di S.F.
Riscossioni e pagamenti di competenza 2020 coincidono, ma la consistenza della cassa iniziale e finale per due provvisori non regolarizzati – legati ad interessi debitori per un totale di olre 1 milione – no. Ed ecco che è impossibile parificare le risultanze contabili tra il Comune di Terni ed il tesoriere, come già accaduto lo scorso anno: problemi ancora da risolvere tra le parti dopo lo scontro dei mesi scorsi e il recente parere della sezione regionale di controllo della Corte dei conti sull’anticipazione di tesoreria 2017.
I PROBLEMI CON IL RENDICONTO 2019
LA MESSA IN MORA
GARA DESERTA PER LA TESORERIA, SI RIPROVA
La discordanza
In sostanza la direzione attività finanziarie del Comune non ha potuto far altro che mettero nero su bianco l’impossibilità di parificare i conti con quelli del tesoriere: nel mirino ci sono i due provvisori (2018 e 2019) per la copertura di interessi passivi e spese ricadenti tra le competenze dell’Organo straordinario di liquidazione. Ne escono fuori due cifre complessive diverse per il 2020, un conto da 11 milioni 519 mila euro e l’altro da 10 milioni 347 mila euro. Il nodo della questione – sul quale si è sviluppato un aspro confronto tra maggioranza e opposizione – è sempre lo stesso: «La gestione dell’anticipazione di tesoreria al 31 dicembre 2017 non ricostituita – viene specificato nell’atto della dirigente Grazie Marcucci – è di competenza dell’Osl». Sarà lei ad inviare alla Corte dei conti il conto trasmesso da Unicredit entro due mesi dall’approvazione del rendiconto di gestione 2020.
LA CORTE DEI CONTI SI ESPRIME
MINORANZE ALL’ATTACCO
Il parere e il ricalcolo
In definitiva rispetto al 2019 poco si è mosso sulla faccenda. In tal senso la stessa dirigente ricorda la reente deliberazione della Corte dei conti: «Ha chiarito che è corretto che l’anticipazione di tesoreria maturata e non restituita alla data del 31 dicembre 2017, ricada tra le competenze intestate all’Organo straordinario di liquidazione». Senza ricalcolo non se ne esce.