Condannata a Terni: anni di botte e insulti al marito. Lasciato per ore ferito e incosciente

Ferentillo – Quattro anni e due mesi di reclusione per una 70enne ucraina

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di F.T.

Anni di maltrattamenti, cessati con l’allontanamento della donna dalla casa familiare di Ferentillo – misura applicata lo scorso ottobre dal gip di Terni, su indagini di procura e carabinieri – e che sono sfociati in un processo penale. Venerdì, di fronte al tribunale di Terni, è arrivata la sentenza di primo grado per l’imputata, la 70enne ucraina H.T., accusata di maltrattamenti e lesioni personali aggravate nei confronti del marito 71enne (F.P.), gravato da seri problemi di salute.

La condanna

Il giudice Dorita Fratini ha condannato la donna a quattro anni e due mesi di reclusione, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e al pagamento di una provvisionale di 8 mila euro – con risarcimento da stabilire in sede civile – in favore del coniuge.

Le accuse

La 70enne era finita a giudizio per tutta una serie di condotte contestate dall’autorità giudiziaria e che sarebbero andate avanti dal 2014. «Prevaricazioni, insulti, aggressioni fisiche» che, per la procura – e quindi anche per il tribunale, che ha più che accolto la richiesta di condanna a tre anni formulata in aula – «hanno reso insostenibile, per la vittima, il regime di vita familiare».

Botte e minacce senza poter chiedere aiuto

In particolare la 70enne, con una media di circa due episodi a settimana, avrebbe ripetutamente picchiato il marito «con calci e pugni, ogni volta che abusava di alcol». Per impedirgli di chiedere aiuto, la donna lo avrebbe anche privato del telefono fisso – togliendolo dall’abitazione – e, in più occasioni, costretto a stare in casa. Chiudendo il cancello esterno e minacciandolo che lo avrebbe picchiato se fosse uscito anche solo per andare dal medico.

Ferito e incosciente per ore

Una situazione pesante, culminata nell’episodio accaduto il pomeriggio del 19 maggio del 2021: la 70enne aveva picchiato e spintonato il marito facendolo cadere a terra. Il poveretto, oltre a perdere molto sangue per aver battuto la testa su un mobile, era rimasto incosciente fino a tarda sera, quando sempre la moglie – ubriaca – aveva avvertito due vicini, peraltro continuando a picchiarlo anche di fronte a loro. In quella situazione l’uomo aveva riportato lesioni agli arti, alla testa e la frattura chiusa del femore destro.

«Una situazione drammatica»

Ora la prospettiva per la donna è quella del giudizio d’appello mentre le parti civili – l’avvocato Enrica Carla Maria Capitò come amministratrice di sostegno e l’avvocato Laura Scaramuccia in difesa del 71enne – plaudono alla decisione del tribunale, «che riconosce la gravità dei fatti accaduti al nostro assistito, la cui vita è stata profondamente segnata da tale situazione drammatica».

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