Terni, altro mezzo milione per le pendici rocciose di Cesi

Iter per l’appalto legato al secondo lotto del X stralcio: mirino sul consolidamento. «L’area si trova in una situazione di criticità notevolmente preoccupante»

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di S.F.

Cesi e l’area coinvolta per il X° stralcio, I° lotto

«L’area di progetto ad oggi si trova in una situazione di criticità notevolmente preoccupante. Riguarda tuttavia non solo l’aspetto geotecnico e della stabilità dei versanti, ma affonda le sue radici in un sistema gestionale generale poco incline al controllo puntuale della situazione evolutiva del sito». È un passaggio della relazione generale – la firma è di Giorgio Maurini, Fabio Maneli e Sandro Franchi – del progetto esecutivo legato al nuovo intervento previsto per la riduzione del rischio idrogeologico area R4 delle pendici rocciose di Cesi, frazione di Terni: scattato l’iter per arrivare all’aggiudicazione dell’appalto da 464 mila euro. Si tratta del lotto numero due del X stralcio. Lunga storia. Si procederà con il massimo ribasso.

LA RELAZIONE GENERALE – DOCUMENTO (.PDF)
MAGGIO 2021, L’AFFIDAMENTO DEL I LOTTO DEL X STRALCIO

Il perché e lo stato attuale

A progettare l’intervento sono stati lo Studio Baffo di Bagnoregio e la Società geologica srl e ora il Comune ha pubblicato l’avviso per le manifestazioni di interesse per la selezione di dieci operatori economici da invitare alla procedura negoziata. L’intervento riguarderà un’area compresa all’interno del Sito di interesse comunitario (Sic) con un bel po’ di vincoli di mezzo: «La frequenza dei crolli sembra essersi accentuata, come dimostrano i distacchi di blocchi litoidi che si sono verificati durante i lavori in essere dell’VIII° Stralcio, mettendo a rischio l’incolumità degli operatori. A seguito di quanto in narrativa, l’amministrazione comunale ha provveduto, sulla base dei finanziamenti disponibili, ad affidare per stralci funzionali, lavori che mitigassero il rischio sull’abitato di Cesi», viene specificato in premessa. «Dai sopralluoghi effettuati si è potuto appurare come siano frequenti cadute, anche recenti, di massi di piccole o medie dimensioni: tali cadute, se da un lato non destano eccessiva preoccupazione in funzione delle barriere paramassi già realizzate e capaci di assorbire queste volumetrie dall’altro sono indice di una situazione ad alta criticità, in continua evoluzione e potenzialmente instabile che può portare alla mobilitazione ed al crollo dei massi di volumetria anche maggiore. La maggior parte dell’area è comunque ricoperta da una fitta vegetazione che se da un lato, in alcune situazioni, assume la funzione di ‘freno’». C’è spazio anche per una critica.

IL CONSOLIDAMENTO E LA STORIA
9 SETTEMBRE 2022, IL DISTACCO DEL MASSO

La politica gestionale e la disgregazione

Nel documento si fa riferimento al fatto che il «risultato di una ‘politica gestionale’ distratta ha condotto l’intero versante ad un livello di rischio tale da permettere una consistente disgregazione dei principi di tutela e di buona condotta che un sito di questo livello pretende, da ciò nasce la necessità di affiancare ad un progetto di consolidamento, un progetto in grado di riallineare gli effettivi obiettivi di tutela con i principi costituenti la stratificazione dell’habitat che ci ospita». Nell’atto progettuale si parlate di completamento del consolidamento passivo, sostituzione e riposizione con allungamento di una barriera paramassi (sarà di ultima generazione) ante 1988 ed installazione di un sistema di monitoraggio automatizzato con fessurimetri elettrici. Più le reti di aderenza. «Per mitigare l’impatto estetico i montanti della barriera verranno rivestiti con fascinature e cortecce e dinanzi alla rete verranno piantumate nuove essenze vegetali». Durata? «Si attende che il prodotto offerto abbia una vita utile superiore ai 120 anni per il particolare sito in esame».  L’esecutore dovrà dare ultimate tutte le opere appaltate entro il termine di giorni 180 naturali e consecutivi.

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