL SI PRENDE VILLA PALMA

Valentina Pococacio

Il confronto in arrivo e la richiesta della Visione

Per Cini tête-à-tête in arrivo: «Sì, ci siamo resi disponibili ad interloquire con il comitato e proprio stamane ho avuto dei contatti con i loro rappresentanti. Con la Visione srl ci saranno contatti, hanno la proprietà dell’area da poche settimane». Ma cosa ha deciso il Comune per ora? «Abbiamo deciso di modificare il meno possibile per il comparto che resta. Ci sono degli obblighi a carico del passato che arrivano dal passato, come ad esempio la realizzazione del centro di ricerca per le cellule staminali. Chiaro che non sono più consoni, serve nuova pianificazione». Nel dettaglio ci entra Bedini che, da tecnico, fa capire meglio alcune questioni: «Sic et simpliciter, la Visione srl ha chiesto di togliere l’obbligo di restauro della villa con una serie di motivazioni giuridiche. In questo momento abbiamo pensato di andare a lavorare – il commento dell’architetto – per costruire una fattibilità urbanistica per l’impianto sportivo della Ternana. Si è lasviato quanto più possibile inalterato la parte del comparto di Villa Palma: ricordo che è nato con un partenariato pubblico-privato, un progetto complesso e l’accordo all’epoca non fu formalizzato. Fu poi ‘trasferito’ nel 2008 nel Piano regolatore generale. Ora la situazione è da definire perché il soggetto di quel tempo – la Spoleto credito e servizi, viene citata – è fallito». Da ricordare che il piano urbanistico prevede 40 mila metri cubi di residenziale e 10 mila di direzionale con mirino sul centro di ricerca.

RITARDI BUROCRATICI, TUTTO FERMO A VILLA PALMA

Michele Rossi

Il Comune tira dritto: «Obbligo resta»

Non tutti sono convinti. Pococacio e Rossi insistono: «Perché c’è il parere favorevole a metà sulla richiesta della Visione srl? Se accogliete togliete l’obbligo, ok. Voglio essere rassicurata sul fatto che restino gli obblighi per il privato». L’esponente civico è ancora perplesso: «Lo togliete o no l’obbligo di restauro? Il privato vuole rimuoverlo. Rassicuratemi». Cini si deve rialzare e spiegare: «Le norme in vigore restano, sono quelle delle Nta sul piano regolatore generale. Non si mette in crisi nulla sull’aspetto Villa Palma». Poi Bedini: «Abbiamo accolto nel senso che, come ovvio che sia, è necessario rivedere la previsione urbanistica del comparto di Villa Palma. Quando c’era un unico soggetto ben definito c’erano obblighi reciproci. Il non accoglimento è per lo stralcio dell’obbligo di restauro. Ciò deve rappresentare parte di un avvio di dialogo». La Pococacio a questo punto ha tentato di sospendere l’atto per un motivo: «Vorrei arrivare al voto dopo l’interlocuzione con il comitato. Non è volontà ostruzionistica, ma c’è il dubbio che possa esserci un ricorso al Tar», ha messo in evidenza.

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L’area del futuro centro sportivo allo stato attuale

Il voto

Ultimo intervento dell’assessore e si chiude: «La richiesta del comitato è per chiarimenti sul parere negativo, che tale resterà». Non del tutto convinto anche Rossi: «Alcuni dubbi sull’obbligo di restauro permangono, l’accordo non fu mai firmato, c’è solo l’approvazione della volumetria». Infine Bedini: «Quella previsione urbanistica originaria nacque con una serie di atti per gli accordi procedimentali e con delibere di approvazione delle stime. Per il restauro della villa furono stimati 2 milioni di euro all’epoca». Tema scivoloso e con doppio fronte. Sarà curioso seguire gli sviluppi.

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