Terni, rebus bilancio: «Rischio dissesto e ‘buco’ da 12 milioni»

Anticipo tesoreria 2017, l’opposizione rende noto un nuovo parere del ministero dell’Interno: «Non andavano in bilancio Osl, ma del Comune». La replica di Masselli

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di S.F.

L’anticipazione di tesoreria – 12 milioni più 600 mila euro di interessi – 2017 e la disputa sull’iscrizione nel bilancio dell’ente o dell’Organismo straordinario di liquidazione, in azione a palazzo Pierfelici dopo la dichiarazione di dissesto finanziario del 1° marzo 2018. A tirar fuori un ulteriore parere sulla questione sono i consiglieri di minoranza (M5S, Pd, Senso Civico, Terni Immagina) che, nell’esporre il documento, lanciano un chiaro messaggio all’esecutivo Latini: «Si tratta di un elemento categorico e definitivo, si rischia un secondo default se non si interviene. L’impressione è che il Comune dovrà fare i conti con questi fondi che, al momento, sono debiti fuori bilancio. Uno scenario che va contrastato in tutti i modi, vogliamo che si apra un confronto».

IL PARERE TIRATO IN BALLO DALLA MINORANZA – DOCUMENTO
7 SETTEMBRE 2020 – LE COMPENSAZIONI CONTABILI CON L’OSL

La conferenza telematica

La premessa: «Ci vuole massima trasparenza»

Il nuovo parere arriva dal ministero dell’Interno – dipartimento per gli affari interni e territoriali – ed è stato firmato lo scorso 3 aprile dalla dirigente Rosa Valentino, la stessa del provvedimento 2018 sul quale l’attuale esecutivo si è basato per determinare la propria scelta e tirare dritto: iscrivere gli oltre 12 milioni a carico dell’Osl e non del bilancio comunale. I consiglieri d’opposizione hanno spiegato che ora il quadro è cambiato. Non prima di una breve premessa di Alessandro Gentiletti (Senso Civico): «La situazione è estremamente seria a livello nazionale e locale. La città ha bisogno di fare affidamento su un amministrazione con bilanci in equilibrio, vogliamo richiamare l’attenzione sull’equilibrio e la stabilità dei conti; il contesto economico della città sta peggiorando e siamo vicini a chi vive con ansia questo momento, è importante – ha aggiunto – che la politica non strumentalizzi il disagio delle persone, ma dia risposte. Ed ecco perché parlare del bilancio oggi è essenziale e pertinente: più volte è stato denunciato che non c’è stata massima trasparenza, molti atti amministrativi e contabili sono stati segretati. Abbiamo assistito ad un periodi di buio in tal senso. Bisogna esseri ed affidabili. E se sono state adottate procedure non corrette, non va nascosto. È necessario che la maggioranza sia responsabile».

TESORIERE VS COMUNE – SOSPESA L’ISTRUTTORIA, TOCCA ALLA MAGISTRATURA

L’organo straordinario di liquidazione del Comune di Terni

Il parere su Bacoli 

A livello tecnico è Luca Simonetti (M5S) ad esporre il documento e leggere i passaggi chiave. Si tratta di un parere richiesto dal Comune – in dissesto finanziario – di Bacoli che, secondo la minoranza, sposta gli equilibri rispetto alla situazione conosciuta finora: «Le rassicurazioni della maggioranza – ha commentato – erano in virtù del parere 2018 ma purtroppo vengono sconfessati da un nuovo documento che riporta ordine e ci conferma che avevamo ragione». In sostanza – riportiamo il documento in forma integrale – l’anticipazione di tesoreria dal 1° gennaio 2018 non rientra più nella gestione dell’Osl ma dei Comuni: «Parole chiare – ha proseguito Simonetti – che danno conferma dell’indirizzo delle varie sentenze delle sezioni regionali della Corte dei Conti». Poi si entra nel dettaglio con l’intervento del capogruppo Pd Francesco Filipponi.

GIUGNO 2020 – LO SCONTRO CON UNICREDIT: NIENTE PARIFICAZIONE DI BILANCIO

Francesco Filipponi

«Tutto ciò comporta la riscrizione di bilanci»

Il rappresentante Dem è quello che aggiunge più dettagli al nuovo contesto descritto: «Il parere è chiaro e oserei dire definitivo. Ricordo che quello dell’estate 2018 dava la possibilità di iscrivere al bilancio dell’Osl la cifra dell’anticipazione di tesoreria, ovvero uno scoperto di conto corrente che si accumula. Nel 2017 si è chiesto a Unicredit un anticipo da 12 milioni che sarebbe dovuto essere restituito nel giugno 2018 attraverso l’incasso della tassazione locale: l’amministrazione è andata avanti così grazie a quel documento, seppur in contrasto con la giurisprudenza delle sezioni regionali della Corte dei conti, almeno in dieci si sono espresse. I magistrati hanno ribadito che dal 1° gennaio 2018 esula dalla competenze Osl l’anticipazione». Poi la richiesta verso la maggioranza: «Ora seve da parte dell’amministrazione una presa d’atto della delicatezza della situazione e un confronto in consiglio comunale al fine di trovare una soluzione che possa scongiurare un nuovo dissesto. Sarebbe la pietra tombale sulla città». All’atto pratico – ha puntualizzato Filipponi – ci sarebbero una serie di conseguenze non semplici da affrontare: «Tutto ciò comporta la riscrizione dei consuntivi 2017 e 2018, nonché la chance di poter riformulare un nuovo piano di riequilibrio per evitare (nel 2016 fu da circa 13 milioni) il dissesto. Come si provò a fare nel dicembre di quattro anni fa. Chiediamo alla giunta di non nascondersi, occorre un atto di riflessione collettiva». Anche perché – ha concluso – se scrive la Corte dei conti «il Comune ha 30 giorni per porre rimedio. A Montefalco sono andati in dissesto per 4,2 milioni, qui si parla di un’anticipazione di tesoreria di oltre 12. Inoltre c’è anche un contenzioso perché il tesoriere di Unicredit ha fatto istanza per poter iscrivere quella cifra al bilancio del Comune e non all’Osl».

LA PROCEDURA SEMPLIFICATA DELL’OSL: TAGLI DEL 40%

Angeletti, Gentiletti, Filipponi e Pasculli

Angeletti: «Un macigno sopra altri problemi». Il warning

Come di consueto il consigliere di Terni Immagina è conciso e pacato nel comunicare la propria posizione: «La questione è chiara e obbliga la maggioranza a cercare di risolvere con affanno un errore che è stato commesso. Non so se è colpa loro, fatto sta che dovranno agire. Questo problema mette un macigno sopra gli altri esistenti » (tirati in ballo gli aspetti legati al mondo sanitario e all’inquinamento cittadino in particolar modo. «Non è un attacco, ma un warning per qualcosa che è emerso ora. Un assist per chi guida la città». L’input è lanciato, ora i consiglieri d’opposizione si attendono una risposta dall’esecutivo: «Da parte nostra c’è una richiesta di confronto in merito alle sollecitazioni». Quindi è Gentiletti a ribadire un concetto: «Mi aspetto che si finisca di tenere nascoste le informazioni e non ascoltare i suggerimenti. I cittadini non devono pagare l’arroganza e l’autoreferenzalità dell’amministrazione, si deve arginare questa situazione creata dall’incompetenza. Suoniamo un campanello d’allarme, se fanno finta di niente paga la città e non la minoranza».

2016 – IL PIANO DI RIEQUILIBRIO PER EVITARE IL DISSESTO

Luca Simonetti

La querelle giudiziaria

Filipponi aggiunge un aspetto in merito alla diversità di vedute tra i pareri riguardanti diversi Comuni: «L’anticipazione di tesoreria va iscritta nel bilancio ordinario dell’ente. Il ministero dell’Interno nel 2018 si è espresso solo per Teri e in quel caso c’era la possibilità residuale di poter inserire tutto a carico dell’Osl. Oggi questa chance viene meno, è definitivo. Alla luce di ciò la Corte dei conti dovrebbe occuparsene e noi chiediamo alla maggioranza che agisca prima per trovare una soluzione. Ripeto, gli articoli del Tuel in casi estremi danno modo di prevedere un nuovo piano di riequilibrio. C’è stato l’atto di citazione in giudizio da parte di Unicredit e la delibera di iscrizione al bilancio Osl è stata sospesa. Come mai? Perché vanno a perdere il 40% a causa della procedura semplificata – pagamento creditori – e si vedono riconosciuti 8 milioni invece di 12». Un ministero dell’Interno ondivago sulla vicenda considerando i differenti pareri.

IL BILANCIO CONSUNTIVO 2018

Orlando Masselli

Il vantaggio acquisito e le risorse ‘dopate’

Filipponi ha quindi sottolineato che tale mossa ha consentito all’esecutivo Latini di «trovarsi 12 milioni in meno di debiti da ripianare e, in questo modo, liberare la possibilità di poter utilizzare i residui attivi dei mutui per 13,4 milioni durante la fase di redazione del bilancio stabilmente riequilibrato. Come? Per dei lavori lasciati in via progettuale dall’amministrazione precedente». Del tema ne ha parlato anche Simonetti: «Queste situazioni era note e non vorrei che ci ritrovassimo a fare il gioco delle accuse tra chi c’era prima e adesso. C’è già chi ha pagato per i loro errori, i nuovi dovevano avere le idee chiare su ciò che li aspettava. Non si può approcciare la questione senza conoscere numeri e difficoltà. Un conto è fare i conti con un bilancio e avere le mani legate per dare ristoro a varie situazioni, un altro è poter disporre di risorse ‘dopate’ da una situazione contabile non chiara. Magari sono anche serviti a qualche assessore – riferimento ad Enrico Melasecche pur non citandolo, ndR – per portare avanti una campagna elettorale che l’ha condotto altrove». Chiusura per Gentiletti: «Ci troviamo in questo stato perché l’amministrazione non ha agito con prudenza. E se non si muove in tempo le cose peggioreranno». Inevitabile attendersi una replica – la storia era già nota agli uffici delle attività finanziarie – di Orlando Masselli, assessore al bilancio a palazzo Spada. Arriverà nel pomeriggio.

«Opposizione un disco rotto»

Masselli dà la propria versione: «Le opposizioni tornano a richiamare l’attenzione sull’anticipazione di tesoreria del 2017 che questa amministrazione ha ritenuto di dover addossare alle competenze del dissesto. Chiedono anche un incontro urgente per parlarne col sindaco e l’assessore responsabili di aver ereditato, con questa maggioranza, oltre 80 milioni di euro di debiti, al momento. Ricordiamo che l’anticipazione di circa 12 milioni di euro fu utilizzata dall’amministrazione Di Girolamo per la gestione ordinaria di cassa del Comune e non fu restituita al tesoriere prima della dichiarazione di dissesto; l’interpretazione delle sopravvenute normative in materia con la finanziaria 2018, richiesta per ben due volte al ministero con pareri dal contenuto analogo, ci ha indotti a ritenere che fosse ben fatto non gravare i cittadini ternani di ulteriori 12 milioni di debiti immediatamente rimborsabili. È assolutamente legittimo che il tesoriere – continua Masselli – percorra i relativi gradi di giudizio e noi auspichiamo di vedere riconosciute le nostre ragioni in tutte le sedi. Se ciò poi non dovesse avvenire, prenderemo atto di quello che sarà un giudizio ufficiale e metteremo in campo tutte le procedure amministrative che la legge prevede per recuperare il debito pregresso. Quello che è certo è che i debiti di cui si parla li hanno prodotti il Partito Democratico ed i suoi alleati del tempo che oggi, per interposta persona, assurgono al nuovo che avanza. Speculare in questo momento su certi temi ed augurarsi ulteriore debito per il Comune non è volere il bene della città e dei ternani alle prese con le note gravi difficoltà. Ricordiamo altresì di essere pronti a fornire ogni chiarimento necessario alle opposizioni per capire ciò che del bilancio e del suo risanamento potesse sfuggire».

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