Comune vs tesoriere: scatta messa in mora

Terni – In attesa della Corte dei conti prosegue lo scontro sull’anticipazione di tesoreria e la restituzione: partita la diffida. Ancora diatriba su ‘giro’ quote Sii-Asm-Umbriadue

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di S.F.

Assestamento generale al bilancio previsionale, equilibri e variazioni, atto secondo. Questa volta con un confronto più allargato – in particolar modo – a due vicende che negli ultimi mesi hanno creato polemiche e scontri a livello politico: la cessione delle quote detenute da Asm nel Sii ad Umbriadue e la contesa tra il Comune di Terni e Unicredit in merito all’anticipazione di tesoreria non ricostituita al 31 dicembre 2017 per una cifra di oltre 12 milioni di euro, interessi esclusi. In tal senso a lanciare la novità è stato il presidente del collegio dei revisori dei conti di palazzo Spada, Carlo Ulisse Rossi: a muoversi nella scorsa settimana è stata la direzione attività finanziarie.

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Missiva da palazzo Spada: messa in mora. Niente Osl

Come noto l’Osl ha sospeso l’istruttoria – stop in autotutela – per l’ammissione alla massa passiva della quota di anticipazione di tesoreria impiegata nel pre dissesto finanziario: della vicenda se ne occuperanno giudici e Corte dei conti. In sostanza c’è da stabilire in via definitiva se la cifra va a ‘carico’ del bilancio ordinario del Comune oppure dell’Organo straordinario di liquidazione: per Unicredit la differenza è sostanziale perché nel secondo caso avrebbe diritto ‘solo’ al 60% – procedura semplificata – dell’importo per via dello stralcio. Non proprio due spicci. Di mezzo ci sono anche gli interessi. Contesa più che spinosa e del quale mercoledì pomeriggio si è parlato a lungo su input dei consiglieri Emanuele Fiorini (Forza Centro) e Luca Simonetti (M5S), mentre Alessandro Gentiletti (Senso Civico) ha puntato più sulla vicenda Sii: «La partita è rimasta in sospeso – ha risposto il numero uno del Collegio dei revisori dei conti – e il Comune non l’ha mai regolarizzata. Il parere del ministero indica che riguarda l’Osl: l’ente ha richiesto al tesoriere di agire in tal senso e ‘liberare’ le risorse in questione, sollecitando più volte: la dottoressa Grazia Marcucci – la dirigente, ndR – alcuni giorni fa ha messo in mora il tesoriere con tanto di invio della diffida. I 12,5 milioni sono già nel bilancio del Comune e non è un debito fuori bilancio: si deve sapere se questo ‘residuo’ è a carico dell’ente o dell’Osl». Per l’appuntamento odierno in III° commissione era stata invitato anche l’Organismo straordinario di liquidazione. Non si è presentato nessuno. Rossi ha inoltre tirato in ballo una sentenza – la numero 62 – della Corte dei conti della Calabria depositata il 12 febbraio 2020 per dar forza al suo messaggio: «L’anticipazione è a carico dell’Osl, questa pronuncia ci fa stare abbastanza tranquilli». C’è però chi ricorda altro. 

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La restituzione e gli altri pareri: «Dite tutto»

Rossi poi è tornato sul punto in seguito alle domande dei consiglieri: «I soldi in questioni sono stati ‘consumati’ per pagare debiti e la Corte dei conti è interessata perché il tesoriere se li è trattenuti mettendoli a carico del Comune. Gli è stato chiesto di restituirli per spostarli sull’Osl, la diffida è partita da poco. Credo che la questione andrà avanti per anni». Simonetti ha sottolineato che l’assenza odierna dell’Osl «è grave, serve più attenzione», per poi replicare al presidente del collegio dei revisori dei conti: «Si deve dire tutto. Perché rispetto al parere citato, ce ne sono altri successivi che vanno nella direzione opposta». Il riferimento è quello legato a Bacoli, presentato in una specifica conferenza stampa con gli altri consiglieri d’opposizione». Stessa linea per Valdimiro Orsini (Uniti per Terni): «Mi auguro che l’amministrazione abbia ragione altrimenti sono guai. Però c’è giurisprudenza molto chiara sull’anticipazione di tesoreria non rimborsata nell’anno antecedente alla dichiarazione di dissesto. Inoltre il tesoriere ha ricorso in sede civile e l’Osl ha fatto una delibera in autotutela». Storia destinata a proseguire per un lungo periodo.

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Alessandro Gentiletti e Luca Simonetti

Il Sii, attacca Gentiletti: «Gioco delle tre carte»

Sponda Servizio idrico integrato è stato l’esponente di Senso Civico a pungolare l’assessore Orlando Masselli e lo stesso collegio dei revisori – collegati anche gli altri membri, Fiorella Pezzetti e Roberto Frasca – dei conti: «Ho annunciato il voto contrario al bilancio. Ho dovuto insistere – il commento – ma mi sembra alla fine che sia chiaramente emerso che solo grazie alla vendita delle quote di gestione di acqua pubblica da parte di Asm si sia potuto modificare lo statuto Sii e cosi indirettamente salvare il bilancio del Comune, che non ha più gli obblighi di rifinanziamento. Praticamente i beni dei ternani vengono liquidati per far quadrare i conti. Non una manovra politica, ma il gioco delle tre carte. Pesantissimo l’atteggiamento sui residui e il disavanzo. L’amministrazione ha chiaramente lasciato intendere che della questione relativa ai 12 milioni di debiti se ne occuperà quando e se sarà il momento. Penso che nessuno con i beni propri farebbe altrettanto. Quando si amministrano i beni altrui si dovrebbe essere ancora più prudenti, invece che rischiare il tutto per tutto per lucrare qualche consenso elettorale, tra l’altro negli ultimi tempi sempre con meno successo».

«Sii non c’entra nulla»

Come di consueto si è sviluppato un siparietto con Masselli: «La manovra di assestamento fotografa – la replica – l’equilibrio dei conti rispetto a quanto approvato in estate, allineando alcune poste. E il Sii in tutto ciò non ha nulla a che fare. L’effetto indiretto cui faceva riferimento Rossi è sugli eventuali futuri bilanci dei Comuni perché decade l’articolo 8 dello statuto e gli enti non avranno più la spada di damocle del finanziamento Sii». Infine un passaggio sull’anticipazione di tesoreria: «L’amministrazione ha fatto bene a tutelare i cittadini piuttosto che Unicredit e ci siamo attenuti ad una regola contabile». Senza il giudizio della Corte dei conti non se ne esce.

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