Comune di Terni, appalto con ‘rottura’

Palazzo Spada affida il servizio di pulizia ad una nuova ditta, ma le già modeste paghe dei lavoratori saranno più che dimezzate. I sindacati non firmano e Forza Italia attacca

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Un’altra grana pesante, in tema di lavoro, si sta abbattendo su Terni e in particolare sui circa 25 lavoratori – per la maggior parte donne, molte delle quali madri di famiglia e talvolta monoreddito – addetti alle pulizie degli uffici del Comune di Terni, da palazzo Spada, al ‘pentagono’, fino all’ex Cmm. In seguito al cambio di appalto comunale, passato dalla parmense Colser alla Punto Services di Catanzaro – l’appalto ha durata semestrale – le lavoratrici ed i lavoratori dovrebbero transitare alla nuova società.

Massimo ribasso Solo che c’è un ‘ma’ grosso come tutti gli uffici, i palazzi e i bagni che queste persone puliscono ogni giorno: la condizione è accettare una decurtazione del monte ore – e quindi dei compensi – di circa il 60%. Perché per acquisire l’appalto la Punto Services ha seguito la strada – sempre criticata dai sindacati – del ‘massimo ribasso’ nell’offerta e, quindi, per pulire i circa 30 mila metri quadrati assegnati, ha garantito che impiegherà 801 ore mensili a fronte delle 1.800 garantite dalla ditta uscente. 

Desiré Marchetti

Paghe ridotte drasticamente Questo significa, però, che ogni singolo addetto vedrà ridursi drasticamente l’impegno giornaliero e, conseguentemente, la paga. Che già oggi raggiunge al massimo i 900 euro mensili e che, quindi, rischia di trasformarsi in poco più di un obolo, «mettendo queste persone – dice Desiré Marchetti, segretaria della Filcams Cgil di Terni – in condizioni di assoluta povertà».

Il Comune risparmia L’appalto, che precedentemente fruttava alla Colser 190 mila euro, è stato assegnato dal Comune di Terni alla Punto Services per meno della metà: 98 mila euro. «Palazzo Spada risparmia sulle spese, ma lo fa sulla nostra pelle – dicono gli addetti oggi a rischio – perché noi ci troviamo di fronte ad un bivio drammatico, o accettiamo o saremo buttati fuori».

Licenziamento Perché le cose funzionano cosi: «Dopo il passaggio dell’appalto – spiega ancora Marchetti – i lavoratori verranno licenziati dalla Colser e dovrebbero essere riassunti, alle stesse condizioni, dalla Punto Services. Ma stanti le condizioni, a loro verrà senza dubbio proposto un contratto fortemente penalizzante e questo ha portato noi rappresentanti dei lavoratori (venerdì mattina al confronto con la nuova proprietà c’erano, oltre alla Filcams Cgil, la Uiltucs Cil e la Fiasascat Cisl; ndr) a non firmare l’accordo».

La richiesta Da parte dei sindacati viene la richiesta «di un intervento da parte del Comune di Terni e delle istituzioni, per evitare che questo scempio venga portato a compimento, soprattutto perché parliamo di un appalto pubblico e perché ad essere coinvolti sono lavoratori e lavoratrici appartenenti a fasce sociali già molto deboli e che a causa di questi accordi rischiano di non avere più nemmeno i mezzi minimi di sussistenza».

La minaccia In attesa di un’assemblea, che si svolgerà nel pomeriggio di venerdì nella sede della Cgil, vengono intanto avanzate le prime ipotesi sulla possibile strategia da seguire: «Oltre a quelle ‘canoniche’ per le organizzazioni sindacali, dallo stato di agitazione allo sciopero – dice Desiré Marchetti – non escludiamo di inoltrare una denuncia all’Anac, perché faccia chiarezza sulle procedure che hanno portato all’assegnazione del contratto».

Forza Italia Sulla vicenda prende posizione Francesco Ferranti, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale: «Ritengo che se le attività svolte da una ditta restano le stesse non vi possano essere ribassi così importanti nello svolgimento del medesimo appalto. Importanti riduzioni degli importi, destinati ad un appalto nel rapporto tra pubblico e privato, potrebbero portare a un trattamento iniquo dei dipendenti se non a un vero e proprio sfruttamento. Ritenendo poco chiari e critici i contorni di questa vicenda e di questo appalto svolto per la pubblica amministrazione, presenterò un’interrogazione urgente al sindaco e assessore competente per avere chiarimenti su questo appalto e sulle motivazioni di un eventuale ribasso così rilevante».

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