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Home » Covid: la ‘Omicron 2’ anche in Umbria. «Vaccini in calo: così non va bene»

Covid: la ‘Omicron 2’ anche in Umbria. «Vaccini in calo: così non va bene»

di Simone Francioli
4 Febbraio 2022
in Ambiente e salute, Apertura 5, Coronavirus, In evidenza
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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Consueto punto settimanale – giovedì pomeriggio – sullo stato della pandemia in Umbria. Presenti l’assessore regionale alla salute Luca Coletto, il direttore regionale della sanità Massimo Braganti, il commissario Covid Massimo D’Angelo ed i rappresentanti del nucleo epidemiologico regionale. Presente anche la professoressa Antonella Mencacci, direttrice della struttura complessa di microbiologia dell’azienda ospedaliera di Perugia.

SPECIALE COVID – UMBRIAON

«La situazione epidemiologica umbra – ha detto Coletto – è assolutamente sotto controllo, con l’infezione che ha raggiunto il plateau. I contagi nelle scuole sono in calo, così come nelle carceri e fra i sanitari. Nelle Rsa abbiamo un lieve aumento ma che allo stato non preoccupa: parliamo di persone in larga parte asintomatiche. Sulle vaccinazioni, purtroppo, registriamo un calo rispetto al nostro potenziale di somministrazioni. Per questo abbiamo deciso di convocare un ‘vax day’ per domenica 6 febbraio».

Antonella Mencacci

La ‘Omicron 2’ presente anche in Umbria

La professoressa Mencacci, rispetto al sequenziamento del virus, ha annunciato che «anche in Umbria abbiamo la variante ‘Omicron 2’. La ‘Omicron 1’ si caratterizza per il fatto che il gene ‘S’ non è visibile con il test di biologia molecolare, mentre dalla scorsa settimana ci siamo accorti che alcuni campioni avevano di nuovo visibile questo gene. Nei giorni scorsi abbiamo fatto sequenziare tali campioni presso l’istituto zooprofilattico di Teramo e abbiamo avuto conferma della presenza della ‘Omicron 2’». In merito alla capacità di sequenziamento dell’Umbria: «Abbiamo già fatto due sedute analitiche e la prima, con venti campioni, ha dato risultati eccellenti: 100% di risultati coerenti con qulli emersi nel laboratorio di Teramo. Ora ne stiamo sequenziando altri cinquanta che saranno pronti venerdì mattina. Stiamo andando, come struttura, verso l’indipendenza da altri centri che sarà essenziale anche dopo il Covid». L’Umbria – fra le altre cose – era stata la prima a sequenziare la variante ‘brasiliana’: lo ha ricordato l’assessore Coletto nel complimentarsi con il lavoro condotto dalla professoressa Mencacci e dal suo staff.

L’AGGIORNAMENTO DEL NUCLEO EPIDEMIOLOGICO

‘Omicron 2’: le caratteristiche conosciute e quelle ipotizzate

«La Danimarca ha 100% di ‘Omicron 2’ ed ha tolto le restrizioni – ha spiegato la professoressa Mencacci -. Ad oggi si sa che è molto simile ad ‘Omicron 1’, potrebbe essere più contagiosa ma non dovrebbe dare infezioni più gravi. La domanda è: gli anticorpi che produciamo verso ‘Omicron 1’, servono a proteggerci anche contro ‘Omicron 2’? La risposta è: verosimilmente sì. E sembra che il vaccino comunque ci protegga dall’infezione severa, non dall’infezione tout court». Nel corso della conferenza stampa è emerso che i campioni su cui è stata riscontrata la presenza di ‘Omicron 2’ in Umbria, non sono relativi a persone ricoverate ma provengono da test effettuati sul territorio.

L’analisi settimanale

Il dottor Marco Cristofori del nucleo epidemiologico regionale, nell’analizzare la situazione, ha spiegato che «prosegue in maniera piuttosto lenta, ma costante, la diminuzione dei casi. Lo stesso vale per l’incidenza settimanale: ora siamo a poco più di 1.300 casi ogni 100 mila abitanti. Un altro indicatore che ci conforta è quello dell’RdT che è sceso a 0,85». In merito ai singoli distretti, Cristofori ha spiegato che «tutti hanno un’incidenza inferiore a 2 mila casi. Il valore più alto è registrato in quello dell’Alto Chiascio ma i dati dei singoli distretti sono comunque simili fra loro e non c’è un’area più soggetta ad ‘Omicron’ di altre». Sui ricoveri: «Abbiamo una lieve recrudescenza, speriamo temporanea, dei ricoveri ordinari che tuttavia al momento non ci preoccupa. Sulle terapie intensive siamo invece stabili: elemento che ci ha garantito di restare in ‘zona bianca’». Circa le fasce di età, la collega Carla Bietta ha spiegato che «c’è grande variabilità. Il numero maggiore di casi si registra nella fascia 6-10 anni, mentre l’incidenza minore è fra gli 80 e 84 anni. Anche tra gli studenti, pur partendo da valori più alti, registriamo una tendenza alla diminuzione dei casi. Dato ancor più importante in relazione al testing costante a cui certe fasce di età sono sottoposte». Ulteriore segnale incoraggiante «è l’andamento della percentuale di positivi sui tamponi, molecolari o antigenici. Questo dato inizia a scendere ed è coerente con i test effettuati nelle farmacie».

Vaccini in calo: «Dato preoccupante». Le contromisure

Il commissario D’Angelo ha rimarcato la preoccupante riduzione delle vaccinazioni, anche se il dato è in parte imputabile ai numerosi contagi delle ultime settimane: «C’è un calo rispetto ai posti disponibili in Umbria e le prenotazioni effettuate fino al 20 febbraio lo dicono in maniera chiara. Per questo abbiamo pensato di procedere con alcuni interventi ‘correttivi’: sms a tutti coloro che possono effettuare la terza dose e ‘vax day’ domenica 6 febbraio».

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