Covid, Terni: niente fiera del Cassero

Il classico appuntamento di novembre sospeso a causa dell’emergenza epidemiologica. L’assessore Fatale: «Costretti dal Dpcm. Se possibile si recupera più avanti»

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di S.F.
I numeri dell’emergenza Covid-19 non lasciano troppi margini di manovra, tutt’altro. L’ultima ‘stretta’ nazionale (Dpcm del premier Giuseppe Conte) e locale (ordinanza della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei) limitano di molto le attività di vari settori commerciali e degli appuntamenti che rischiano di creare assembramenti: per Terni c’è un’altra conseguenza immediata, vale a dire l’annullamento della tradizionale fiera del Cassero prevista a metà novembre in centro città. Salvo sorprese la decisione arriverà nella giornata odierna in seguito alla riunione mattutina della giunta comunale. Lo scorso 27 settembre si era invece svolta – con tutte le misure anti contagio del caso – la fiera di San Matteo in via del Centenario.

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Idea recupero in primavera

C’è chi fa notare come l’appuntamento in vocabolo Staino non si fermi e invece la fiera sì. La questione è semplice: «Abbiamo sospeso – spiega l’assessore al commercio Stefano Fatale post seduta di giunta – e annullata la data originaria, il Dpcm ci obbliga a farlo e ci dobbiamo attenere. Tuttavia se possibile sarà recuperata, magari tra marzo e aprile. La differenza con il mercatino? È ordinario, non si tratta di una fiera». A rischio anche quella di Santa Lucia in programma a dicembre: «Ci riserviamo un’altra valutazione in questo caso». Improbabile che si possa svolgere, a meno che non si registri un miglioramento del contesto epidemiologico nelle prossime settimane».

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Stellati

Dpcm e malcontento cittadino

Da un lato il problema che riguarda gli ambulanti. Dall’altro – in città si sono svolte due manifestazioni tra domenica e lunedì – il generale malcontento tra esercenti, ristoratori, baristi, lavoratori impegnati nel settore delle palestre e piscine per le imposizioni dell’ultimo Dpcm: «Bar e ristoranti – la posizione del direttore di Confesercenti Terni Daniele Stellati – hanno investito molto, per elevare i livelli di sicurezza dentro e fuori i propri locali, sempre consapevoli di dover fare la propria parte nella lotta di prevenzione al contagio. Non possono accettare questo ‘lockdown su misura’. Chiudere alle 18, significa rendere impossibile o quasi il proseguimento dell’attività senza ricevere i dovuti indennizzi».

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