Capanne, padre e figlio aggrediscono agente

Perugia, aggressione dopo le proteste per un colloquio ritenuto troppo breve. Ad aggredire l’uomo il detenuto e il figlio in visita, a sua volta arrestato. È accaduto giovedì nel carcere di Capanne

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Agente di polizia penitenziaria brutalmente aggredito, nella tarda mattinata di giovedì, da un detenuto e dal giovane figlio che era andato a trovarlo. Quando sono riusciti a bloccarlo, i colleghi hanno arrestato anche il giovane. Entrambi sono originari del napoletano.

La denuncia Uilpa

Il fatto, riferito dal segretario regionale Uilpa Penitenziari Umbria, Roberto François, è accaduto nel carcere di Capanne (Perugia): «Al momento di uscire dalla sala colloqui, il detenuto ha lamentato di aver effettuato cinque minuti in meno di colloquio con i propri familiari, moglie e figlio. Quindi, senza sentire alcuna ragione, hanno aggredito il collega, che è caduto a terra, con calci alla testa e al basso ventre. Grazie all’intervento di altri colleghi che hanno immobilizzato i due aggressori, si sono evitate conseguenze più drammatiche. L’agente – prosegue il segretario Uilpa – è stato portato in ambulanza al pronto soccorso dove è in osservazione per le prossime 48 ore. Questa purtroppo è la quotidianità che vivono gli agenti penitenziari, ormai in balia di questo regime penitenziario». Per il ‘basco azzurro’ il ricovero appare probabile.

In stato di fermo

Il sindacato Sappe rincara la dose: «Anche la moglie del detenuto e madre del giovane di 19 anni, è caduta a terra mentre tentava di calmare e fermare il marito ed il figlio. Quest’ultimo è in stato di fermo al comando in attesa delle determinazioni dell’autorità giudiziaria a cui è stata rappresentata la grave situazione. A Capanne – afferma Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sappe – mancano agenti di polizia penitenziaria e se non accadono più tragedie di quelle che già avvengono, è solamente grazie agli eroici poliziotti penitenziari a cui va il nostro ringraziamento». Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, sostiene che «i gravi episodi avvenuti nel carcere di Perugia, che non hanno avuto un tragico epilogo grazie al pronto intervento dei colleghi della polizia penitenziaria, riporta drammaticamente d’attualità la grave situazione penitenziaria. Al collega aggredito va tutta la nostra solidarietà. Riteniamo che la grave situazione in cui versano le carceri italiane imponga un’inversione di marcia da parte del vertice politico e amministrativo del ministero della giustizia e più in generale del governo». Anche la segreteria regionale Osapp augura «al collega coinvolto nell’aggressione una pronta guarigione».

Prisco: «Massima solidarietà all’agente»

«Esprimo solidarietà mia e a nome di Fratelli d’Italia all’agente di polizia penitenziaria aggredito all’interno del carcere di Capanne da un detenuto ed un suo parente al termine del colloquio. Bonafede pensi alla sicurezza dei servitori dello Stato. Basta perdere tempo». Così il deputato umbro di Fratelli d’Italia, Emanuele Prisco, che aggiunge: «La sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti o mancati provvedimenti, come la cronica mancanza di personale».  

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